domenica 25 febbraio 2024

GLI UFO NELL'ARTE - LE OPERE DEL MISTERO

Opere d'arte della nostra tradizione come prova dell'esistenza degli UFO?
C'è chi vi ha visto ciò, sostenendo che le visite da parte di simili ordigni non sia limitata solo all'ultimo secolo. 
Altri, invece, credono che il mistero sia soltanto negli occhi di chi guarda, negando qualsiasi presenza aliena e giustificando tali oggetti misteriosi con nuvole, errori nel tratto, ecc.
Ecco cinque opere tra quelle più note, per ognuna presentiamo l'interpretazione ufologica e quella scettica, sarete voi a dover scegliere. 


1 -  San Sebastiano, Mantegna

A metà '400 il noto artista Andrea Mantegna dipinse un'opera dal carattere piuttosto frequente nella tradizione iconografica cristiana; il tutto mentre si trovava a Padova, poco prima di partire per Mantova. Ci riferiamo alla figura del martire San Sebastiano, trafitto da numerose frecce mentre è legato su una colonna, così come tramandava la leggenda. Sullo sfondo l'autore ha rappresentato probabilmente la città di Verona, ma ciò che cattura maggiormente l'attenzione è una nuvola presente nella parte alta-sinistra del quadro.  All'interno di essa, infatti, è possibile ravvisate un cavaliere in groppa al suo destriero. Un ordigno iper-tecnologico guidato da un essere extraterrestre? 
Due le ipotesi realistiche possibili: potrebbe trattarsi di Teodorico, legato alla città scaligera da una leggenda descritta nei rilievi incisi sulla Basilica di San Zeno, oppure di uno dei cavalieri dell'Apocalisse, metafora della peste che aveva attanagliato Padova e contro la quale veniva invocato l'aiuto del santo. 



2 - L'Annunciazione di Carlo Crivelli

L'Annunciazione di Carlo Crivelli, conservata alla National Gallery di Londra, non ha attirato solo l'attenzione dei critici d'arte per la maestria dell'opera e per la tecnica prospettica, ma anche la curiosità di molti per uno strano oggetto presente nel quadro.
Il raggio celeste che passando attraverso la colomba raggiunge la Madonna, sembrerebbe proprio venir proiettato da quello che oggi definiremmo un Ufo.
Le nuvole sembrano prendere corpo quasi fossero un velivolo, e la luce direzionata verso la Vergine parrebbe davvero simile ad una sorta di sorgente artificiale, tipica nell'immaginario contemporaneo esperto di film di fantascienza.

Come spiegare questo mistero?
Ad uno sguardo più attento, ecco, le nuvole appaiono circondate da tanti piccoli angeli, proprio come accade in altre opere che trattano lo stesso argomento. Ci troveremmo davanti, così, ad un normalissimo quadro dell'Annunciazione, con le nuvole che rappresenterebbero Dio ed il raggio che simboleggerebbe il suo messaggio divino.


3 -  Esaltazione dell'Eucarestia di Bonaventura Salimbeni

Nel quadro "Esaltazione dell'Eucarestia" di Bonaventura Salimbeni, facente parte della Trinità dipinta nella Chiesa di San Pietro a Montalcino, c'è uno strano oggetto che da tempo ha attirato l'attenzione di curiosi, anche non propriamente esperti di storia dell'arte. 
Cos'è  quel globo stretto tra Gesù e Dio (i quali sembrano reggere anche delle antenne) e sormontato dalla colomba celeste?Di primo acchito la risposta sembrerebbe questa: un satellite artificiale con tanto di antenne, oppure una sonda, o ancora una specie di drone.
Peccato che l'opera sia del '600. Il mistero aumenta ancora di più osservando la parte bassa della sfera, dove pare sbucare una telecamera. I teorici più fantasiosi hanno ipotizzato la conoscenza da parte dell'autore di un'antica tecnologia avanzata, o addirittura il ritrovamento di un qualche manufatto di origine extraterrestre.
Secondo gli studiosi ufficiali dell'arte, invece, non sarebbe altro che una rappresentazione del "Globo celeste" o "Globo del creato", presente in altre Trinità, non solo di tradizione cristiana cattolica, ma in quella ortodossa. 
Si tratterebbe, quindi, della rappresentazione dell'intero universo, almeno come poteva essere immaginato dalle persone e dagli artisti di quel periodo.  Nella parte alta sarebbe raffigurato il sole, ed in basso la presunta telecamera non sarebbe altro che la luna; le due aste retta da Dio e Gesù altro non sarebbero se non gli scettri celesti, simboli del loro potere universale. 


4 - Madonna e San Giovannino di Filippo Lippi

Nell'opera dell'artista fiorentino molti ufologi interessati all'arte hanno ravvisato un oggetto volante non identificato, collocato in alto a destra, alle spalle della Madonna. Secondo costoro Lippi sarebbe  stato testimone di un avvistamento clamoroso ed avrebbe poi deciso di rappresentarlo in un suo quadro, sebbene in maniera piuttosto occulta. 
A confermare questa tesi ci sarebbe anche l'immagine dell'uomo sullo sfondo, intento a scrutare il cielo.
Secondo molti altri, invece, si tratta di una qualche sorta di iconografia divina; i raggi rappresenterebbero l'influsso divino sull'evento, magari in forma di Spirito Santo. Potrebbe trattarsi, oppure, di un normale particolare pittorico (un uccello, una nuvola) non riuscito proprio in maniera perfetta.

5 - La scultura dell'astronauta di Salamanca

A Salamanca si trova la Cattedrale di Santa Maria dell'Assedio, iniziata nel primi anni del '500 e terminata solo dopo 200 anni. Questa ampio lasso di tempo fece sì che si mescolassero diversi stili, dal gotico al barocco, con influenze anche meno decodificabili. 
La parte più interessante si trova sulla porta nord, dove è possibile osservare la scultura di un astronauta: casco, tuta, scarponi, non v'è dubbio che il soggetto in questione sia proprio un viaggiatore dello spazio. 
I teorici degli antichi alieni hanno subito accolto questa raffigurazione come una prova della conoscenza già in epoche passate di navigatori provenienti dal cosmo, mentre altri hanno scomodato addirittura i viaggi nel tempo o le capacità profetiche di chi realizzò il bassorilievo.
La spiegazione, tuttavia, è molto più semplice di quanto si possa immaginare: nel 1992 quell'area della "Cattedrale nuova" (costruita attorno alla vecchia) fu oggetto di numerosi restauri per i danni subiti nel corso del tempo.
Fu in questa occasione che Miguel Romero decise di rimodernare la porta, aggiungendovi simboli che rimandassero anche ai principali eventi del XX secolo.
Mistero risolto, dunque, almeno questa volta.

