lunedì 2 giugno 2025

I 12 Principi Fondamentali della Costituzione Italiana (e perché non sono ancora pienamente realizzati)

 Abbiamo la più bella Costituzione del mondo, dicono. Potrebbe anche essere vero, in effetti la nostra carta fondamentale è nata dalla sintesi di varie ideologie: cristiana, socialista, democratica, liberale, laica. Un anno di lavori ha prodotto quel testo a cui tutti oggi facciamo riferimento per rivendicare le nostre libertà e i nostri diritti.
I primi 12 articoli, i Principi fondamentali, sono la base di tutto il resto del testo e di ogni legge approvata fino ad oggi. 

Tuttavia, pur consapevoli che il testo ha delle caratteristiche programmatiche, dobbiamo osservare con amarezza che tutti e 12 i principi in realtà non hanno mai trovato piena applicazione nella nostra repubblica italiana

Vediamo perché.


Articolo 1 
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

 Criticità: L’Italia è afflitta da alta disoccupazione giovanile, precarietà lavorativa e lavoro povero. Il lavoro c’è, ma spesso non garantisce dignità. La sovranità apparterrà pure al popolo, ma passando attraverso il potere delegato ai parlamentari, i quali spesso fanno e disfano come vogliono, allontanandosi completamente dal mandato popolare e senza subirne le conseguenze. Tutto ciò ha portato ad una altissima astensione e ha allontanato molti cittadini dalle istituzioni. 


Articolo 2 
 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

 Criticità: Migranti, detenuti, disabili e persone in povertà estrema spesso non vedono tutelati i loro diritti in modo effettivo. I diritti inviolabili restano, talvolta, sulla carta, come ad esempio quello alla salute, svilito dalle lunghissime file d'attesa. I doveri di solidarietà restano più che mai solo sulla carta, soprattutto per come funziona il nostro sistema di tassazione.  


Articolo 3  
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

 Criticità: Disparità territoriali, discriminazioni di genere, razza, condizione sociale ed economica sono ancora diffuse. Non tutti partono dallo stesso punto. Le opinioni politiche sono tutt'altro che rispettate e tutelate, mentre le condizioni personali e sociali pesano tantissimo sul futuro di ogni singola persona. La Repubblica fatica nel tentare di rimuovere gli ostacoli all'uguaglianza dei cittadini, per cui enormi porzioni di popolazione restano al di fuori delle organizzazione politiche, faticano ad accedere ad una adeguata istruzione, sono estromesse dal mondo economico-lavorativo e dai contesti sociali migliori. 


Articolo 4 
 
La Repubblica riconosce a tutti il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Criticità: Il diritto al lavoro è spesso una lotteria. Molti, soprattutto i giovani e le donne, faticano a trovare un lavoro stabile e coerente con la propria formazione. Ultimamente anche gli anziani si trovano improvvisamente senza occupazione, proprio a pochi anni dalla pensione. Differenze territoriali, inoltre, hanno un'influenza decisiva sulla possibilità di trovare un lavoro e sulla possibilità di scegliere quale sia il proprio indirizzo professionale. Permangono ancora grandi sacche di lavoro nero ed irregolare. 


Articolo 5  
La Repubblica è una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

 Criticità: Le forti disuguaglianze tra Nord e Sud, e i ritardi nei trasferimenti di competenze e risorse, mostrano una realtà molto distante dall'autonomia equilibrata. Conflitti di competenze e tensioni tra stato centrale ed autonomie locali fanno sì che l'efficienza burocratica sia solo un miraggio per i cittadini. Senza dimenticare partiti e movimenti che minano costantemente l'unità e indivisibilità della nazione. 


Articolo 6 
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Criticità: Le minoranze linguistiche sono riconosciute, ma la promozione attiva delle loro culture e lingue è spesso marginale e poco finanziata. C'è ancora molto da fare per promuovere la conoscenza e il rispetto di tutte le espressioni linguistiche presenti sul territorio. 




Articolo 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Criticità: I forti legami tra istituzioni e Chiesa mettono in dubbio una reale separazione: 8x1000, presenza religiosa in scuole pubbliche, sostegno alle scuole private cattoliche, ecc. Senza contare che la necessità di una revisione costituzionale agli accordi con la Chiesa rende quasi impossibile che ciò avvenga, anche se dovesse palesarsi una maggioranza parlamentare laica e riformista. 


Articolo 8 
Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Criticità: Non tutte le religioni hanno una piena intesa con lo Stato e alcune comunità faticano a vedersi riconosciute; in questo modo esse restano in una posizione di maggiori difficoltà rispetto ad altre nell'esercizio dei propri diritti. Permangono anche episodi di discriminazione e intolleranza, anche da parte di esponenti politici verso alcune minoranze religiose, come dimostra la difficoltà di aprire luoghi di culto non cattolici sul suolo italiano. 


