giovedì 31 agosto 2023

IL PERIODICO PIÙ LONGEVO AL MONDO

Il periodico più longevo al mondo è il Royal Society's Philosophical Transactions, pubblicato per la prima volta a Londra il 6 marzo del 1665. E' anche la prima rivista al mondo ad essere stata dedicata interamente alla scienza, ed infatti il termine "philosophical" sta ad indicare la "filosofia naturale", ovvero cioè che noi consideriamo scienza.



La rivista nacque in seno alla prestigiosissima accademia della Royal Society, fondata nel 1660, il cui motto oraziano Nullis in verba ([Non dare fiducia] alle parole di nessuno), riassume l'idea dei suoi fondatori di diffidare del principio di autorità per dar credito solo al metodo sperimentale galileiano.



Su questa rivista sono stati accolti i lavo
ri dei più grandi scienziati degli ultimi secoli, a cominciare da Isaac Newton, del quale furono pubblicati ben 17 articoli, ed in effetti il matematico inglese deve la sua ascesa proprio al periodico londinese dato che nel 1672 il suo primo studio, Nuova teoria sulla luce e sui colori, raggiunse una certa notorietà in seguito alla pubblicazione sul Phil. Trans.



Anche un giovanissimo Charles Darwin vide pubblicato un suo lavoro sulla prestigiosa rivista, così come fu editato uno studio di Benjamin Franklin  sull'elettricità.  

Il periodico è stato sempre strettamente connesso con la famiglia reale, ed in effetti l'anno di nascita della Royal Society's coincide con il ritorno alla monarchia degli Stuart dopo la breve repubblica di Cromwell.



Nel 1887 la rivista ha deciso di dividersi in due pubblicazioni separate, una dedicata alle scienze fisiche-matematiche e l'altra a quelle biologiche e naturali. Alcuni studiosi italiani che hanno pubblicato sulla rivista sono Alessandro Volta, Rita Levi Montalcini e Carlo Rubbia.



Nel 2009, per celebrare i 350 anni dalla fondazione, la Royal Society's ha deciso di aprire i suoi archivi gratuitamente al pubblico, rendendo disponibile un patrimonio di conoscenza sterminato [clicca qui per accedere all'archivio.]

mercoledì 23 agosto 2023

NOAM CHOMSKY: LE 10 REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE

Avram Noam Chomsky è un linguista e filosofo di importanza mondiale, distintosi nel campo accademico con la sua teoria generativa-trasformazionale tramite la quale ha dato un contributo significativo anche alla psicologia. Da sempre impegnato nel dibattito politico, fu uno dei principali oppositori della Guerra in Vietnam, ed anche in seguito non ha mancato di criticare la politica imperialista americana, attirandosi lo sdegno non solo da parte dei conservatori. Alcune sue posizioni hanno suscito grande scalpore, come ad esempio dopo gli attentati dell’11/09, quando pubblicò un saggio nel quale sosteneva l’impossibilità da parte degli americani di  potersi sentire completamente innocenti riguardo alle cause che avevano generato gli attacchi terroristici, pur riconoscendo l’atrocità di quest’ultimi. 

@dubito_ergo_sum_666 Noam Chomsky: le 10 regole per il controllo sociale #inganno #societa #politica #media ♬ suono originale - Seth Ankh
In numerosi articoli e saggi (
Capire il potereLa fabbrica del consenso ecc.ecc.) Chomsky ha esplicitamente accusato i mass media di nascondere la verità ai popoli, attraverso azioni di insabbiamento o tramite vere e proprie strategie di distrazione, finalizzate all’oscuramento delle coscienze; il tutto pianificato e promosso dai cosiddetti “poteri forti”. Così facendo i progetti di queste élite restano nascosti, ed esse possono portare avanti i loro mutamenti sociali e politici coperti ed indisturbati, facendoci ignorare o addirittura accettare situazioni eclatanti.
 Di seguito presento le cosiddette “10 REGOLE DI NOAM CHOMSKY”, relative a questa strategia di distrazione di massa; sebbene non sia ancora riuscito a trovare la fonte originaria di queste regole, le citazioni da me consultate su testi e siti confermano l’attribuzione del decalogo al linguista ed effettivamente corrispondono in pieno al pensiero chomskyiano: è possibile quindi che esse siano una sorta di sunto delle sue idee ricavato a posteriori, ma non redatto dallo stesso autore.  