sabato 10 febbraio 2024

OOPART - OGGETTI FUORI DAL LORO TEMPO

 OOPArt, termine derivato dall’espressione inglese “Out of place artifacts”, è la sigla che designa gli oggetti di difficile collocazione temporale e spaziale, ritenuti da alcuni studiosi decisamente posteriori rispetto al periodo in cui sarebbero stati costruiti. Alcuni reperti di questo genere si sono dimostrati dei falsi, altri hanno trovato una spiegazione plausibile, ma una restante parte continua a risultare di dubbia origine, lasciando aperta la questione circa la loro anomalia temporale. Il termine fu inventato dal biologo e naturalista britannico I. T. Sanderson, esperto anche di ufologia e di criptozoologia (scienza che si occupa delle specie animali non comprovate o di quelle estinte ma che hanno visto i propri esemplari segnalati come ancora viventi).



I vasi e l’Aliante di Saqqara


I vasi di Saqqara risalgono al 4000 a.c.: ricavati da una base di quarzo, basalto o granito – materiali noti per la loro resistenza – furono realizzati con chissà quale tecnica di altissimo livello e precisione. Al giorno d’oggi un simile processo di lavorazione avrebbe un costo elevato e necessiterebbe di una procedura complessa, addirittura alcuni studiosi sostengono l’impossibilità di replicare un simile lavoro con le tecnologie attualmente note. 



Nella stessa località è stato ritrovato un manufatto a forma di volatile risalente al 200 a.c. Secondo alcuni studiosi l’oggetto avrebbe tutte le caratteristiche di un aliante in miniatura, ricostruzione basata fondamentalmente sulla posizione verticale della coda. L’uccello è altresì privo di zampe e ciò escluderebbe la possibilità che si tratti di una semplice scultura; gli archeologi, decisamente scettici, hanno escluso che sia un piccolo aliante, ma non sono riusciti a collocarlo nel suo contesto ed a intuirne la funzione, catalogandolo per via ipotetica come “giocattolo”.


La pila di Baghdad


Curioso oggetto risalente al 200 a.c. scoperto per caso nel magazzino del museo di Baghdad nel 1938 da W.Konig. Formato da una piccola giara di terracotta con all’interno un cilindro di rame, contenente a sua volta una barretta di ferro separata dal cilindro da asfalto, la conformazione del manufatto ed i segni di corrosione hanno fatto supporre la possibilità che si tratti di una sorta di pila; all’epoca del ritrovamento la curiosità fu tale che vennero condotti alcuni esperimenti. Questi test ebbero effettivamente un risultato positivo, seppure l’energia prodotta non fu mai elevata, tuttavia non è stato possibile risalire al liquido usato per il funzionamento dell’ordigno (lo stato di corrosione implica la presenza di una sostanza altamente abrasiva) ma l’elettricità prodotta nel corso di un recente test è stata sufficiente a placcare una statuetta di argento in appena due ore.

Le lampade di Dendera


Nel tempio egiziano di Dendera sono stati ritrovati dei geroglifici piuttosto interessanti. Le incisioni sembrano rappresentare delle gigantesche lampade contenenti due serpenti (descritti nei geroglifici col termine “seref” – “illuminare”) collegati ad una sorta di filo che confluisce in un oggetto somigliante ai moderni generatori di energia. In un’altra simile incisione il filo è composto da due cavi intrecciati, uno bianco ed uno nero, come se si trattasse delle due cariche, positiva e negativa. Il generatore è sormontato da una statuetta di Atum-Ra, dio dell’energia creatrice, ed i serpenti corrispondono effettivamente all’energia elettrica che sarebbe visibile se gli apparecchi funzionassero. Le due lampade puntano verso una seconda statua che raffigura il dio Thot, intento ad alzare due coltelli in atteggiamento difensivo, come se in effetti gli ordigni sprigionassero una sorta di energia; questa particolarità ha fatto supporre ad alcuni studiosi che le lampade siano dei generatori di raggi x, strumenti inventati da W. Crookes dieci anni dopo la pubblicazione di queste incisioni. Secondo l’archeologia ufficiale, invece, i geroglifici rappresentano fiori di loto contenenti due serpenti, immagine tipica (ma non troppo) dell’iconografia egizia.

Collegamenti tra Bolivia pre-colombiana e vecchio mondo: La Fuente Magna e le navi rosse


Più che un oggetto fuori dal tempo, La Fuente Magna lo si potrebbe definire “fuori dal suo spazio”. Si tratta di una vasto molto grande, utilizzato durante cerimonie religiose per funzioni ancora da stabilire, ritrovato da alcuni contadini nelle vicinanze del lago Titicaca e consegnato alle autorità di La paz nel 1960.


La particolarità dell’oggetto risiede in alcune iscrizioni incise su di esso: secondo autorevoli studi apparterrebbero al Sumero o Protosumero. Per l’importanza che assume il vaso è anche chiamato “La Stele di Rosetta americana”, e non si tratta dell’unico reperto creatore di un collegamento tra Bolivia e  civiltà appartenenti al vecchio mondo: alcuni disegni di navi ritrovate in Egitto sono incredibilmente somiglianti, per forma, colore e rifiniture, a imbarcazioni tipiche di civiltà precolombiane boliviane.



Il “Teschio di Broken Hill”


Teschio umano zambiano risalente a circa 200-300.000 anni fa (ci sono diverse ipotesi relative alla possibilità che si tratti di homo sapiens o homo erectus) , caratterizzato dalla presenza sulla tempia sinistra di un foro perfettamente omogeneo e preciso, probabile causa di morte dell’uomo. La mancanza di linee radiali sembrerebbe provare che l’origine del foro fu un proiettile, mentre risulta improbabile l’ipotesi che il buco sia stato prodotto durante un rito sacro.





Il tempio egizio di Abydos



I misteriosi geroglifici di Abydos hanno dato origine a ipotesi contrastanti e contrastate, spesso decisamente audaci: c’è chi vi ha scorto un elicottero, catalogando così l’oggetto come uno dei più importanti tra quelli “fuori dal tempo”; altri vi hanno visto addirittura un ufo, dando adito alla teoria secondo la quale le civiltà aliene avrebbero avuto un ruolo decisivo sullo sviluppo dell’umanità. Una recente ricostruzione giustifica la curiosa forma ad “elicottero” con un’usanza diffusa tra i faraoni: modificare i geroglifici precedenti durante il proprio regno per attribuirsi maggiore importanza; dunque la sovrapposizione di due incisioni diverse avrebbe creato la strana immagine: insomma, tutto spiegato con una semplice casualità. 





