mercoledì 23 agosto 2023

NOAM CHOMSKY: LE 10 REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE

Avram Noam Chomsky è un linguista e filosofo di importanza mondiale, distintosi nel campo accademico con la sua teoria generativa-trasformazionale tramite la quale ha dato un contributo significativo anche alla psicologia. Da sempre impegnato nel dibattito politico, fu uno dei principali oppositori della Guerra in Vietnam, ed anche in seguito non ha mancato di criticare la politica imperialista americana, attirandosi lo sdegno non solo da parte dei conservatori. Alcune sue posizioni hanno suscito grande scalpore, come ad esempio dopo gli attentati dell’11/09, quando pubblicò un saggio nel quale sosteneva l’impossibilità da parte degli americani di  potersi sentire completamente innocenti riguardo alle cause che avevano generato gli attacchi terroristici, pur riconoscendo l’atrocità di quest’ultimi. 

@dubito_ergo_sum_666 Noam Chomsky: le 10 regole per il controllo sociale #inganno #societa #politica #media ♬ suono originale - Seth Ankh
In numerosi articoli e saggi (
Capire il potereLa fabbrica del consenso ecc.ecc.) Chomsky ha esplicitamente accusato i mass media di nascondere la verità ai popoli, attraverso azioni di insabbiamento o tramite vere e proprie strategie di distrazione, finalizzate all’oscuramento delle coscienze; il tutto pianificato e promosso dai cosiddetti “poteri forti”. Così facendo i progetti di queste élite restano nascosti, ed esse possono portare avanti i loro mutamenti sociali e politici coperti ed indisturbati, facendoci ignorare o addirittura accettare situazioni eclatanti.
 Di seguito presento le cosiddette “10 REGOLE DI NOAM CHOMSKY”, relative a questa strategia di distrazione di massa; sebbene non sia ancora riuscito a trovare la fonte originaria di queste regole, le citazioni da me consultate su testi e siti confermano l’attribuzione del decalogo al linguista ed effettivamente corrispondono in pieno al pensiero chomskyiano: è possibile quindi che esse siano una sorta di sunto delle sue idee ricavato a posteriori, ma non redatto dallo stesso autore.  

LE 10 REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE:


1) La strategia della distrazione: Secondo questo metodo bisogna spostare l’attenzione su fatti insignificanti o far si che le persone litighino per questioni di bassissima importanza.  Alla base di questa strategia c’è la volontà di confondere le persone, distogliendo la loro attenzione da questioni importanti e spostandola, invece, su fatti di scarsa rilevanza. Così facendo la verità resta sommersa da un cumulo di facezie e il livello di imbarbarimento generale aumenta a dismisura. 

2) Problema-reazione-soluzione: Si crea un problema dal nulla oppure si lascia che una problematica risolvibile dilaghi a dismisura, così da rendere necessaria una reazione eccezionale, magari accettata a malincuore dalla popolazione. La soluzione ha apparentemente riportato la calma, ma in realtà ha contribuito ad un altro passo verso la schiavitù globale. Se portato avanti correttamente, questo metodo fa si che siano le stesse persone ad invocare la “soluzione”, sebbene in condizioni normali non l’avrebbero mai accettata.



3) La strategia della gradualità: Se si vuole imporre un cambiamento inaccettabile lo si può fare per gradi, in modo da far abituare la popolazione a poco a poco, non lasciando spazio alla consapevolezza ed alle reazioni. Distratta da altro, la massa non si accorge quasi dei piccoli cambiamenti e quindi finisce per accettare la realtà in cui è scivolata in modo quasi inconsapevole.

4) La strategia del differimento: Un cambiamento sfavorevole può essere accettato meglio anche se viene presentato come lontano nel tempo, dato che le persone tendono a concentrarsi sul presente o comunque a sperare che nel futuro  i problemi non prendano forma. Più il differimento del mutamento è protratto e più è possibile che la popolazioni si rassegni alle sue conseguenze in modo totalmente

passivo. 

5) Rivolgersi alla popolazione come a dei 
bambini: Rivolgendosi alla popolazione come se si avesse a che fare con dei bambini, si induce una reazione docile e acritica, stimolata dal tono del messaggio, apparentemente convincente ed inoffensivo. Questo metodo è spesso sfruttato dalla pubblicità.


6) La strategia dell’emotività: Favorire una reazione emotiva è funzionale all'oscuramento della componente razionale ed apre l’inconscio ad una lunga serie di condizionamenti. Spinti dall’emozione noi tutti reagiamo in modo scontato, prevedibile e controllabile, non prestando attenzione a cosa sia davvero il caso di fare per tutelare il nostro interesse.

7) La strategia dell’ignoranza: Al di là di ogni sofisticata tecnica nulla funziona meglio dell’ignoranza, ecco perché il nostro sistema educativo è costantemente minato ed indebolito. Viene così impedito alle persone di comprendere ciò che sta accadendo sulle loro teste e nel contempo si pone un freno all’indole critica che potrebbe spingere ad individuare queste machiavelliche strategie. 



8) Spingere la popolazione a sostenere la mediocrità: Per impedire ogni tipo di crescita culturale e spirituale i media, su ordine delle élite dominanti, si adoperano affinché vengano apprezzate le persone più ignoranti e volgari possibili, glorificando le bassezze e spingendo la popolazione a credere nei miti volgari. Il degrado morale viene presentato così come una tendenza imperdibile. 


9) Stimolare il senso di colpa:  Spingendo le persone a credere che le disgrazie personali e collettive siano colpa loro,  si fa in modo da allontanare la responsabilità dai veri colpevoli ed al contempo si mortifica l’io dei singoli, spingendoli così a chiudersi in se stessi ed ad evitare qualsiasi reazione. 


10) Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca: I progressi nel campo della biologia e delle neuroscienze non sono finalizzati alla creazione di benessere per tutti, ma all’acquisizione di conoscenze sull’uomo da un punto di vista fisco e psicologico per far si che le elitè possano riuscire a controllarci meglio.  






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