sabato 17 agosto 2024

I PADRONI DEL MONDO

In questi tempi di crisi sempre più spesso sentiamo parlare di aziende che falliscono, imprese sul lastrico, miliardi “bruciati” in borsa, debiti inestinguibili. 
Dal punto di vista della gente comune comprendere i meccanismi di tutto ciò è complicato, non si intravede una via d’uscita. Ci sentiamo come nelle sabbie mobili, ogni sforzo ci spinge sempre più verso il fondo.  Sfiduciati e preoccupati ci interroghiamo continuamente su come salvarci ed i politici propongono ogni giorno mille soluzioni per placare la nostra sete di speranza; furbi, i politici, sanno bene che nella condizione di stordimento attuale viene meno ogni lucidità d’analisi e, a cospetto dei molti che cercano una via di fuga, sono pochi coloro che si pongono la fondamentale domanda: “come siamo giunti a questo punto?” 
Questione affatto oziosa e superflua. La risposta a questo interrogativo non è funzionale soltanto alla soddisfazione di una morbosa curiosità, ma ci permette di affrontare davvero il problema: comprendere come è nata questa crisi ci consentirà di non caderne in una nuova; trovare i responsabili ci libererà dal peso opprimente di un destino cieco e ineludibile; individuare chi ci sta guadagnando è il passo fondamentale per avviare qualsiasi opera di ridistribuzione e risanamento.

Da qualsiasi punto di vista vogliamo analizzare il problema ci troviamo dinnanzi un dato certo e indiscutibile: il sistema è crollato per un eccesso di fiducia accordato all'iniziativa privata, ma, nonostante ciò, tutte le cure attualmente in atto sono basate su ulteriori privatizzazioni; mentre, per quanto concerne il bene pubblico, si parla soltanto di vendite o tagli. Eppure non penso che noi cittadini siamo stati abituati così bene negli ultimi decenni. Non credo che possiamo dirci pienamente soddisfatti della sanità, dell’istruzione, dei trasporti, della sicurezza, ma comunque ci viene costantemente ripetuto il ritornello secondo il quale avremmo vissuto "al di sopra delle nostre possibilità". Partendo da questa considerazione la soluzione proposta è sempre la stessa: vendere ai privati, dare in gestione ai privati, assorbire i metodi delle aziende private, far entrare i privati nel pubblico.
Ma chi sono questi privati? Chi beneficia di tutto ciò? Secondo la versione ufficiale siamo noi. Ognuno di noi può - attraverso una istruzione adeguata e i capitali giusti - costruire la propria fortuna e ritagliarsi il proprio spazio nel mercato globale.

Certo, se consideriamo che l’istruzione si sta spostando sempre di più nei mani dei privati e che i capitali sono a disposizione soltanto di pochi e concessi a discrezione di altri privati ( le banche), allora incominciamo a renderci conto che il vero liberismo non esiste. Già è difficile stare dietro ai conflitti di interesse più nascosti (come ad esempio quelli riguardanti istituti di credito o personalità della finanza che siedono in consigli di amministrazione teoricamente concorrenti), figuriamoci cosa può accadere se lo stato, teorico controllore, viene meno a questo suo ruolo perché succube o complice di tali interessi.
Secondo i cosiddetti “complottisti” alcune organizzazioni internazionali fingono di voler agevolare la libera iniziativa privata in contesto globale, mentre in realtà mirano a concentrare il potere nelle mani di una élite avida e quasi invisibile. Dopo una breve discrezioni di questi gruppi proporremo le nostre conclusioni.