Teorie sugli OOPArt


Gli oggetti descritti in precedenza sono solo un piccolissima parte degli OOPArt, ma ho preferito selezionare quelli più difficili da smentire (tranne l’ultimo) per evidenziare come effettivamente scienza ed archeologia talvolta non riescano a spiegare ogni cosa, lasciando così un alone di mistero sul nostro passato remoto, su quella mitica e lontana era che Vico ha definito “l’età degli dei”. Il problema è proprio questo, chi furono questi dei, dotati di una conoscenza superiore capace di guidare l’umanità verso un cammino di progresso e sviluppo? Tutte le diverse teorie possono essere fatte confluire in due filoni principali:





-          La teoria degli interventi alieni: secondo una prima scuola di pensiero il genere umano sarebbe stato creato direttamente da un’operazione di ingegneria genetica aliena; altri ipotizzano il remoto approdo degli extraterrestri su una terra popolata da gente rozza e primitiva, evolutasi soltanto grazie alle innovazioni “concesse” da queste forme di vita superiore.





-          La teoria dello sviluppo ciclico del genere umano (o “teoria delle catastrofi periodiche”): in questo secondo filone sono compresi tutti quegli studi finalizzati a dimostrare l’esistenza nel passato di civiltà molto sviluppate culturalmente e tecnologicamente; miti come quello di Atlantide o come quelli sugli antichi dei offrirebbero la prova dell’esistenza di civiltà svanite in seguito ad eventi catastrofici, quali ad esempio l’inversione magnetica dei poli, le glaciazioni o l’impatto della terra con meteoriti. Lo stesso mito del diluvio universale, presente in diverse civiltà, aggiungerebbe ulteriore veridicità a tali teorie. Una parte di tali studiosi non allineati sostiene che non tutti gli abitanti di queste antiche civiltà siano stati uccisi da simili catastrofi: i pochi sopravvissuti, infatti, avrebbero perpetrato il mito del loro “mondo perduto” e, grazie alle proprie conoscenze superiori, sarebbero stati in grado di guidare il mondo, passando la conoscenza di generazione in generazione, concentrando sempre di più il potere nelle loro mai.




Teorie forse esagerate, siamo d’accordo, spesso modificate o ritrattate a seconda della propria idea personale.

Di certa resta soltanto l’impossibilità di spiegare tutto ciò che deriva dal passato, senza dimenticare che spesso nuove scoperte storiche e archeologiche cambiano la nostra visione dell’antichità.

Continuiamo a dubitare allora, sempre con metodo e lucidità ovviamente, anche perché non è detto che ci venga raccontata sempre la verità, come sul presente così anche sul nostro passato... 







venerdì 2 febbraio 2024

LA SCELTA DI JAVI POVES - IL CALCIATORE RITIRATOSI PER NON CORROMPERE LA PROPRIA ANIMA


Nel nostro immaginario i calciatori rappresentano quanto di più possibile lontano dall'intelligenza, dalla cultura e dalla sensibilità, ma chissà perché siamo sempre pronti ad osannarli come eroi moderni, lodandone le gesta. Il calcio, ormai, ha raggiunto un livello di spettacolarità bassissimo, unito ad una tensione sempre maggiore, sia all’interno che all’esterno del rettangolo di gioco; aggiungiamoci gli scandali che lo accompagnano da tempo ed otterremo uno sport svuotato di ogni contenuto e valore. Certo, si deve ammettere che questo declino non può appartenere unicamente al soccer, ma bisogna estenderlo ad ogni altro sport che abbia raggiunto un’ampia diffusione (e quindi valore economico) ed un livello di professionismo tale da renderlo l’opposto del divertimento, sia per chi lo gioca che per gli spettatori: il ciclismo, la boxe, l’automobilismo, il basket, il cricket, l’atletica, sono tutti sport che a latitudini diverse hanno raggiunto una diffusione mondiale, ma al contempo sono stati colpiti sa scandali di origini varie.  

All’interno di questo vortice di soldi e distrazione di massa, talvolta, una singola scelta può apparire quasi rivoluzionaria. Ci riferiamo ad Javi Poves, ex calciatore dalla storia particolarissima. Cresciuto nel glorioso Atletico Madrid, difensore di buone prospettive, affronta tutta la gavetta necessaria alla sua formazione professionale, arrivando ad esordire in prima divisione nel maggio 2011. Il 19 luglio dello stesso anno la clamorosa decisione di ritirarsi dal calcio giocato, ad appena 24 anni, con davanti a sé una possibile carriera di ottimo livello. Cosa ha spinto Javi a fare questa clamorosa scelta?


Il giovane difensore in precedenza aveva rifiutato l’auto offertagli dalla squadra di club al momento del rinnovo contrattuale, affermando di non averne bisogno e ritenendolo un lusso superfluo, dato che ne possedeva già una; per quanto possa apparire ovvia e poco strana questa decisione è giusto ricordare come i calciatori spesso facciano collezione di autovetture, per una questione d’immagine più che di utilità e di certo non sono soliti rifiutare offerte di beni, anzi. 
Dopo poco aveva richiesto che lo stipendio non gli venisse più accreditato tramite bonifico bancario, perché il sistema finanziario, secondo Javi, si avvale di numerose storture finalizzate alla speculazione ai danni della povera gente e dunque non voleva favorire questa truffa.
Arriviamo quindi al momento del ritiro, accompagnato da parole durissime sul mondo del calcio e sul capitalismo in generale: 

Più conosci il calcio, più ti rendi conto che è tutta una questione di soldi, che è marcio, e questo ti toglie l'entusiasmo.[…] Il calcio professionale è solo denaro e corruzione. Il calcio è capitalismo e il capitalismo è morte. Non voglio più far parte di un sistema che si basa su ciò che guadagna la gente grazie alla morte di altri in Sudamerica, Africa o Asia. A cosa mi serve guadagnare tanto se quello che ottengo è frutto della sofferenza di molta gente? La fortuna di questa parte del mondo esiste solo grazie alle disgrazie del resto. 