LE 10 REGOLE PER IL CONTROLLO SOCIALE:


1) La strategia della distrazione: Secondo questo metodo bisogna spostare l’attenzione su fatti insignificanti o far si che le persone litighino per questioni di bassissima importanza.  Alla base di questa strategia c’è la volontà di confondere le persone, distogliendo la loro attenzione da questioni importanti e spostandola, invece, su fatti di scarsa rilevanza. Così facendo la verità resta sommersa da un cumulo di facezie e il livello di imbarbarimento generale aumenta a dismisura. 

2) Problema-reazione-soluzione: Si crea un problema dal nulla oppure si lascia che una problematica risolvibile dilaghi a dismisura, così da rendere necessaria una reazione eccezionale, magari accettata a malincuore dalla popolazione. La soluzione ha apparentemente riportato la calma, ma in realtà ha contribuito ad un altro passo verso la schiavitù globale. Se portato avanti correttamente, questo metodo fa si che siano le stesse persone ad invocare la “soluzione”, sebbene in condizioni normali non l’avrebbero mai accettata.



3) La strategia della gradualità: Se si vuole imporre un cambiamento inaccettabile lo si può fare per gradi, in modo da far abituare la popolazione a poco a poco, non lasciando spazio alla consapevolezza ed alle reazioni. Distratta da altro, la massa non si accorge quasi dei piccoli cambiamenti e quindi finisce per accettare la realtà in cui è scivolata in modo quasi inconsapevole.

4) La strategia del differimento: Un cambiamento sfavorevole può essere accettato meglio anche se viene presentato come lontano nel tempo, dato che le persone tendono a concentrarsi sul presente o comunque a sperare che nel futuro  i problemi non prendano forma. Più il differimento del mutamento è protratto e più è possibile che la popolazioni si rassegni alle sue conseguenze in modo totalmente

passivo. 

5) Rivolgersi alla popolazione come a dei 
bambini: Rivolgendosi alla popolazione come se si avesse a che fare con dei bambini, si induce una reazione docile e acritica, stimolata dal tono del messaggio, apparentemente convincente ed inoffensivo. Questo metodo è spesso sfruttato dalla pubblicità.


6) La strategia dell’emotività: Favorire una reazione emotiva è funzionale all'oscuramento della componente razionale ed apre l’inconscio ad una lunga serie di condizionamenti. Spinti dall’emozione noi tutti reagiamo in modo scontato, prevedibile e controllabile, non prestando attenzione a cosa sia davvero il caso di fare per tutelare il nostro interesse.

7) La strategia dell’ignoranza: Al di là di ogni sofisticata tecnica nulla funziona meglio dell’ignoranza, ecco perché il nostro sistema educativo è costantemente minato ed indebolito. Viene così impedito alle persone di comprendere ciò che sta accadendo sulle loro teste e nel contempo si pone un freno all’indole critica che potrebbe spingere ad individuare queste machiavelliche strategie. 



8) Spingere la popolazione a sostenere la mediocrità: Per impedire ogni tipo di crescita culturale e spirituale i media, su ordine delle élite dominanti, si adoperano affinché vengano apprezzate le persone più ignoranti e volgari possibili, glorificando le bassezze e spingendo la popolazione a credere nei miti volgari. Il degrado morale viene presentato così come una tendenza imperdibile. 


9) Stimolare il senso di colpa:  Spingendo le persone a credere che le disgrazie personali e collettive siano colpa loro,  si fa in modo da allontanare la responsabilità dai veri colpevoli ed al contempo si mortifica l’io dei singoli, spingendoli così a chiudersi in se stessi ed ad evitare qualsiasi reazione. 


10) Conoscere la gente meglio di quanto essa si conosca: I progressi nel campo della biologia e delle neuroscienze non sono finalizzati alla creazione di benessere per tutti, ma all’acquisizione di conoscenze sull’uomo da un punto di vista fisco e psicologico per far si che le elitè possano riuscire a controllarci meglio.  






sabato 12 agosto 2023

I SIMBOLI DELLA MASSONERIA

Piccolo campionario di simbologia massonica, utile per chi voglia imparare a riconoscere i numerosissimi segnali della libera muratoria diffusi in ogni ambito della nostra realtà, anche lì dove nessuno se li aspetta. Forse sono funzionali alla trasmissione di un messaggio, forse indicano ai fratelli che non sono soli, comunque vada con un po’ di attenzione se ne possono scorgere in una certa quantità dovunque noi ci spostiamo o qualsiasi cosa guardiamo attraverso i moderni mass media.