SIMBOLO DEL BILDERBERG
SIMBOLO DEL BILDERBERG
Il GruppoBilderberg è stato fondato nel 1954 e prende il nome da un hotel di Oosterbeck, paesino olandese sede del terzo incontro. Il gruppo fu istituito per agevolare i rapporti economici tra Europa e Stati Uniti, mentre nel contempo si sviluppava l’integrazione anche a livello militare e culturale attraverso altre organizzazioni. Tra i promotori ricordiamo il politico polacco Retinger, il principe belga Bernhard de Lippe e Walter Smith (allora capo della CIA). 
Alle riunioni partecipano da sempre politici liberali e conservatori (ma non sono mancati leader di sinistra), economisti, industriali, proprietari di mezzi di comunicazione; tra le personalità più note ricordiamo Clinton, Powell, Kissinger, David Rockefeller, Blair, Thatcher, la regina Beatrice d’Olanda, re Juan Carlos, Monti, Giovanni Agnelli, Umberto Agnelli, Murdoche tanti altri. Le riunioni sono protette da un severissimo sistema di sicurezza e gli invitati sono mantenuti segreti fino all’ultimo, così come il luogo in cui si terrà l’incontro; c’è da notare, inoltre, che le forze di sicurezza pubbliche dei paesi in cui si svolgono i meeting sono piuttosto sollecite nel reprimere ogni tentativo di indagine da parte di media indipendenti. Non vengono diffusi i verbali delle riunioni e non si sa che tipo di accordi vengano presi, è difficile anche comprendere quanto siano considerate vincolanti le decisioni stabilite all’interno del gruppo. 
Al di là di ogni ipotesi o teoria c’è da dire che incontri tra personalità così potenti lasciano quantomeno sospetti, se non altro per la presenza contemporanea di politici e impresari privati: spesso personalità della finanza sono entrate poi nel mondo delle istituzioni pubbliche, così come numerosi politici (soprattutto a fine carriera) entrano in gruppi privati spesso con generici incarichi di consulenza. Alcuni partecipanti hanno “tranquillizzato” la società, dichiarando che non ci sono intenti cospiratori nel gruppo, al suo interno non si farebbe altro che discutere in maniera informale su varie questioni senza dover subire le pressioni dell’opinione pubblica. Ma il dubbio ci resta...

La CommissioneTrilaterale è un think tank fondato nel 1973 dal presidente della Chase Manhattan Bank, David Rokefeller, insieme al politico Kissinger e al professore Brezinski. Il nome deriva dalla presenza nell'organizzazione di personalità provenienti da Europa, Nord America e Asia.  Dalla homepage del sito ecco la professione d’intenti della Commissione:
SIMBOLO DELLA COMMISSIONE TRILATERALE
SIMBOLO DELLA COMMISSIONE TRILATERALE
 La Commissione Trilaterale è un’associazione privata, fondata nel 1973 da un gruppo di cittadini Nord Americani, Europei e Giapponesi con la finalità di offrire ai soci un forum permanente di dibattito per approfondire i grandi temi comuni alle tre aree interessate, diffondere l’abitudine a lavorare insieme per migliorarne la comprensione e fornire contributi intellettuali utili alla soluzione dei problemi affrontati. Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione Trilaterale ha seguito fin dall’inizio tre principi di fondo: lavorare su un piano di parità, riconoscere l’importanza degli organismi multilaterali ed evitare azioni unilaterali.

Pare caratterizzarsi, dunque, come una estensione territoriale del Bilberberg ed in effetti i fondatori sono tutti dirigenti del medesimo Gruppo B. La Commissione, tuttavia, a differenza del G.B., si caratterizza per una maggiore esposizione: l’elenco dei membri è reso noto annualmente e coloro che raggiungono cariche pubbliche abbandonano il gruppo. Oltre a temi economici la Commissione ha obiettivi anche politici e sociali:
Fra i temi oggetto di studio, tutti in anticipo sulla loro realizzazione, possiamo ricordare: l’istituzionalizzazione dei Summit fra i paesi più industrializzati, la crescita del Giappone come potenza di responsabilità globale, il concetto di indivisibilità della sicurezza, la diffusione nel mondo della democrazia come forma di governo (vedi in America Latina negli anni ’70-80 e, dal 1989, nei paesi ex-comunisti), lo sviluppo della tecnologia info-telematica (ITC), l’amplificarsi del fenomeno della globalizzazione e la crescita delle economie asiatiche.
Secondo le già citate teorie cospirative la Trilaterale sarebbe un vero e proprio governo mondiale in cui vengono prese decisioni che influenzano il mondo sotto tutti i punti di vista. Di certo è innegabile che la presenza di membri del Bildenberg e dei gruppi che tratteremo a breve rende la società quanto meno sospetta. L’autoesclusione di coloro che raggiungono cariche pubbliche, ad esempio, non offre alcuna certezza sull’indipendenza del loro operato; la partecipazione, inoltre, avviene soltanto su inviti, quindi il mancato ingresso di una personalità può probabilmente influire sulla sua futura carriera, viceversa la sua accettazione può essere finalizzata all’integrazione e, quindi, ad una sorta di controllo.
p.s. lo stesso simbolo della Trilaterale è stato visto da molti teorici del complotto come un richiamo al numero 6 ripetuto tre volte, o alla spirale mistica. 