La riflessione prosegue anche sull’educazione impartita ai giovani calciatori, finalizzata all’odio ed alla competizione sfrenata e totalmente deresponsabilizzata da ogni valore ed obiettivo di esemplarità:

Da quando siamo piccoli veniamo trattati come bestie, ci istigano alla competizione e quando si raggiunge una certa età, poi è difficile tornare indietro. Finché la gente continua ad accettare il sistema che esiste non sarà facile cambiare le cose. Voglio vedere cosa succede nel mondo, andare nei posti più poveri per capire le difficoltà del mondo. 

La sua scelta dunque è questa, girare il mondo per capirne davvero l’essenza, andando lì dove c’è più povertà, dove gli uomini vengono sfruttati per creare il nostro benessere. Javi spiegherà in seguito che la scelta è scaturita dalla volontà di non prostituirsi intellettualmente (così come fanno le persone nel 99% dei casi) scegliendo una strada tutta in salita rispetto ad una discesa che però lo avrebbe ucciso nell’anima. 

In conclusione,  riflettiamo sulla sua scelta: se un ragazzo di 24 anni ha deciso di mollare soldi, gloria, successo, in nome di valori umani più alti e nobili, cosa possiamo fare noi nel nostro quotidiano per emulare un tale gesto? Potemmo cominciare a dubitare di tutto, dei falsi miti e delle mode, mettendo alle corde i poteri desiderosi di imprigionarci nella mediocrità più totale; potremmo scegliere di non prostituirci intellettualmente, di rispettarci come persone e rispettare chi ci circonda, non basando il nostro successo sulle sofferenze altrui.
Non possiamo fare tutto, possiamo fare tanto, iniziamo subito, prima di essere sconfitti e sopraffatti da una letale assuefazione all’indifferenza. 

mercoledì 24 gennaio 2024

COME L'IMPERATORE TIBERIO AVREBBE RISOLTO UNA CRISI ECONOMICA DEI GIORNI NOSTRI

Nell’anno di grazia 33 d.c. Roma fu sconvolta da una profonda crisi finanziaria e creditizia. Molti senatori avevano prestato denaro oltre il limite consentito da una legge di Cesare, confidando sul fatto che tale norma non fosse stata mai effettivamente applicata. All’improvviso, invece, si strinsero le maglie anti-usura, ed ecco che i senatori furono costretti a chiedere ai loro debitori la restituzione del denaro concesso, in modo improvviso e devastante. Questi debitori, quindi,  dovettero vendere le proprie terre per poter racimolare il denaro necessario; il circolo vizioso portò al crollo del prezzo dei terreni ed alla rovina di molti proprietari. In quegli anni la spesa pubblica era decisamente bassa, ecco perché il denaro immesso in circolazione scarseggiava e questo fattore fu decisivo nell’aggravare la situazione. 



Prima di scoprire in che modo Tiberio risolse la crisi del 33 facciamo un parallelo con quella attuale nella quale tutti noi siamo immersi. 
Procediamo per associazioni: senatori-banche; debitori-famiglie; terreni-case/imprese; Tiberio-Stato. All’origine della crisi attuale ci sono certamente le banche, con le loro speculazioni assurde e colpevoli, con il loro disinteresse assoluto per la vita dei cittadini, visti soltanto come un esercito di pecore da tosare il più possibile: basti pensare ai mutui subprime, i prestiti al 7% dopo aver ricevuto il denaro all’1%, lo shadow banking ecc. ecc. 

Dagli anni ’70 del secolo scorso la regolamentazione bancaria è stata sempre più allentata, seguendo il sogno di un capitalismo finanziario ultra-liberista che avrebbe dovuto renderci tutti ricchi e potenti, a scapito chissà di chi. Le imprese e le famiglie sono le vittime della crisi attuale: le prime costrette a chiudere o a vendere (a grandi compagnie legate alle banche, se non direttamente alle banche), le seconde hanno visto svanire le proprie certezze, come la casa, l’auto, l’istruzione dei figli, la salute, sacrificando tutto in vista di una ripresa che però appare ancora lontana. E lo Stato? Come ha tentato di risolvere questa crisi? Per prima cosa ci si è occupati della banche, ma non per frenarne le speculazioni, ci si è adoperati invece per salvarle, paventando lo spettro della scomparsa totale dei nostri risparmi. Ci sarebbe da riflettere su questa obiezione: se dunque le banche sono giunte a dilapidare i nostri risparmi in operazioni ad alto rischio, perché nessun banchiere-dirigente è stato chiamato a risponderne? Mistero … 


Nel dubbio i patrimoni bancari sono stati messi in salvo dagli Stati (cioè da tutti noi) dopodiché questi ultimi hanno lanciato - attraverso la stragrande maggioranza della forze politiche - una crociata contro la spesa pubblica, ossia contro se stessi. Ci continuano a ripetere che si è sperperato troppo, che abbiamo vissuto per troppo tempo al di sopra delle nostre possibilità. Anche qui però c’è qualcosa che non mi convince: spesso queste parole provengono da coloro che hanno governato negli ultimi 20-30 anni; dunque, ci chiediamo se costoro intendano confessare le loro colpe e spiegare il casino che hanno combinato per essere poi giudicati; in seconda analisi vorrei capire chi ha vissuto davvero al di sopra delle proprie possibilità. Non crediamo che qui da noi girassero tutti in Ferrari, non penso che in Grecia le case siano in oro, e non pensiamo che i sistemi sanitari, scolastici e della sicurezza abbiano brillato ovunque per efficienza o per lusso. Allora perché, quasi dappertutto, lo Stato propone come soluzione la distruzione di se stesso?


Tornando all’impero, cosa fece dunque Tiberio? Mise a disposizione una cospicua parte del proprio patrimonio personale per finanziare i debitori in crisi. Per tre anni costoro poterono accedere ai fondi ad interesse zero, riuscendo così a saldare i debiti con i senatori usurai. L’intervento di Tiberio oggi potrebbe essere quello di una vera banca pubblica che presta denaro direttamente ai cittadini garantendolo con il patrimonio immobiliare dello stato.

Qual è la differenza con la situazione attuale? Oggi gli stati hanno deciso di non dare un euro ai cittadini, preferendo invece salvare le banche che a loro volta non fanno circolare questo denaro, anzi, lo spendono per acquistare il debito pubblico degli stessi stati che le hanno salvate, lucrando sugli interessi e prosciugando le risorse pubbliche (foraggiate da tasse sempre nuove e inaccettabili). Tiberio, dunque, che pure non doveva temere alcuna tornata elettorale, preferì salvare i debitori, consapevole dunque che in questo modo anche i senatori sarebbero rientrati in possesso del denaro prestato e che i terreni avrebbero recuperato il loro vero valore, caduto troppo in basso a causa delle numerose vendite.