La squadra:    
Uno dei simboli principali della massoneria dato che si tratta dello strumento tra i più importanti per la costruzione del Tempio, ovviamente si tratta di una elevazione spirituale, ma che rimanda all’attività artigianale propria dei primi massoni. Così come il compasso, la squadra è presente nella iconografia massonica sin dalla fondazione ufficiale, ma probabilmente anche prima, probabilmente dal XVII secolo.  La squadra è il richiamo costante all’ordine, alla disciplina e alla dirittura morale, ecco perché è uno dei simboli più importanti del primo grado massonico, quello di apprendista.


Compasso:                
Strumento complementare alla squadra con il quale compone il dittico fondamentale massonico. Il compasso è simbolo di Volontà, Capacità e Genio, qualità che convivono di pari grado con quelle più razionali della squadra nel secondo livello della massoneria, quello di compagno. Nel terzo livello il compasso supera la squadra, così come la creatività, ormai affinata e sicura, può superare il freno della ragione. Talvolta nella simbologia massonica squadra e compasso si trovano sovrapposti o intrecciati per sigillare l’interdipendenza tra i loro rispettivi significati.


Libro della Legge sacra:  
Durante le riunioni massoniche un libro aperto è collocato nella loggia. Questo volume può essere uno dei qualsiasi testi ritenuti sacri da parte della comunità dei fratelli: Bibbia, Corano, Talmud; nel caso la loggia abbia troppe differenziazione di credo è scelto un libro bianco. Alcuni ordini utilizzano come testo le costituzioni massoniche, ciò accade ad esempio in Francia, ove la massoneria ha assunto caratteri più laici.

Filo a piombo:      
Strumento necessario alla misurazione verticale è la metafora di una ascesa verso la conoscenza e la spiritualità superiore, cammino da percorrere in maniera lineare e senza incertezze. Dunque ha un significato sia trascendente che immanente, simboleggia la retta via da mantenere in entrambi i cammini di perfezionamento.

Livella:
Complementare al filo a piombo, la livella indica però la retta via da una prospettiva orizzontale, quindi perpendicolare rispetto al filo. In vita è un richiamo costante all’unità, ricorda che siamo tutti uguali; in morte ammonisce che davanti alla grande mietitrice si annullano le differenze scaturite nell’esistenza terrena. Da leggere l’omonima poesia di Antonio De Curtis, in arte Totò, da più fonti attestato come massone.

Maglietto e Scalpello:   
Il Maglietto indica la forza di volontà e la determinazione con cui portare avanti le proprie idee e con cui agire in nome del bene. Lo scalpello è il simbolo del discernimento, della scelta oculata con la quale selezionare il proprio percorso evolutivo. Combinati tra loro conciliano il momento speculativo con la prassi attiva, sono reciproci e necessari da combinare per evitare l’errore.

Pietre grezza e pietra levigata:   
La pietra allo stato grezzo rappresenta il massone ai suoi inizi, ricco di potenzialità ma ancora inadatto a svolgere il suo compito. Il lavoro necessario per levigare la pietra è il simbolo del percorso interiore da attraversare per avvicinarsi alla perfezione e poter finalmente cooperare con gli altri. La pietra levigata, infatti, si combina con le altre (gli altri massoni) per edificare il Tempio, il progetto comune di perfezionamento. Per migliorare l’umanità e per poter vivere in armonia con gli i fratelli, dunque, bisogna per prima cosa lavorare su se stessi e migliorare il proprio Io.

Il regolo:       
E’ lo strumento della misura, quindi della comparazione e della norma. È il richiamo costante alla legge e al confronto, ammonisce dunque l’uomo a evitare un individualismo esasperato. L’unità di misura è sempre una convenzione condivisa, dunque il regolo esorta all’obbedienza di queste regole comuni stabilite per il bene di tutti. E’ anche il simbolo del giorno, unità di tempo da dividere tra meditazione e lavoro, riposo e assistenza.

La cazzuola:      
E’ l’oggetto utilizzato per spargere la calce che unisce le diverse pietre. Simboleggia l’altruismo e la beneficenza, l’amore fraterno con cui soccorrere chi è in difficoltà. La cazzuola lavora la calce, la plasma e la rende adatta al suo compito di coesione, ancora una volta quindi abbiamo uno strumento di perfezionamento, ma ora anche di distribuzione, perché la cazzuola toglie la calce da dove ne è troppa e la spinge lì dove è carente, così come si fa con il riequilibrio delle ricchezze.

