sabato 8 novembre 2025

LO ZODIACO nella tradizione massonica e religiosa

 Origini antiche: il cielo come mappa del divino

Fin dai tempi più remoti, l’uomo ha rivolto lo sguardo al cielo non solo per orientarsi nello spazio e nel tempo, ma anche per decifrare il mistero dell’esistenza.
Lo zodiaco, letteralmente “circolo degli animali”, nasce come rappresentazione simbolica del moto apparente del Sole lungo l’eclittica, dunque suddiviso in dodici costellazioni.
Queste figure non erano soltanto riferimenti astronomici, ma archetipi che collegavano il mondo terreno all’ordine cosmico: ogni segno rifletteva una forza, un temperamento, una legge universale.

È da questo intreccio di astronomia e spiritualità che la simbologia zodiacale si diffuse nelle grandi civiltà mediterranee: in Mesopotamia, in Egitto, nel mondo greco-romano, e infine nelle tradizioni ebraiche e cristiane.


 Lo Zodiaco nella Massoneria: il tempio come immagine del cosmo

Nel simbolismo massonico, lo zodiaco assume un significato di particolare rilievo.
Le volte stellate delle logge non hanno solo una funzione ornamentale, ma rappresentano l’universo ordinato, il “macrocosmo” in cui ogni uomo (il “microcosmo”) trova la propria posizione.

Ogni segno, dunque, non è solo un simbolo astrologico, ma un archetipo morale:

  • l’Ariete, l’impulso e l’inizio;

  • il Toro, la forza e la perseveranza;

  • i Gemelli, la dualità e la comunicazione;

  • fino ai Pesci, simbolo di spiritualità e sacrificio.

La disposizione zodiacale nelle logge richiama il viaggio iniziatico del massone, che attraversa le fasi dell’esistenza in un processo di conoscenza e perfezionamento.
La volta celeste è un richiamo costante all’ordine universale, alla legge armonica che regge il cosmo e che il massone, attraverso la sua opera, tenta di rispecchiare nella costruzione interiore del “Tempio dell’Uomo”.


L’eredità ebraico-cristiana: tra condanna e assimilazione

Il mondo giudeo-cristiano, pur condannando l’astrologia come pratica divinatoria, non riuscì a sottrarsi al fascino dello zodiaco.
L’ebraismo antico, influenzato dalla cultura babilonese e greca, integrò le costellazioni e i segni zodiacali nelle proprie rappresentazioni simboliche del tempo:
nella sinagoga di Beit Alpha (VI secolo d.C.), ad esempio, appare una ruota zodiacale con al centro il dio del Sole, (Helios) un’immagine sorprendente per un edificio religioso ebraico.

Analogamente, il cristianesimo fece dello zodiaco uno strumento iconografico, usato per rappresentare il ritmo delle stagioni e i lavori agricoli del calendario liturgico.
Così, nelle cattedrali medievali  i segni zodiacali compaiono accanto ai mesi dell’anno, in un perfetto equilibrio tra sacro e cosmico.


Dall’Islam alla Rinascita: il ritorno dell’astrologia

Con la fine del Medioevo, le conoscenze astronomiche e astrologiche giunte dal mondo islamico si fusero con la rinascita dell’interesse per l’antichità classica.
Gli astrologi arabi avevano conservato e ampliato i testi greci di Tolomeo e di Aristotele, e la loro diffusione in Europa portò a un rinnovato culto del cielo.

Durante il Rinascimento, lo zodiaco tornò a essere un linguaggio simbolico universale, studiato da filosofi, artisti e scienziati.
Le corti italiane, come quella di Cosimo de’ Medici o dei Gonzaga, commissionavano affreschi zodiacali nei palazzi e negli studioli: il cielo diventava specchio del potere, del destino, della conoscenza.

L’immagine dello “uomo zodiacale”, che associa ogni parte del corpo umano a un segno celeste, sintetizzava l’idea rinascimentale dell’unità tra microcosmo e macrocosmo; la stessa che sopravvive, in forma simbolica, nella filosofia massonica.


 Simbolo universale di ordine e mutamento

Che lo si interpreti come sistema di forze cosmiche, come allegoria morale o come calendario della vita, lo zodiaco rimane uno dei codici più longevi dell’immaginario umano.
Nella Massoneria rappresenta il percorso dell’iniziato verso la luce.
Nel cristianesimo e nell’ebraismo diventa il ritmo sacro della creazione.
Nell’arte rinascimentale, è il ponte tra scienza e magia.

In ogni epoca, guardando le stelle, l’uomo ha cercato di leggere se stesso.
E forse è proprio questo il messaggio nascosto dietro i dodici segni:
che il cosmo e l’anima sono due mappe della stessa, infinita, costruzione.