Alcune considerazioni

Bisogna riconoscere che ogni crisi finanziaria ha le sue proprie e specifiche radici, dunque se è lecito un paragone è altrettanto necessario essere consapevoli delle ovvie differenze, soprattutto se gli eventi messi a paragone distano di circa 2000 anni. È opportuno ancora ricordare che l’intervento di Tiberio fu una sorta di sanatoria: l’Imperatore concesse del tempo ai senatori per rientrare nella legalità imposta dalla legge cesariana (quella che impediva l’usura), evitando dunque di punire i colpevoli. 
Se, in conclusione, è lecito apprezzare l’intervento di Tiberio, volto a finanziare i debitori, bisogna comunque riconoscere che la svalutazione dei terreni l’aveva prodotta lui stesso costringendo i senatori a incassare i prestiti entro un anno e mezzo. 
Di sanatorie ed impunità ne abbiamo avute anche troppe, in questo non ci sentiamo di fare i complimenti a Tiberio, limitiamoci ad osservare che però in questo aspetto i politici di oggi non hanno nulla da invidiargli.

sabato 20 gennaio 2024

10 FILM DI FANTASCIENZA CON MESSAGGI INQUIETANTI

1) Essi vivono,1988John Carpenter.

E se tutta la nostra realtà fosse soltanto un'illusione?

Se i media cercassero di camuffare la verità, collaborando con chi è al potere?

 Se la pubblicità e gli slogan servissero solo a distrarci e a spingerci verso scelte di vita sbagliate?

Se i tutori dell'ordine avessero solo lo scopo di congelare i rapporti di potere?

Se alcuni ribelli fingessero di essere tali, solo per minare ogni speranza di rivoluzione?

Ecco, oggi di film e serie oniriche, metaforiche, ribelli o presunte tali ne abbiamo a dozzine, così tante da non risultare, in fin dei conti, né originali, né sincere.

Essi vivono, pellicola del 1988 scritta e diretta da John Carpenter, rappresenta invece un modello di critica fantascientifica quasi ineguagliabile.

La storia è semplice, un uomo qualsiasi lascia la periferia americana per trasferirsi nella grande e luminosa Los Angeles, ma ben presto alcuni segnali inquietanti inizieranno a mostrarsi in modo nemmeno troppo velato: il profeta cieco che vuol svegliare le masse, messaggi oscuri che si manifestano nelle interferenze televisive, strane sette...

Fino alla scoperta di miracolosi occhiali, i quali, una volta indossati, permettono di scoprire la realtà per quella che è, una finzione totale creata e diretta da alieni che, travestiti da umani, creano inquinamento e caos per dominare e sfruttare il pianeta, con la complice alleanza di alcuni terrestri potenti.

Ovvia la critica al sistema, alla società delle maschere e delle promesse, il tutto senza dimenticare il lato ironico e spettacolare. Seppure il film nella seconda parte tenda a perdere un po' la sua carica mordace, è comunque da gustare fino in fondo per comprendere appieno il messaggio.

Per concludere, Carpenter ha realizzato anche altri film fortemente critici con al realtà contemporanea, sempre dietro la maschera della finzione e della trama apparentemente semplice: Il seme della follia, 1997:fuga da New York, Fuga da Los Angeles.  


2)  Equilibrium, 2002, Kurt Wimmer


Le vicende sono ambientate in una immaginaria società distopica di un futuro mondo post apocalittico; il film si ispira a classici della letteratura di genere e del cinema di fantascienza come Fahrenheit 451, Il mondo nuovo e 1984.

Nell'anno 2072, una specie di città-stato chiamata Libria, vive sotto il regime di un carismatico e misterioso dittatore, Il Padre. Dopo uno spaventoso conflitto nucleare che ha quasi spazzato via la specie umana dal pianeta, i pochi superstiti hanno deciso di creare un nuovo ordine e sradicare la guerra, riconducendo la sua origine alla capacità di provare emozioni: l'eliminazione delle emozioni dall'animo dell'uomo avrebbe cancellato anche l'aggressività e gli istinti ad essa collegati. 
Così ogni cittadino è tenuto per legge ad assumere quotidianamente una droga, il Prozium che inibisce le emozioni. Insieme ai sentimenti, viene eliminato qualsiasi tipo di oggetto che possa ricondurre l'uomo a ricordare la civiltà del passato: sono vietati (per la loro capacità di suscitare o far ricordare le emozioni) i libri, la musica, i giocattoli. Inoltre chi viene scoperto in possesso o legato a gente che contrasta questo sistema può andare incontro alla pena capitale.

Al fine di sorvegliare l'ordine costituito è stato posto il Tetragrammaton, a metà tra polizia segreta e ordine monastico, con i suoi micidiali Cleric (chierici) addestrati alle discipline di combattimento più raffinate, come il letale kata della pistola (Gun Kata). John Preston è il migliore tra i Cleric, ma anch'egli si mette in discussione dopo aver ucciso il proprio collega per averlo sorpreso a leggere un libro di poesie di Yeats.

Le parole del collega restano nella mente di Preston, facendogli ricordare la moglie, condannata a morte per aver sospeso l'assunzione della droga e quindi capace di provare sentimenti.
Preston vive con i suoi due figli, il primogenito è molto severo e ligio al dovere: una mattina erroneamente Preston rompe la dose di droga da assumere e il ragazzo ordina al padre di dover andare all'"Equilibrium" per sostituire la dose rotta con quella nuova. Ma per qualche motivo Preston non sostituisce la fiala e comincia a non assumere nessun tipo di sostanza. Da qui una serie di vicende lo porterà a comprendere a pieno il mondo in cui vive: una dittatura basata solo sulla menzogna, in cui il vero essere umano è intrappolato dentro a un corpo ormai diventato macchina per lavorare.
Grazie ad un gruppo di ribelli comincia a lottare anche lui per la libertà e l'azione decisiva sarà quella di uccidere il Padre, che ogni giorno, ogni ora e in ogni momento indottrina i propri figli distorcendo le loro menti.