Articolo 9 
 
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

Criticità: Ricerca sottofinanziata, fuga dei cervelli, precarietà nel mondo universitario: la promozione della cultura e della scienza è debole. Il patrimonio storico e artistico spesso non sono tutelati e pubblicizzati a sufficienza, (tra abusi edilizi, speculazioni e incuria) sprecando quell'enormità di beni che potrebbero fungere da attrattiva e da volano per l'economia. Scelte volte a risolvere i problemi del presente spesso contrastano con l'intento di tutelare la natura in nome delle generazioni future. 


Articolo 10 
L’ordinamento giuridico si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Criticità: Diverse condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo mostrano che l’Italia non è sempre conforme agli standard internazionali, specie su giustizia e diritti umani. Le politiche migratorie sono altalenanti e spesso schiave di fini elettorali. Negli ultimi anni anche il diritto d'asilo ha visto pesanti limitazioni da parte di vari governi, con procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato che risultano lunghe e complesse, con alta percentuale di dinieghi. 


Articolo 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

 Criticità: Pur non dichiarandole, l’Italia partecipa attivamente a missioni militari all'estero, anche in contesti ambigui, giustificandole come operazioni di pace e stabilizzazione e sollevando interrogativi sula loro piena conformità al ripudio della guerra come "strumento di offesa". La spesa militare in crescita e la presenza di basi NATO con armi nucleari straniere sollevano molti dubbi sulla coerenza con questo principio costituzionale. Inoltre, il nostro paese  vende armi a Paesi coinvolti in conflitti, talvolta anche sanguinosi e condannati dalle stesse organizzazioni interazionali. 


Articolo 12 
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso
 a tre bande verticali di eguali dimensioni.

 Criticità: Questo articolo sembra puramente simbolico, ma oggi l’uso della bandiera è spesso politicizzato, divisivo, e non sempre rappresenta l’unità e i valori costituzionali. Spinte separatiste e di anti-italianità evidenziano una difficoltà nell'identificazione con i simboli unitari. 




Conclusione:
I Principi Fondamentali della nostra Costituzione non sono solo belle parole, ma restano un faro civile e sociale. Sono obiettivi concreti, ma oggi incompiuti. Abbiamo bisogno di riforme coraggiose, investimenti adeguati e consapevolezza civica da parte di tutti, solo così questi principi non saranno più solo programmatici, ma fattuali.
Conoscerli e difenderli è il primo passo per realizzarli davvero.

lunedì 12 maggio 2025

MESSAGGI OCCULTI NEI CARTONI ANIMATI SATIRICI

 

Siamo abituati a trovare riferimenti alla massoneria e agli Illuminati nella letteratura, nel cinema, nell’arte e nella musica. Tuttavia, ci sono anche altre fonti, maggiormente "insospettabili", che analizzate nel modo giusto possono rivelare verità inconsuete e strabilianti.
Un esempio sono i cartoni animati, anche quelli di maggiore successo e apparentemente meno impegnati.
Diamo un’occhiata a cinque esempi.



1) AMERICAN DAD
L'episodio 13 della III stagione di American Dad (Il mese del mistero nero) è una parodia di numerose teorie del complotto ed anche di film come "Il mistero dei Templari" con N. Cage. Ad di là del divertimento, però, possiamo anche tentare di cogliere un qualche messaggio, volontario o meno da parte degli autori. 

TRAMA: Mentre ricerca un documento su George Washington Carver per la celebrazione della "Storia dei neri d'America", Steve scopre una cospirazione nata ai tempi dalla Guerra Civile: il burro d'arachidi, infatti, non sarebbe stato inventato da Carver, ma Lincoln avrebbe deciso di attribuirgli l'idea per far sì che un nero potesse essere apprezzato a livello nazionale. Un modo per tenere insieme il paese dopo il conflitto civile, insomma.
 Un gruppo di cospirazionisti, noto come Illuminoci (tra i quali lo stesso Stan), avrebbe avuto il compito di proteggere l'inganno nel corso dei secoli, ma ora Steve ritiene gli americani pronti per conoscere ed accettare la verità. 


Sono chiari i riferimenti agli Illuminati, alla massoneria, al simbolismo esoterico, ai servizi deviati ed ai legami tra politica e poteri occulti, anche se il tutto, come abbiamo detto, in chiave prettamente ironica.