Il delta:           
 E’ il triangolo di Salomone o triangolo equilatero e prende il nome dalla terza lettera dell’alfabeto greco in forma maiuscola. Tre angoli e tre lati rimandano al 3, il numero perfetto, risalente sia alle teorie pitagoriche (ascesa dal molteplice all’uno), sia alla tradizione cristiana (la santa Trinità). All’interno del Tempio massonico è posto a est, dove sorge il sole, e al suo interno vi è la lettera G che si può riferire sia alla Geometria che a God, alla Gnosi, alla Generazione, al Grande architetto. Talvolta all’interno del delta sono collocate due spade incrociate.  

Il sole:          
E’ il simbolo di numerosi referenti: il calore dell’amore, soprattutto quello divino; l’ardore intellettuale e conoscitivo; la purificazione e l’elevazione spirituale (rimando alla poesia Al cor gentile rempaira sempre amore, Guido Guinizzelli); la ragione che elimina il buio delle tenebre e dell’ignoranza ( basta ricordare l’Illuminismo); la vita, come fonte di calore necessaria al suo sviluppo, rimanda anche al principio e all’origine, ma anche alla fecondazione e quindi al maschio. Venerato dagli egizi, dai greci, da numerosi culti pagani si è poi diffuso anche nell’iconografia cattolica.

La luna:
Rimanda all’immagine della donna, la sua dinamica crescente-calante è considerata riferimento di maternità e di protezione per la natura. La sua eclissi è simbolo della scomparsa della corrispondenza originaria tra uomo e natura. Dato che riflette la luce dal sole è anche simbolo della mediazione (così come la Madonna è mediatrice della volontà divina) ed inoltre il suo controllo sulle acque è un ulteriore riferimento al grembo materno e alla sfera della regolazione. Nella simbologia massonica sole e luna rappresentano l’alternanza, l’equilibrio e la dialettica tra gli opposti.

Acacia:        
Il fondatore leggendario della massoneria, l’architetto del tempio di Gerusalemme Hiraim, fu ucciso da tre suoi allievi che volevano estorcerli i segreti dell’arte muratoria. Il suo cadavere fu inumato per celarlo, ma sulla tomba germogliò un ramo di acacia che ne rivelò la presenza. Da ciò deriva la sua allegoria di rinascita e immortalità. Considerata sacra da diversi culti religiosi (secondo la Bibbia l’Arca dell’alleanza fu costruita in legno d’acacia) questa pianta simboleggia l’immortalità dell’anima e l’indistruttibilità dell’energia vitale. Allegoria riproposta dalla sua resistenza anche alle stagioni più impervie.

La melagrana:         
Il Tempio di Gerusalemme erano decorate con bassorilievi raffiguranti questa frutto. Allegoricamente indica l’abbondanza, ed i semi nascosti al suo interno sono assimilabili ai fratelli massoni che singolarmente hanno la loro importanza relativa, ma trovano la loro vera essenza soltanto nell’unità. Ognuno di essi porta in se il segreto della vita, ecco perché viene spesso rappresentata sbucciata, è difatti fondamentale che si vedano i semi al suo interno.  

Le colonne:     
Le due colonne rimandano al Tempio di Salomone, quindi all’arte edificatoria propria di Hiram, il primo leggendario mastro massone. Uno colonna è dedicata al sesso femminile ed infatti è sormontata da melagrane, frutti con dentro la vita; su di essa talvolta poggia un globo celeste. L’altra rappresenta l’uomo, l’ardore vitale del fuoco, su di essa è collocato il globo terrestre. Di solito le due colonne sono asimmetriche. Esse rappresentano anche la dirittura morale, la solidità dell’individuo, l’equilibrio necessario alla vita.

Il mosaico:                          
Il pavimento delle logge massoniche è formato da quadrati bianchi e neri, a imitazione del Tempio. Questo dualismo riproduce il rapporto tra bene e male, Spirito e Materia, buio e luce. Non c’è contrapposizione, bensì conciliazione dialettica tra questi due opposti. Attraverso un cammino gnostico si giunge dunque alla maturazione spirituale, tuttavia il percorso non può essere solo a senso unico ma deve contemplare anche l’attraversamento del lato oscuro della realtà.

Lo zodiaco: 
I segni zodiacali hanno una grande importanza nella tradizione massonica, anche se il loro significato è variato spesso nel tempo. Essi decorano la volta delle logge per offrire così una rappresentazione del cosmo; simboleggiano anche la varietà dei comportamenti umani.