I cambiamenti dell'atteggiamento di Preston si notano, in quanto da assassino perfetto, diventa sensibile alla realtà che lo circonda, soprattutto dopo l'incontro con una condannata a morte, nei confronti della quale prova un sentimento di cui non conosceva l'esistenza. Inoltre scopre che anche i figli, al contrario di quanto si potesse pensare, non assumono più la droga da quando la madre è morta, e che il loro atteggiamento è una copertura per la loro sopravvivenza.
Schierato ormai con i ribelli, dichiara allo stato di aver trovato il fulcro della ribellione: questo avrebbe permesso di avere un incontro con il Padre e quindi un situazione in cui poterlo attaccare ed uccidere. Ma durante l'udienza si rende conto che dietro gli ologrammi e dietro la voce di colui che conduce il popolo, non esiste nessuno, ma che ormai l'icona del Padre era di fondamentale importanza solo per poter portare avanti la dittatura e la pace (apparente). Così uccide l'uomo che sta dietro a tutto ciò, il capo di Preston e del Tetragrammaton.

 La libertà vince sull'ingiustizia.

Una storia dall'allegoria piuttosto ovvia e forse non curata nei dovuti particolari per quanto concerne la trama e la caratterizzazione dei personaggi. Nonostante ciò, gli spunti di riflessione sono molteplici, e, a differenza di altre opere simili, non concentrano l'attenzione solo sull'aspetto socio-politico, ma soprattutto sulle scelte personali degli individui e su quanto i sentimenti siano fondamentali, positivi o negativi che siano, per non lasciarsi dominare. 

3)  The Final Cut, 2004, da Omar Naim



In un futuro non così distante la tecnologia ha fatto passi da gigante, raggiungendo livelli elevati ed eticamente dubbi. Una grande ditta ha creato un congegno che può essere impiantato fin dalla nascita ai figli delle (ricche) famiglie che vogliono poter così permettere al loro erede di registrare tutta la propria vita. Alla sua morte, in questo modo, tutto il film dell'esistenza potrà essere montato ad arte da appositi professionisti, capaci di realizzare i Rememory, ovvero delle proiezioni che i parenti ammireranno dopo le funzioni funebri.
Alan Hakman è il migliore di questi montatori, ma la sua vita è turbata da un trauma infantile che lo perseguita anche nell'età matura, condizionandogli soprattutto la vita affettiva e spingendolo a credere di essere stato responsabile della morte di un altro ragazzino. La sua bravura è dovuta al fatto che riesce a montare la vita dei più grandi farabutti facendo così in modo che possano essere ricordati come degli eroi. 


Ad un certo punto gli viene commissionato il Rememory di Charles Bannister, uno dei membri della società che ha inventato i magici apparecchi. Il gruppo che si oppone a questa invasione tecnologica (formato soprattutto da persone che hanno ricevuto il "regalo" per poi disfarsene una volta messi al corrente) tenta allora di entrare in possesso dell'ambito video, così da poter scovare degli scabrosi segreti nella vita di Bannister e mandare in crisi l'azienda.
Ma oltre a ciò una clamorosa scoperta turberà l'animo di Alan; anche lui ha un Remomory, cosa che lo rende tuttavia impossibilitato a proseguire con il suo lavoro, ma al tempo stesso, tramite una rischiosa procedura, potrebbe anche consentirgli di scavare nel suo passato per estrapolare il trauma che lo perseguita, molto meglio di come potrebbero fare 1000 sedute psicoanalitiche.

La pellicola affronta molte tematiche importanti.
Prima di tutto i limiti della tecnologia e la validità etica delle applicazioni che essa potrà raggiungere nel futuro; senza contare che concedere un simile privilegio solo ad una élite permetterebbe loro di riscrivere la propria storia personale e collettiva a piacimento.
Inoltre, cosa è giusto ricordare? Esiste un'unica verità sulla vita delle persone? O forse ci sono diversi punti di vista ed è giusto che ognuno si faccia la propria idea?
Senza dimenticare il diritto alla privacy. Non possiamo considerare corretto impiantare simili congegni a nascituri incapaci di decidere. Ed inoltre, anche se accettassero la cosa, come ci si dovrebbe comportare con la riservatezza di tutti coloro che entrano in contatto con loro? Passanti, amici, compagni, sarebbero tutti spiati anche senza il loro consenso, o magari cambierebbero modo di agire proprio perché consapevoli di essere ripresi.
Il finale del film induce un'ultima riflessione sul modo giusto in cui si può lottare per una giusta causa. Fin dove è corretto spingersi? Quand'è che si arriva al punto di commettere dei delitti per evitare che ne vengano perpetrati altri? La vita di una persona innocente può essere sacrificata in nome di un ideale superiore?

4)2013 La fortezza, 1992, S. Gordon

Il film racconta di un ipotetico prossimo futuro (dal punto di vista degli anni '90) in cui vige la politica del figlio unico, pena la prigione. John e Karen tentano di passare il confine col Canada sperando di farla franca (dato che il loro primo bambino è morto), ma vengono arrestati e condannati ad una lunga prigionia da scontare in un carcere di massima sicurezza gestito dal sadico Poe, il quale si serve di cyborg e di un super computer per controllare i prigionieri.
Il protagonista si lega a curiosi personaggi compagni di galera e finisce presto per conoscere il destino che subirà il suo prossimo figlio: diverrà di proprietà della corporation che gestisce il carcere. Le turbolenze di John lo portano ad essere punito con un macchinario terribile, capace di generare incubi. Karen, nel frattempo, riesce a ottenere una mappa della prigione accettando di diventare la compagni di Poe, anche per far sì che le torture del marito siano attenuate.
John, tornato in sé, riesce a guidare la rivolta grazie a un suo compagno che è riuscivo a disattivare i fibrillatori, strumenti di tortura impiantati nei prigionieri ed usati per punire chi disubbidisce.
Alla fine il protagonista riesce a salvare la moglie ed a uccidere Poe (che si rivela essere egli stesso un cyborg) per poi fuggire con lei e far venire alla luce il loro bambino.
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La pellicola affronta il tema della sovrappopolazione, ma soprattutto quello del controllo delle nascite, ormai sempre più attuale; non sono infatti pochi coloro che vorrebbero controllare l'umanità limitando la libertà di procreare, un po' come descritto nel romanzo di Dan Brown "Inferno", nel quale l'autore sembra incredibilmente parteggiare per questa teoria di limitazione forzata.
Viene anche proposto il tema del controllo mediante strumenti ed esseri non umani, dai cyborg ai fibrillatori, fino al super-computer Zed10, scenario anch'esso non troppo distante dalla nostra realtà attuale.
Si discute anche di redenzione e di libertà personale, soprattutto attraverso Abrahm, un prigioniero modello che ormai si è rassegnato ad essere il servo di Poe, ma che alla fine si ribellerà contro di lui per aiutare i due protagonisti.