Ma non si sa mai, magari qualcuno, partendo dallo scherzo, potrebbe iniziare ad informarsi in modo più serio, e, al di là del burro di arachidi, cominciare ad indagare su questioni storiche davvero importanti, comprendendo come non tutto ci sia stato raccontato in modo proprio esatto...


2) I SIMPSON
Nella puntata 12 della VI stagione dei Simpson (Homer il grande) troviamo il simpatico Homer protagonista di un'avventura ancora più particolare rispetto al solito. 
Dopo aver notato i grandi privilegi concessi a Lenny e Carl sul posto di lavoro, e dopo aver sentito alcuni strani discorsi tra loro, si convince che nascondono un qualche segreto. Decide così di seguirli una sera, arrivando a scoprire la sede principale del Sacro Ordine dei Tagliapietre (che altro non è se non una rappresentazione della Massoneria).
Per diventarne membro Homer dovrebbe salvare la vita ad uno di loro (cosa che tenta vanamente di fare), oppure essere figlio di un adepto; qui c'è la sorpresa, durante un esilarante discorso a tavola si scopre che Nonno Simpson è proprio un appartenente all'ordine (dopo che - curiosamente - ha affermato di essere anche un massone, come se le società fossero distinte).
Homer entra così nei Tagliapietre dopo aver superato una serie di prove, le quali, anche se in modo ironico, non sono poi così diverse da quelle che gli aspiranti massoni devono superare davvero (come ad esempio quella che riguarda l'andare oltre il timore per la propria morte).
Tuttavia, durante un banchetto, Homer rovina la Sacra pergamena e perciò sta per essere espulso, ma prima di essere cacciato gli altri si accorgono che possiede una voglia dalla forma uguale a quella del simbolo dei Tagliapietre; viene così intravisto il lui il "prescelto" di cui le sacre scritture hanno sempre parlato. 

 Homer diventa allora il loro capo e viene servito e riverito, forse fin troppo, al punto da costringere tutti gli altri tagliapietre a lasciare il Sacro Ordine per fondarne un altro, chiamato "Vietato agli Homer", proprio come il club di bambini dal quale era stato escluso nella sua infanzia, traumatizzandolo.


Abbiamo accennato alla similarità tra i Tagliapietre e la Massoneria; ciò è evidente per i simboli utilizzati nell'episodio: dalla piramide all'occhio, dalla squadra al compasso, dal martelletto alla scalpello, fino al sole.
Un altro elemento che testimonia la conoscenza da parte degli autori dei rituali massonici, oltre alle prove iniziatiche, è anche la regola secondo la quale il figlio di un adepto avrebbe una sorta di "permesso speciale" per accedere all'ordine. Non sarà nemmeno un caso il fatto che siano rappresentati diversi brindisi nella puntata, ed infatti le cene massoniche ne prevedono una grande quantità.
Ancora due curiosità. Nella cena sopra nominata si vede un alieno tra i partecipanti al banchetto, forse in questo caso lo scherzoso riferimento è ai rettiliani; tra l'altro i due alieni che spesso accompagnano gli spettatori nelle puntate di Halloween sono chiaramente disegnati con le pupille verticali dei serpenti. Inoltre, nello stesso banchetto, viene cantato un inno nel quale si narrano tutta una serie di eventi di importanza mondiale (dal controllo della monarchia britannica, passando per l'invenzione della stampa, fino al mito di Atlantide), finendo ogni frase con l'espressione "We do", a sottolineare il potere del Sacro Ordine.

3)I GRIFFIN
La serie I Griffin è nota per il suo umorismo tagliente e per le innumerevoli parodie della cultura pop. Dai racconti di Peter e dei suoi amici non mancano i riferimenti a società segrete di ogni ordine e grado come la massoneria e i templari. Molti di questi episodi hanno l’intento di mettere in satira i complessi intrighi delle istituzioni misteriose.
Un esempio importante è l’episodio La fonte meravigliosa (Stagione 8, Episodio 19) in cui Peter e i suoi amici si mettono alla ricerca dell’origine di un’oscena barzelletta e scoprono una società al limite dell’occulto composta dai più grandi geni del mondo, dal mitico Stephen Hawking a Bill Gates (da sempre considerati i bersagli di tanti complotti, ma non sarà un caso). Questa società è rappresentata come un'élite nascosta che controlla vari ambiti della cultura popolare, richiamando le teorie complottiste sugli Illuminati.

Nell'episodio Una scuola per Chris (Stagione 5, Episodio 16), invece, viene condotta una satira delle società segrete attraverso la parodia della Skull and Bones, una reale confraternita dell'Università di Yale spesso associata a varie teorie del complotto, anche a causa dei suoi membri o ex-appartenenti divenuti poi influenti e potenti.