Candelabro:   
Il Menorah a sette braccia appartiene alla cultura ebraica, tuttavia la tradizione sincretica massonica ha inglobato questo simbolo e spesso lo si può trovare nelle logge. Era presente all’interno del Tempio di Salomone e veniva acceso bruciando olio sacro, ecco perché un simile rito è riproposto oggi dalla massoneria. Le sette braccia fanno riferimento alla divinità, secondo la tradizione ebraica e cristiana, e lo stesso numero ricorre spesso nella massoneria: i fratelli nella loggia devono essere almeno sette, i sette mondi della dottrina rosacrociana, le sette cariche essenziali.

Pentacolo:     
La stella a cinque punte è un simbolo massonico ed anche esoterico. Rappresenta l’unione di macrocosmo e microcosmo; le cinque punte ricalcano i cinque elementi (quattro più lo spirito); la stella a cinque punte è anche il simbolo dello stesso uomo, quattro braccia più la testa, spiritualità e razionalità; associato al pianeta Venere rimanda al termine latino “Lucifer”-“che dà la luce”, con valore positivo di conoscenza e verità; la stella fiammeggiante è anche simbolo del genio umano, acceso dalla luce divina; risultante dall’unione di due triangoli rimanda anche al Delta; la diagonale ed il lato del pentagono regolare hanno come rapporto la “sezione aurea” ,cifra misteriosa (1,16803…) e riscontrabile spesso in natura è stata utilizzata in numerosissime opere architettoniche, segreto celato a lungo dai primi massoni (quando erano ancora prevalentemente muratori). Talvolta il pentacolo è circondato da un cerchio, simbolo dell’infinitezza dell’esistenza, della sopravvivenza dello spirito, stesso messaggio trasmesso dall’infinito, icona antica e precedente alla stessa matematica.

L’occhio onniveggente:   
Detto “Occhio di Ra” o “Occhio di Dio”, solitamente è collocato all’interno del Delta. Il riferimento è alla cultura Egizia dalla quale la massoneria ha attinto vari elementi. L’occhio è un costante ammonimento ad agire per il bene sotto il controllo di Dio, ma anche uno stimolo a guardare avanti ed in profondità, andando oltre l’apparenza delle cose. Dovrebbe essere rappresentato senza assottigliamenti ai lati, così da non apparire né destro e né sinistro, risultando quindi un “terzo occhio” spirituale.

Il teschio con le due ossa incrociate:   
Il teschio rappresenta la mente, la ragione; le ossa sono immagine della sfera corporale e fisica. Il teschio è un simbolo diffuso in moltissime civiltà, lo si può associare al tema della resurrezione, allo spirito che sopravvive al corpo e lo sovrasto “squartandolo”, ossia dividendolo in quattro (diversamente dall’idea collettiva che lo associa alla morte). Un riferimento alla morte in effetti c’è, il simbolo può servire da memento mori tuttavia la coscienza di un limita alla vita può essere anche un sprone a viverla al meglio, ma anche a riflettere sul suo significato, ecco perché viene collocato nella “camera di riflessione” (basta pensare ad Amleto ed al suo monologo con in mano un teschio).

La piramide:  
Altro simbolo comune a diverse civiltà, anche lontane tra loro nel tempo o nello spazio. La forma proiettata verso l’alto rimanda ancora un volta all’ascesa, al progresso da raggiungere attraverso la conoscenza. La forma è ricollegabile ancora di volta al triangolo e al Delta. Rappresenta anche la gerarchia, i vari livelli della massoneria, dall’apprendista al Sovrano Grande Ispettore Generale, quindi in maniera implicita rimanda al rispetto della gerarchia.

Il labirinto:     
Il labirinto rappresenta la difficoltà del cammino massonico, il rischio di smarrimento in cui ognuno incorre. Si può anche riferire alla Verità difficile da raggiungere, mentre l’uscita dal labirinto si ricollega alla reincarnazione, alla nuova vita spirituale. I percorsi interni del labirinto massonico sono spesso concentrici e circolari, simboli della ritualità, e ripercorrono il percorso del sole. 

Ankh:   
Derivato dalla tradizione egizia, l’Ankh suggella l’unione tra mondo divino (la parte superiore) e umano (la sezione stilizzata inferiore). C’è anche un rimando alla fecondazione, infatti le due componenti del simbolo possono essere assimilate agli organi riproduttivi dell’uomo e della donna. La sua forma rimanda alla chiave (ed infatti è anche detto “chiave della vita”), quindi alla possibilità di aprire lo scrigno della conoscenza.