Il Councilon Foreign Relations è una associazione privata fondata nel 1921, composta da dirigenti d’azienda, finanzieri,  professori, giornalisti, leader religiosi e politici (tutti i membri sono convocati su invito e appartengono esclusivamente agli Usa). Il gruppo è stato ideato  durante i difficili negoziati successivi alla Prima guerra mondiale; si ritenne opportuno, infatti, mantenere alto il livello di preparazione dei diplomatici americani e sviluppare le relazioni internazionali con il resto del mondo. Secondo il suo sito il Cfr ha diversi obiettivi: sviluppare le competenze delle prossime generazioni nel campo delle relazioni internazionali; dibattere sui principali avvenimenti di valenza mondiale; approfondire la ricerca indipendente sui principali temi di politica estera. Il Cfr è stato fondato dal colonnello House(consigliere del presidente Wilson), dal premio Nobel per la pace E. Root e altre personalità americane (difficili da rintracciare nel suddetto sito). Attualmente l’associazione è guidata da David Rockefeller e Peter Peterson (ex membro del governo Nixon) mentre gli altri componenti si dividono tra personalità americane e aziende private che sottoscrivono dei finanziamenti al Cfr ricevendo in cambio la possibilità di usufruire dei numerosi contatti del Consiglio. Tra le aziende ricordiamo l’American Express, la BoeingCoca ColaFord,Goldman SachsIBMJP Morgan ChaseNike ecc. ecc., ma in linea di massima ci sono rappresentanti di tutto il mondo della finanza, dell’industria, dell’economia. I teorici della cospirazione sono divisi sul ruolo del Cfr: alcuni sostengono che esso sia il Ministero della Guerra dell’ipotetico governo mondiale segreto; altri si concentrano sulle personalità appartenenti al mondo dei media e considerano il Consiglio uno strumento di disinformazione di massa; altri ancora sono dell’idea che il Cfr si sia indebolito durante la guerra del Vietnam in seguito alle polemiche sorte dopo la scelta di affidare il timone dell’associazione a W. Bundy, sostenitore e promotore del conflitto, considerato perciò poco adatto a guidare un Consiglio teoricamente non schierato. La Trilaterale sarebbe nata proprio da questa crisi, come tentativo di allontanare pressioni e critiche dal Cfr. Dal nostro punto di vista, consideriamo quantomeno curioso che aziende commerciali finanzino una associazione che si occupa di politica estera. Sorprende, inoltre, scoprire che esponenti del partito Democratico Repubblicano facciano parte di uno stesso gruppo: se hanno le stesse idee, infatti, tanto vale che costituiscano un solo partito, mentre se le loro visioni della politica estera sono differenti devono confrontarsi nelle istituzioni pubbliche, di certo non in seno ad una organizzazione dipendente da finanziamenti privati. Fa sorridere, ancora, leggere tra le Faq del loro sito la domanda “Il Cfr fa parte del governo degli Stati Uniti, delle Nazioni Unite o di organizzazioni come la Commissione Trilaterale?”. Mi fa sorridere perché non c’è dubbio che ne sia estraneo da un punto di vista formale, tuttavia non si può ignorare che de facto alti rappresentanti di queste istituzioni (due della quali pubbliche) si formino e appartengano alla loro società. In particolare è curioso che sia esclusa una parentela proprio con la Commissione Trilaterale, dato che molti dei membri del Cfr appartengono al “lato” Nord-americano della Commissione, senza contare che David Rokefeller occupa i gradi più alti in entrambi i gruppi. Secondo alcune fonti, inoltre, molte aziende ufficialmente iscritte del Cfr finanziano anche la Trilaterale.

SIMBOLO R.I.I.A.
SIMBOLO R.I.I.A.
Complementare al Council of Foreign Affairs è il Royal Institute of International Affairsorganizzazione no profit con sede a Londra fondata nel 1920 in parallelo con il Cfr. L’Istituto studia i principali problemi internazionali con il fine di evitare future guerre, ma si occupa anche di energia e ambiente, economia internazionale, studi regionali e sulla sicurezza, diritto internazionale. Anche se il RIIA è una associazione non segreta e spesso viene utilizzata come fonte da parte di importanti giornali e televisioni, c’è da notare che molti incontri avvengono in via riservata e seguendo la “regola di Chatham House” secondo la quale i partecipanti ad un dibattito o ad una conferenza possono divulgarne i risultati al mondo esterno, ma senza rendere noto il nome dell’oratore o degli altri partecipanti. Il RIIA conta tra le sue fila numerosi politici inglesi presenti e passati (e di certo anche futuri) agendo così in perfetto parallelismo con i “fratelli” del Cfr. I membri del Council sono numerosi e vari: banche, quotidiani, televisioni, società energetiche, compagnie telefonicheassicurazioni, industrie del tabacco, agenzie governative, ministeri della Difesa e così via. I complottisti muovono al RIIA le stesse accuse rivolte al Cfr, ma la famiglia cardine della società inglese è individuata in quella degli Astor, anche se ritornano pure qui i nomi Rokefeller Rothshild. Anche in questo caso c’è qualcosa di strano: aziende petrolifere e nucleari che si occupano di ambiente; le solite banche e società private mescolate con rappresentati del potere politico; interessi internazionali dipendenti da scopi privati. Tornando alla “regola di Chatham House”, sorprende che nelle Faq si specifichi che tale segretezza è utilizzata anche dai membri dei “governi locali”; non siamo così ingenui da pensare che non ci siano segreti a livello governativo, ma comprenderemmo se tale riserbo fosse usato all’interno degli apparati di sicurezza e non per coprire incontri con politici di altri paesi o aziende private. È come se ci si volesse nascondere soltanto dal giudizio dei cittadini. Sempre nel sito del RIIA c’è scritto “La famosa regola Chatham House può essere invocata in incontri per favorire la trasparenza e la condivisione delle informazioni.”  Non sappiamo che idea abbiano loro della “trasparenza”, ma nel vocabolario comune non è un sinonimo di “segretezza”.