In questo episodio, Chris Griffin viene espulso dalla sua scuola a causa dei suoi scarsi risultati e viene iscritto a una prestigiosa scuola privata. Per aiutarlo a integrarsi, il nonno di Chris, Carter Pewterschmidt, lo introduce alla società segreta Skull and Bones della scuola. Durante la cerimonia di iniziazione, Carter informa Chris che deve trascorrere "sette minuti in paradiso" con il membro più anziano della società, che si rivela essere Herbert, anziano da sempre innamorato del ragazzo.  L'episodio utilizza questa situazione per satirizzare le società segrete e le dinamiche di potere, mantenendo il tono irriverente tipico della serie.

 

 4)SOUTH PARK

  Nell'episodio Fantastico speciale di Pasqua (Stagione 11, ep. 5 ) Stan Marsh scopre una società segreta chiamata "The Hare Club for Men", che custodisce un antico segreto riguardante la vera natura della Pasqua. La sede del club ricorda un tempio massonico e la trama rimanda chiaramente a Il Codice da Vinci, con riferimenti a simbolismi religiosi e cospirazioni intricate. Il club sostiene che il vero Papa dovrebbe essere un coniglio, Snowball, e che la Chiesa ha nascosto questa verità per secoli. L'episodio culmina con l'intervento di Gesù, che conferma la teoria del club e incoraggia la nomina di Snowball come nuovo Papa.

Nell'episodio La sindrome di Hamburger (Stagione 15, ep.8), Stan entra in contatto con la "Segreta società dei Cinici", un gruppo che crede che il mondo sia un'illusione generata da forze misteriose come alieni o robot del futuro. La società è composta da individui che soffrono di una condizione che li rende estremamente cinici. La loro missione è smascherare la realtà e rivelare la verità nascosta dietro le apparenze.

In Super Migliori amici (Stagione 5, ep. 3) i protagonisti si uniscono a una setta guidata dal mago David Blaine, che si rivela essere un culto chiamato "Blaintology", una parodia della Scientology. Stan, rendendosi conto della natura pericolosa del culto, cerca aiuto da Gesù, che convoca i "Super Best Friends", un gruppo di figure religiose tra cui Maometto, Buddha e Krishna, per fermare Blaine e il suo piano di suicidio di massa. L'episodio critica le sette religiose e le loro pratiche manipolative.

5)FUTURAMA

Nell'episodio Il grande da Vinci (Stagione 6, Ep. 5) Fry scopre un disegno nascosto di Leonardo da Vinci che lo conduce, insieme al Professor Farnsworth, in un'avventura che li porta fino al pianeta Vinci, patria di una razza aliena di mega-intellettuali. La trama è una parodia del romanzo Il Codice da Vinci e include riferimenti a una società segreta segreta di cui Leonardo faceva parte. Questa società custodisce il segreto della "Macchina Magnifica", un'invenzione misteriosa di Leonardo.  

Nel film La bestia con un miliardo di schiene, Bender si unisce alla "League of Robots", un'organizzazione segreta composta da robot che si considerano superiori agli umani. La Lega è una parodia delle società esclusive e delle élite segrete, con rituali e gerarchie che ricordano quelle delle società massoniche. L'organizzazione è nota per il suo motto "Uccidi tutti gli umani, sebbene non abbia effettivamente ucciso nessuno da secoli. 


Nell’altro film della serie, Nell'immenso verde profondo, Fry acquisisce la capacità di leggere la mente e viene reclutato da una società segreta di telepati che indossano cappelli di carta stagnola per proteggersi dai pensieri altrui (nella nostra realtà esistono davvero dei complottisti che credono di proteggersi così dai “soldati mentali”). La Legione informa Fry di una battaglia cosmica tra due forze opposte: gli "Encyclopods", che cercano di preservare la vita, e i "Dark Ones", che vogliono distruggerla.

sabato 10 maggio 2025

I MOTIVI PER NON ODIARE LA RUSSIA (dal passato e per il futuro)

La guerra tra Ucraina e Russia ha sconvolto emotivamente l'Europa, ormai certa di aver debellato il conflitto dal proprio continente, così come il mondo intero, spaventato per le conseguente.
Cerchiamo per un attimo di allontanarci dallo scontro in sé, dalla ricerca dei colpevoli più o meno evidenti, dalle cause troppo a lungo ignorate e sottovalutate.
Soffermiamoci maggiormente sugli effetti che questa guerra ha avuto nell’immaginario collettivo.     