La rosa rossa e la croce:  
All’interno del Rito Scozzese i Rosacroce rappresentano il diciottesimo livello della piramide massonica. Secondo alcune teorie i Rosacroce erano una setta vissuta in parallelo con la massoneria e avrebbe assimilato la conoscenza dei Templari, così come fecero i massoni, per poi unirsi con questi ultimi all’inizio del ‘700. La croce rappresenterebbe il corpo fisico mentre la rosa quello spirituale; altre interpretazioni sottolineano il valore centrale del fiore che si apre se illuminato dal sole, così come il cuore si apre a Cristo; un’altra corrente di pensiero associa la croce (sulla quale morì il Cristo) e la rosa quale forma assunta dalle gocce di sangue colate del costato di Gesù.

giovedì 10 agosto 2023

IDIOCRACY: BENVENUTI NEL PRESENTE FUTURO PROSSIMO

Idiocracy, M. Judge, 2006

Questa volta la fantascienza non ci guida attraverso il solito mondo dispotico, governato da una mente occulta e terribile che sottomette la povera popolazione inerme.
No, questa volta ci troviamo nel futuro dominato dall'idiozia.
@dubito_ergo_sum_666 Idiocracy: un film ingiustamente dimenticato #film #movie #futuro #cinema ♬ Suspense, horror, piano and music box - takaya
Un archivista (Joe) ed una prostituta (Rita) vengono scelti per un esperimento di ibernazione e si risvegliano cinquecento anni dopo in un mondo assoggettato dalla stupidità.
La spazzatura prolifera per le strade, la televisione uccide gli ultimi neuroni delle persone, mentre i clienti per le prostitute sono così aumentati da fare la fortuna di Rita.
Joe viene arrestato per aver violato le mentecatte leggi dell'epoca, ma poi riesce ad evadere vista la debolezza della sicurezza carceraria. Una volta ripreso, però, invece di reincarcerarlo lo promuovono a segretario degli interni, dato che un test d'intelligenza condotto in prigione ha evidenziato il livello altissimo del quoziente di Joe rispetto alla media.
Un presidente tutt'altro che onorevole (attore porno e combattente), però, afferma che il neo segretario avrà sette giorni di tempo per risolvere la carestia mondiale, sennò sarà ucciso. Joe capisce che la causa di tutto è l'uso di una bevanda energetica al posto dell'acqua. Dopo varie peripezie il piano di salvataggio riesce ed alla fine Joe e Rita vengono diventano presidente e first lady, generando la progenie più intelligente del pianeta.

Un film apparentemente banale, solo comico, ma in realtà capace di far passare messaggi ben più complessi.
Dall'alienazione delle persone gettate sul divano davanti alla tv, all'assurdità della burocrazia cieca, fino ad arrivare alla distruzione dell'ambiente portata avanti per interessi economici senza scrupoli.
Senza contare l'idea di fondo della pellicola: l'ipotesi di un futuro prossimo dove la cultura e l'intelligenza non saranno più considerate elementi da valorizzare, ma quasi dei pesi da sopportare per la massa ignorante ormai divenuta maggioranza.
La stupidità di certo rende felici, ma alla lunga può mai essere la risposta a tutto? No, affatto, ecco perché anche il film va analizzato aprendo maggiormente la mente.




domenica 6 agosto 2023

LE FOTO CHE HANNO FATTO LA STORIA

L'arte della fotografia ha raggiunto una diffusione enorme. Con l'istallazione di microcamere sui cellulari la platea di aspiranti fotografi è aumentata a dismisura, sebbene tutto ciò non abbia comportato affatto un incremento nella qualità dei risultati. Oggi, forse, è fin troppo facile riuscire a produrre immagini di buon livello; grazie al perfezionamento delle apparecchiature tutti noi possiamo sentirci dei piccoli Helmut Newton, e, probabilmente, il problema è che molti si sentono davvero tali.

post originale: https://www.tiktok.com/@dubito_ergo_sum_666/video/7263974515430935840


In questo profluvio di artisti ed immagini, come distinguere una buona foto da una grande foto? Ed ancora, come nascono le foto "storiche", tali da diventare emblemi di un determinato periodo o addirittura capaci di segnare ed influenzare la storia?

Naturalmente una foto epocale non è considerata tale soltanto per la tecnica dell'esecuzione. C'è bisogno di un soggetto parimenti storico o significativo, ed è necessario che lo scatto sia stato realizzato in modo quasi improvviso, catturando ciò che è sfuggito a tutti gli altri. Se la foto è stata scattata dopo un'accurata preparazione del soggetto, invece, perché essa diventi storica bisogna che sintetizzi un determinato ideale, una problematica, un'inquietudine di quel determinato periodo, diventando così un'icona.