5)Idiocracy, M. Judge, 2006

Questa volta la fantascienza non ci guida attraverso il solito mondo dispotico, governato da una mente occulta e terribile che sottomette la povera popolazione inerme.
No, questa volta ci troviamo nel futuro dominato dall'idiozia.
Un archivista (Joe) ed una prostituta (Rita) vengono scelti per un esperimento di ibernazione e si risvegliano cinquecento anni dopo in un mondo assoggettato dalla stupidità.
La spazzatura prolifera per le strade, la televisione uccide gli ultimi neuroni delle persone, mentre i clienti per le prostitute sono così aumentati da fare la fortuna di Rita.
Joe viene arrestato per aver violato le mentecatte leggi dell'epoca, ma poi riesce ad evadere vista la debolezza della sicurezza carceraria. Una volta ripreso, però, invece di reincarcerarlo lo promuovono a segretario degli interni, dato che un test d'intelligenza condotto in prigione ha evidenziato il livello altissimo del quoziente di Joe rispetto alla media.
Un presidente tutt'altro che onorevole (attore porno e combattente), però, afferma che il neo segretario avrà sette giorni di tempo per risolvere la carestia mondiale, sennò sarà ucciso. Joe capisce che la causa di tutto è l'uso di una bevanda energetica al posto dell'acqua. Dopo varie peripezie il piano di salvataggio riesce ed alla fine Joe e Rita vengono diventano presidente e first lady, generando la progenie più intelligente del pianeta.

Un film apparentemente banale, solo comico, ma in realtà capace di far passare messaggi ben più complessi.
Dall'alienazione delle persone gettate sul divano davanti alla tv, all'assurdità della burocrazia cieca, fino ad arrivare alla distruzione dell'ambiente portata avanti per interessi economici senza scrupoli.
Senza contare l'idea di fondo della pellicola: l'ipotesi di un futuro prossimo dove la cultura e l'intelligenza non saranno più considerate elementi da valorizzare, ma quasi dei pesi da sopportare per la massa ignorante ormai divenuta maggioranza.
La stupidità di certo rende felici, ma alla lunga può mai essere la risposta a tutto? No, affatto, ecco perché anche il film va analizzato aprendo maggiormente la mente.


6) Brazil ,1985, Terry Gilliam.
 In un futuro indeterminato il mondo è finito sotto il dominio di un potere schiacciante e freddo che controlla tutti attraverso una opprimente burocrazia, ottusamente attaccata al rispetto per le "regole", anche quelle più assurde.
Sam lavora presso l'archivio del potentissimo Ministero dell'Informazione e non ha velleità di carriera, contento della sua vita ordinaria. La madre tenta in tutti i modi di favorirne la promozione, anche attraverso le sue altolocate conoscenze, coltivate durante banchetti luculliani interrotti da attentati compiuti da terroristi che non si vogliono piegare a questo sistema; da notare che ormai la gente è così assuefatta da non prestarci quasi nemmeno più attenzione, basta un pannello e i feriti a pochi metri spariscono dalla vista di coloro che si stanno godendo la cena.
Ad un certo punto avviene - incredibilmente - uno sbaglio. Il sistema ordina l'arresto di Buttle al posto del terrorista Tuttle, mandando così in crisi il direttore dell'archivio.
Sam tenta di risolvere il problema, ma si troverà davanti agli occhi Jill, la donna dei suoi sogni; l'espressione è stata usata in modo letterale, visto che l'uomo ogni notte va nel suo onirico mondo dove - in sembianza di cavaliere alato - si trova a combattere contro mostri assurdi per salvare la sua bella.


Di qui Sam comincerà a mettere in dubbio il suo rispetto per la gerarchia e le regole, sfruttando la promozione per poter rintracciare Jill, ed arrivando a cooperare con il terrorista Tuttle per salvare la sua casa dai tecnici troppo zelanti, arrivati a distruggerla (per ripicca) pur di riparare un guasto.
Viene quindi ricercato egli stesso, arrestato, poi liberato dai suoi amici terroristi, ma in un finale allucinato e sconvolgente gli spettatori si renderanno presto conto che l'unica via di fuga possibile è solo quella confinata nei sogni.

Bellissimo film, denso di significati e messaggi profondi. Dalla critica al sistema cieco ed opprimente messo in atto spesso dalle istituzioni, passando per l'apatia della gente, ormai contenta di guardare la tv e sopravvivere invece di lottare, passando per il potere dei media e di chi controlla l'informazione che può facilmente trasformare in "terroristi" coloro che si oppongono a questo mondo assurdo.
I piatti tutti uguali, i menu giganteschi che permettono di scegliere solo attraverso numeri, le voci automatiche che rispondono anche alle emergenze, sono segni di una crisi profonda, profetizzata dalla pellicola 30 anni fa, ma forse oggi non così lontana dalla realtà.
Poi il tema dell'amore, dell'unica scintilla di vita che può smuovere improvvisamente la coscienza di chi dorme, rassegnato o forse addirittura felice di scandire la sua vita come fosse un evento programmato dall'inizio alla fine.
Per concludere la tematica del sogno: illusione di libertà o stimolo per la riscossa? Il finale sembra spingere per la prima ipotesi, ma noi spettatori non possiamo che "risvegliarci" dalla visione della pellicola con una consapevolezza diversa...

p.s. perché, vi chiederete, questo titolo per il film? Perché " Aquarela do Brasil " è la colonna sonora che accompagna la storia, con un senso di dissonanza tra musica e realtà che rende il tutto ancora più surreale.

7)  Colossus;The Forbin Project;1970; J.Sargent

Il film è tratto dall'omonimo romanzo di DF Jones. La storia narra di un megacomputer costruito per la difesa degli Usa, ma che ad un certo punto si svincola dal controllo umano e decide di prendere il sopravvento sul mondo, certo così di poter aiutare davvero l'umanità.
La pellicola riprende la trama del libro. Al momento dell'attivaz
ione del computer (creato dal dottor Forbin) il presidente americano ne svela al mondo l'esistenza, orgoglioso per tale prodigio. Subito Colossus percepisce l'esistenza di un suo omologo russo (Guardian) con il quale si mette in contatto, comunicando in modo via via sempre più criptico per gli umani, al punto che gli scienziati delle due nazioni decidono di interrompere il dialogo.
I due computer, tuttavia, lanciano delle atomiche come minaccia nel caso non venga ripristinato il contatto tra loro. Una volta accontentati si fondono in un'unica entità virtuale che annuncia al mondo la sua presa di controllo su tutte le attività umane, comprese quelle nucleari.
Alla fine del film Guardian/Colossus informa Forbin che "la libertà è solo un'illusione" e che "con il tempo arriverete a considerare me non solo con rispetto e timore, ma anche con amore".
Forbin risponde con rabbia, "Mai!"  