Data per certa la potenza di questi quattro associazioni sono possibili diverse letture:

PIRAMIDE ILLUMINATI
PIRAMIDE ILLUMINATI
  1)      La teoria del NWO (new world order), secondo la quale esiste una élite che mira a dominare il mondo attraverso un governo centralizzato. All’interno di questa teoria si trovano differenti correnti e punti di vista, tuttavia quasi tutti concordano su alcuni punti: all’origine della cospirazione c’è l’ordine degli Illuminati, sorto in Baviera nel 1776 e ufficialmente disciolto nel 1785, ma, secondo i teorici del NWO, avrebbe continuato ad esistere in incognito infiltrandosi nella massoneria o in strutture para-massoniche. I suoi membri avrebbero contribuito alla Rivoluzione francese, alla Rivoluzione americana, alla nascita del Comunismo, allo scoppio delle due Guerre mondiali, alla fondazione dello stato di Israele (le famiglie degli Illuminati sarebbero spesso riconducibili all'etnia ebraica), all’11/09 e a tanto altro. Attraverso queste “operazioni” gli Illuminati avrebbero creato divisioni nel mondo ed accresciuto il loro capitale soprattutto grazie ad attività bancarie lecite e soprattutto illecite (teoria del Signoraggio). Gli Illuminati prenderebbero le loro decisioni all’interno dei quattro istituti descritti in precedenza, dirigendo ogni scelta economica e politica (ma anche condizionando le nostre scelte di vita grazie al controllo della stampa, della tv e del cinema) . Una Terza guerra mondiale dovrebbe gettare il mondo nel caos più assoluto ed allora gli organismi internazionali, guidati dalle famiglie Illuminate, imporrebbero un unico governo mondiale come soluzione per riportare la pace nel mondo, ma in realtà il loro obiettivo sarebbe quello di controllare l’intero globo anche attraverso strumenti tecnologici avanzatissimi, come ad esempio microchip sottocutanei.
2)      C’è chi non ha nessuna teoria. La stragrande maggioranza delle persone è convinta che il mondo muti grazie alla rivoluzioni, alle elezioni, alle guerre e che tutti questi eventi abbiano cause precise e chiaramente determinabili. Secondo costoro la crisi è stata certamente favorita da alcuni speculatori, tuttavia era difficilmente evitabile e quindi la accettano quasi con fiducia provvidenzialistica, convinti che prima o poi la ruota girerà di nuovo a favore. Nessuna trama segreta, nessuna associazione nascosta.

Di solito ci si salva dicendo “la verità sta nel mezzo”, ma non penso che ciò sia corretto nella stragrande maggioranza dei casi, figuriamoci in questioni così importanti. La verità non è una equazione matematica, non la si può calcolare, ma bisogna tirarla fuori con fatica e tenendo ben presente che spesso si dovrà aggiornare la propria posizione. 