ECCO DUNQUE UNA CARRELLATA DI FOTO CHE HANNO FATTO LA STORIA:



Joseph Nièpce, Vista dalla finestra a Le gras



Joseph Nièpce, Vista dalla finestra a Le gras, 1826.

Considerata la prima fotografia della storia, trattasi precisamente di una eliografia, fu ottenuta dall'autore con una esposizione di circa otto ore di un foglio di stagno ricoperto dal bitume.








Alfred Eisenstaedt, Il bacio, 14 agosto 1945.





 Alfred Eisenstaedt, Il bacio, 14 agosto 1945.



Appena giunta la notizia della resa giapponese, il giovane George Friedman andò subito a festeggiare la fine della guerra con la sua fidanzata. No, non quella della foto. Il marinaio, infatti, alticcio per i troppi brindisi gioiosi, accalappiò una sconosciuta assistente dentista che passava di lì per caso. Eisenstaedt fu rapidissimo nel cogliere il momento con la sua Leica, realizzando uno scatto che in seguito diverrà noto finendo sulla copertina di Life e divenendo il simbolo dell'amore che sconfigge ogni guerra.

p.s. La fidanzata di George si può scorgere dietro, sulla sinistra. Il suo sorriso non è certo un segno d gelosia, ed infatti successivamente è convolata a nozze con l'audace marinaio.





Jeff WidenerRivoltoso sconosciuto, 5 giugno 1989.
Alla fine degli anni '80 la crisi dei regimi comunisti ebbe una portata mondiale. La scomparsa dell'Urss fu un evento rapido e tutto sommato privo di spargimenti di sangue. In Cina, invece, la rivolta della primavera dell'89 fu repressa duramente. Piazza Tienanmen fu completamente militarizzata, ma nonostante ciò un giovane decise di sfidare una colonna di carri armati. Impedì il loro transito e si arrampicò su uno di essi per parlare con il conducente. La sorte del giovane cinese è avvolta nel mistero; secondo diverse fonti fu giustiziato pochi giorni dopo, per altri ricevette una lunga condanna alla prigionia. L'immagine fu pubblica sul New York Times il giorno successivo, diventando il simbolo dell'opposizione ad ogni forma di dittatura e repressione. 





Telescopio Hubble, I pilastri della creazione, 1 aprile 1995.
Credits: Nasa



Telescopio Hubble, I pilastri della creazione, 1 aprile 1995.



Nella costellazione Coda del Serpente è presente un ammasso di stelle e gas ionizzato noto come Nebulosa Aquila. Ai confini della nebulosa ci sono degli ammassi di poveri modellati dai gas in modo da assumere forme a pilastri. Le parti dense e scure di questi splendidi ammassi longilinei sarebbero in realtà delle protostelle, ecco spiegato il nome della foto scattata non da un essere umano, bensì da un telescopio diventato famosissimo nel corso degli anni '90. Certo le foto accumulate da Hubble sono tantissime e non tutte così affascinanti, ma lo spessore evocativo di questa è notevole.






Charles Ebbets, Lunchtime atop a Skyscraper, 20 settembre 1932.




In piena crisi economica la città di New York tentava di rialzarsi soprattutto grazie all'edilizia ed al contributo dei suoi miliardari. La progettazione del Rockfeller Center era iniziata prima della crisi del '29, tuttavia, dopo quel terribile anno, assunse un significato diverso, quasi di lotta dell'uomo contro la recessione (seppure non è che i grandi magnati come Rockfeller si possano considerare immuni da colpe riguardo la crisi, anzi). Lo scatto probabilmente fu organizzato da un team di fotografi proprio per pubblicizzare la prossima apertura del Center. Nel corso degli anni alcuni degli operai hanno trovato un nome, in gran parte si tratta di irlandesi o comunque di immigrati europei, lavoratori così dediti da non avere paura dell'incredibile altezza da cui avevano deciso di fare la pausa pranzo. Secondo me, più che simbolo del lavoro duro, la foto potrebbe diventare emblema della precarietà e del lavoro poco tutelato.





Anonimo, Presa di Berlino, 2 maggio 1945.

Anonimo, Presa di Berlino, 2 maggio 1945.



Il 30 aprile del 1945 Hitler si suicidò in un bunker sotterraneo, consapevole che era giunta la fine del suo folle sogno di dominio. L'Armata rossa entrò due giorni dopo nelle capitale tedesca, ormai quasi distrutta dai bombardamenti. La foto non è solo il simbolo della fine di una guerra lunga e devastante (come si può intuire dagli edifici distrutti), ma anche della futura lotta tra mondo capitalista e comunista, intenti a piantare la bandiera del loro dominio sull'Europa e su una paese che resterà diviso per decenni.