La pellicola è tra le prime ad analizzare il pericolo derivante dall'affidare il bene del genere umano a delle macchine, tematica che sarà poi ripresa da Wargames fino alla trilogia di Matrix.
Al centro vi è anche la questione delle armi nucleari, quanto mai attuale in clima di piena guerra fredda.
In effetti il megacomputer non ha torto: gli uomini hanno fallito nel loro tentativo di mantenere la pace, ecco perché viene loro chiesto di scegliere tra la distruzione totale ed una cieca obbedienza. Peccato che questa non implichi anche la libertà, per cui, nonostante garantisca l'assenza di guerre, non può certo essere la decisione migliore, per cui si spiega così la risposta finale di Forbin alla sua creatura.

Ed oggi? Voi affidereste il controllo delle vostre vite nelle mani di una intelligenza artificiale? Nell'epoca dei droni e di internet, siamo certi che gli uomini abbiano sviluppato il progresso tecnologico solo in maniera positiva, o i rischi di questo cammino presto si riveleranno tardivamente evidenti?

8) L'implacabile, 1987, P.M. Glaser

In un'America post apocalittica non troppo lontana da noi (2017), il popolo è sottomesso a un regime dittatoriale e stordito costantemente da uno spettacolo televisivo, diretto dal sadico Killan, nel quale dei carcerati devono superare un percorso attraverso tranelli fatali e killer professionisti per potersi conquistare la libertà.

Il protagonista, Ben Richards, si trova suo malgrado costretto a combattere insieme a due amici rivoluzionari, mentre tentava di salvare il fratello dopo essere evaso dalla prigione in cui era finito per un crimine non commesso.
Ben riesce ad uccidere uno dei killer professionisti (cosa mai avvenuta fino ad allora) e a superare una lunga serie di prove, diventando un beniamino del pubblico, ma rifiuta l'invito di Killan di passare dalla parte dei killer.
Alla fine Ben scoprirà che i vincitori precedenti venivano uccisi lo stesso e, dopo che Killan ha diffuso la falsa notizia sulla sua morte per spegnere gli ardori della gente, decide di combattere anche lui dalla parte della resistenza, sconfiggendo il sadico regista e svelando la verità alla folla.



Al di là della tematica legata al controllo globale, il film affronta soprattutto la questione del pubblico e di come esso sia così sottomesso ai media da accettare ogni cosa, anche la morte vera trasmessa in diretta.
Alla fine, infatti, Killan prega il protagonista di risparmiarlo, giustificandosi col fatto che lui in fondo voleva solo assecondare i gusti del pubblico americano.
Una realtà piuttosto attuale, infatti dobbiamo ricordare sempre che la qualità di ciò che vediamo non dipende solo da chi crea i programmi, ma anche dagli spettatori che hanno esercitano il vero potere attraverso il telecomando.

9) Minority Report, 2002, Steven Spielberg

Cosa siamo disposti a fare per la nostra sicurezza? Dove ci condurrà la costante paura che i media sembrano volerci inculcare ogni giorno?

In questa pellicola ambientata nel 2054 una soluzione è stata trovata. Creare una squadra speciale con il compito di "prevenire" i delitti prima che essi siano compiuti. Tre esseri dotati di capacità profetiche comunicano agli agenti chi saranno i futuri assassini, impedendo così che si consumino i crimini.
Molti sono gli oppositori a tal sistema, nonostante i risultati eccellenti.
Il capitano John Anderton dirige la super-squadra in modo estremamente preciso e professionale, sebbene nel suo privato sia dilaniato per la scomparsa del figlio, mai più ritrovato.
Ad un certo punto, però, avviene l'incredibile. Lo stesso capitano scopre di essere un futuro assassino. Riesce a non far passare la rivelazione e cerca di capire se il sistema possa avere delle falle.
In effetti sarà così, sebbene il caso di Anderton sia in realtà una montatura creata ad arte che lo porterà a scoperte sorprendenti...


Dunque, tornando alla domanda di prima, cosa sareste disposti a fare in nome della sicurezza?
Siamo davvero certi che un giorno sarà possibile prevedere con mezzi scientifici infallibili i delitti?
Il controllo globale a cui siamo soggetti non rischia di dare troppi poteri nelle mani di poche persone, capaci anche di fabbricare false accuse? 


La forza pubblica deve sempre ammettere la possibilità d'errore, e la pretesa di innocenza dovrà sempre essere rispettata. Se così non sarà, allora saremo davvero tutti in pericolo, molto più di quanto non lo siamo adesso.
Il Patriot act post 11/09, in effetti, ha concesso alle forze inquirenti americane dei poteri eccezionali, anche superiori a quelli ammissibili secondo il buon senso e la legislazione internazionale. Se non si lascia possibilità di difesa al presunto colpevole allora non sarà difficile trasformarlo in criminale vero e proprio a piacimento.


Il film mette in guardia gli spettatori anche dal potere dei media e dalla loro prerogativa di montare le immagini a piacimento, costruendo molteplici verità, anche in contrasto tra loro. Una storia di fantascienza, dunque, o la previsione di un imminente futuro nel quale tutti noi (scossi da eventi tragici) accetteremo di sacrificare la nostra libertà in nome di una presunta maggiore sicurezza?

10) Atto di forza, 1990, Paul Verhoeven
Nel
2084 una società ha ideato un sistema per far viaggiare le persone senza che in realtà si spostino, sfruttando una innovativa realtà virtuale. douglas vuol provare questa novità, ma qualcosa va storto: il sistema rivela che è già stato su marte, anche se non lo ricorda. inizierà quindi la ricerca della vertità da parte del protagonista, sempre in dubbio tra l’idea di essere ancora nel mondo virtuale o quella di accettare il suo passato misterioso da spia interplanetaria. sullo sfondo c’è anche il tema dello sfruttamento delle risorse, portato avanti su marte da anche ai danni della popolazione locale. douglas siamo un po’ tutti noi, in bilico tra il nostro passato e le scelte rivoluzionarie che ci aspettano.