Come abbiamo scritto all’inizio è impossibile negare la matrice ultraliberistica di questa crisi; è inoltre assurdo nascondere il vantaggio che i privati stanno accumulando da questa situazione; è doveroso precisare che con “privati” non intendiamo la moltitudine di coloro che lavoro al di fuori dello stato, bensì un gruppo sostanzialmente ristretto di persone.
Fate voi stessi un esperimento: andate sul sito di una qualsiasi grande società, magari una italiana, controllate chi sono gli azionisti o i proprietari; nel 99% dei casi la società avrà dirigenti e proprietari del paese dove risiede, magari anche noti, lasciati lì apposta per dare l’apparenza della normalità, per non far comprendere alle popolazioni locali i cambiamenti in corso; la restante quota societaria la troverete divisa tra banche, agenzie di private equity, società di investimenti ecc ecc. Qui dovete proseguire la vostra indagine: controllate chi è a capo di queste società; vi troverete dinnanzi nomi per lo più sconosciuti, allora cercate sui vari siti che contengono gli elenchi dei membri dei quattro gruppi descritti sopra; sono tutti lì, fanno praticamente tutti parte del Gruppo Bildenberg, della Trilaterale, del Cfr o del Riia. Non è così? Allora scavate nella loro famiglia. Ne faranno parte mogli, o padri, figli, cugini e simili. Ancora nulla? Bene, controllate questi soggetti in cosa investono: scoprirete che sono associati alle solite banche finanziatrici dei “quattro gruppi” oppure hanno una quota nelle altre aziende iscritte alla Trilaterale, Cfr o al Riia. È tutto loro, infatti i proprietari “di facciata” di queste aziende non potrebbero mai sopravvivere senza i loro finanziamenti, chiuderebbero in pochi mesi schiacciati da un mercato affatto libero. 

 Ma quanti sono questi “padroni del mondo”? La Commissione Trilaterale comprende circa 400 membri; il Cfr circa 450; il Riia poco più di 3000; il Gruppo Bildenberg convoca circa 130 persone ad ogni incontro. Teniamo in considerazione che spesso un singolo individuo è membro di più associazioni affiliate a questi gruppi, inoltre le società (anche concorrenti) che finanziano questi quattro istituti sovente annoverano tra i loro azionisti le medesime persone. A loro volta le banche controllano più società e sono controllate a loro volta dagli stessi azionisti delle società che controllano. Insomma, una matassa quasi impossibile da dipanare.
La nostra conclusione, dunque, è questa: un numero tutto sommato ristretto di persone controlla il sistema finanziario-economico globale; queste ricchissime famiglie dirigono le più importanti associazioni private mondiali non-governative; all’interno di queste associazioni entrano in contatto con il mondo politico nella sua completezza (destra, sinistra, centro); i politici stringono rapporti di “amicizia” con questi potenti, ci discutono assieme e per lo più in segreto, poi tornano nei loro paesi e li guidano con alle spalle questo “bagaglio” di contatti. In questi ultimi decenni gli stati stanno perdendo il controllo nella gestione della cosa pubblica: il sistema sanitario, l’istruzione, la sicurezza, l’energia, tutti i comparti più delicati si stanno spostando verso un privatizzazione giustificata con la necessità dell’efficienza e della meritocrazia. Contemporaneamente, infatti, giornali asserviti esaltano il liberalismo, teorici del successo propagandano modelli di vita aggressivi e spregiudicati, mistici del risultato glorificano il profitto come un segno divino più di qualsiasi dottrina calvinista. Nello stesso tempo si fa di tutto per distruggere l’idea dello stato, si irridono i dipendenti pubblici, si svilisce il ruolo di chi non comanda a sua volta altre persone.

Stiamo andando incontro ad un Nuovo Ordine Mondiale? A nostro parere ci siamo già dentro. Non abbiamo le informazioni necessarie per poter confermare o confutare le teorie del punto (1) espresse sopra, tuttavia è innegabile che al giorno d’oggi gli stati hanno perso indipendenza e sovranità: schiacciati dai debiti pubblici (nei confronti di privati) sono costretti ad organizzare la propria agenda politica con “suggerimenti” di banche e società di rating; il mercato decide chi deve governare e persino la data delle elezioni; società energetiche sovranazionali stabiliscono come deve essere prodotta l’energia; istituzioni come quelle sopra descritte stabiliscono quali stati sono “buoni” e quali “cattivi”, decidono chi si deve punire con l’isolamento mentre i loro membri accumulano denaro con le guerre “giuste”. Le persone ancora convinte che il mercato si regoli autonomamente sono illuse o complici, così come lo sono quelle che incoraggiano la ricerca esasperata del benessere privato senza tener conto di quello pubblico. Coloro che si illudono dovrebbero controllare la carriera dei governanti degli ultimi anni. Ex advisor di banche, rampolli di stirpi ricche e potenti, teorici della globalizzazione, personalità predestinate a ruoli importanti per amicizie o per tradizione familiare.

Un tempo i governanti erano lodati per l’educazione umanistica, lo spirito cavalleresco, si circondavano di maestri delle arti liberali. Oggi si richiede dimestichezza col mercato, esperienza economica, conoscenza della finanza. Oggi i conti vengono prima delle persone. In bilico tra burocrati ed affaristi, che speranza abbiamo se, come direbbe Leopardi

"più de’ carmi, il computar s’ascolta"  (?)

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