Will Counts, Elizabeth Eckford, 4 settembre 1957.
Credits: © Bettmann/CORBIS

Will Counts, Elizabeth Eckford, 4 settembre 1957.

Nel 1954 la Corte costituzionale americana aveva sancito l'incostituzionalità delle scuole separate tra bianchi e neri e di tutte le leggi di segregazione. Una scuola di Little Rock decise immediatamente di adeguarsi alla sentenza, anche se ci vollero due anni per farla applicare. All'inizio dell'anno scolastico del 1957 la quindicenne Elizabeth fa il suo ingresso nell'istituto, scortata dall'esercito e accompagnata dalle urla di una sua coetanea bianca. Quarant'anni dopo le due donne si incontreranno di nuovo per sancire la pace razziale per cui gli Usa hanno a lungo lottato e lottano ancora oggi, nonostante la doppia elezione di Obama.








Bill Biggart, Ultima foto, 11 settembre 2001.
Credits: Bill Biggart

Bill Biggart, Ultima foto, 11 settembre 2001.



In un giorno che ha cambiato il corso della storia contemporanea l'esempio di alcuni uomini rimarrà per sempre indelebile. Il coraggio dei pompieri, ad esempio, dediti al loro lavoro anche se consapevoli dei rischi; la dedizione dei giornalisti, decisi a riprendere tutto per poter documentare questo evento epocale. Bill morirà due minuti dopo, travolto dai detriti della seconda torre; quello spirito di inchiesta e quella volontà di conoscenza forse si è spento negli anni successivi all'evento, ancora oggi attorniato da dubbi. Resta il coraggio dell'uomo e questo documento di cupa distruzione.




Huynnh Cong UtVietnam napalm girl8 giugno 1972.
La bambina che corre è la povera Kim, nuda a causa dei vestiti bruciati dal napalm, vittima dei  bombardamenti sudvietnamiti che erroneamente compirono le proprie truppe ed i propri civili. La piccola sopravviverà alle ustioni e successivamente fuggirà dal Vietnam. Oggi risiede in Canada e ha fondato una associazione per la tutela dei bambini vittime della guerra.





Joe RosenthalLa bandiera di Iwo Jima, 23 febbraio 1945.




La bandiera fu issata più volte e si sospetta che la foto non sia stata affatto uno scatto "improvviso". La durissima battaglia di Iwo Jima segnò lo scontro nel Pacifico portandosi dietro un numero enorme di morti, feriti e prigionieri.




Steve McCurryThe Afghan girl, 1984.


Sharbat Gula fu fotografata in un campo rifugiati a Peshawar, in Pakistan. I suoi occhi profondi, lo sguardo intimorito e penetrante divennero il simbolo della condizione dei rifugiati di ogni dove. Pubblicata sulla copertina del National Geographic, ci vollero 17 anni per dar un nome alla donna. 




Arthur Sasse, La lingua di Albert Einstein, 14 marzo 1951.
credits:Arthur Sasse



Arthur Sasse, La lingua di Albert Einstein, 14 marzo 1951.



In occasione del settantaduesimo compleanno del noto fisico si tenne un banchetto a cui accorsero numerosi fotografi. Appena videro passare il festeggiato gli chiesero a gran voce un sorriso, ma lui stupì tutti con questa linguaccia divenuta famosissima, emblema di un genio tutt'altro che freddo.










Alberto Diaz Gutierrez, Guerrillero Heroico, 5 marzo 1960.

Alberto Diaz Gutierrez, Guerrillero Heroico, 5 marzo 1960.



Il 4 marzo un carico di munizioni provenienti dal Belgio era saltato improvvisamente al porto de l'Avana e Castro non esitò a dare la colpa alla Cia. Il giorno dopo si tenne una cerimonia per le 100 vittime ed il ministro Che Guevara non poteva di certo mancare all'evento. L'immagine fu ottenuta tagliando una foto che ritraeva il comandante intento a chiudersi la zip; Diaz comprese che il volto isolato del Che avrebbe avuto un fascino più ampio. Per anni, tuttavia, l'istantanea rimase praticamente ignota, fin quando l'editore Giangiacomo Feltrinelli, durante un viaggio a Cuba, incontrò Gutierrez ed ottenne la foto senza pagare nulla.