Molti hanno iniziato ad esternare un vero e proprio odio per la Russia, condannando non solo il governo, ma anche la sua popolazione, la sua anima. Le sanzioni in ambito sportivo ne sono una prova, così come quelle portate avanti in ambito culturale e in tanti altri settori.       
Eppure, non possiamo e non dobbiamo dimenticare i contributi che la Russia ha dato al mondo nel corso del tempo e in vari campi.       


Dal punto di vista storico, il 9 maggio si è celebrato l'apporto che quello stato diede alla sconfitta del nazismo, con un sacrificio rilevante offerto proprio dal popolo sovietico. La battaglia di Stalingrado, la liberazione di molti campi di concentramento, tutto ciò non può essere assolutamente obliato. 

             
Dal punto di vista letterario non possiamo dimenticare il lascito di scrittori come Tolstoj, Dostoevskij, Chekhov, Pushkin; profondi conoscitori dell’animo umano, maestri di stile, pensatori di grande spiritualità. 

 
In ambito musicale ricordiamo compositori come Čajkovskij, Rachmaninov e Stravinskij, autori di opere immortali pregne di ispirazione e passione che ancora oggi risuonano nei più grandi teatri.

 
Stessa cosa nell’arte, con i movimenti di avanguardia che hanno segnati stili e movimenti, artisti quali Kandinskij e Malevich hanno cambiato radicalmente il modo di concepire la pittura, influenzando le generazioni successive fino ad oggi.

 
Agli albori del cinema figure come quelle di Ejzenštejn e Tarkovskij hanno contribuito a codificare questo nuovo mezzo espressivo, lasciandoci pietre miliari celebrate in ogni tempo e luogo.   
    

       
Infine, non dimentichiamo i contributi russi alla scienza e alla tecnologia e nei campi della fisica, della matematica e dell’esplorazione spaziale, a cominciare dal primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin nel 1961.       

       
E’ importante, dunque, saper distinguere tra passato e presente, non dimenticando il primo per quello che sta accadendo ora. Non lasciamoci prendere dall’impulsività e pensiamo anche al futuro, quando – si spera – risorgerà la pace e si potrà proseguire in un cammino comune; per far sì che ciò accada, tuttavia, è necessario non segnare una frattura profonda tra le anime dell’Europa, tra i cuori dei popoli e le radici comuni.   

martedì 6 maggio 2025

REQUIEM PER L'UE (almeno per questa UE)

 C'era una volta l'UE.
L'esempio più eclatante è senza dubbio la Brexit, con il Regno Unito che non sembra voler mai prendere seriamente in considerazione l'idea di rientrare.



In Italia c'è un governo che, pur non dichiaratamente anti-UE, include forze politiche che in passato hanno espresso posizioni critiche nei confronti delle politiche europee e della sua burocrazia; ed anche tra le opposizioni c'è chi la pensa così.
Guardando alla Francia, il Rassemblement National di Marine Le Pen continua a guadagnare consensi e ad esercitare una pressione significativa sul governo, portando avanti una piattaforma che include la revisione dei trattati europei e una maggiore sovranità nazionale.
Anche in Germania, tradizionalmente un pilastro dell'UE, si notano segnali di crescente euroscetticismo, con partiti come Alternative für Deutschland (AfD) che ottengono risultati significativi alle elezioni. Per non parlare del neo- cancelliere Mertz eletto dopo una prima eclatante bocciatura in parlamento.
Nei paesi del Nord Europa si discute sempre più apertamente dei costi e dei benefici dell'adesione all'UE. Nell'Est Europa, infine, si osservano tensioni tra alcuni governi e le istituzioni europee su temi come lo stato di diritto e la gestione dei flussi migratori, si pensi alla Polonia, all'Ungheria di Orban, alla Slovacchia di Fico e - chissà - a breve anche in Romania.


Per molti tale situazione è un dramma; ma se invece fosse una opportunità? Come mai i pro-UE non si soffermano nemmeno un attimo a pensare che, se siamo giunti a questa situazione, evidentemente si stava andando nella direzione sbagliata? Nessuno dice che non ci possa essere una Unione, ma - evidentemente - gran parte del popolo europeo ha bocciato l'UE per come è nata e come si è comportata fino ad ora.

giovedì 1 maggio 2025

PRIMO MAGGIO: 10 RIFORME NECESSARIE PER IL MONDO DEL LAVORO

 Al certo della nostra Costituzione c’è il lavoro: dignitoso, sicuro e ben retribuito. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di trasformare il mondo del lavoro, rendendolo più equo, umano e sostenibile. Le dieci proposte che seguono non sono solo atti di giustizia sociale; sono anche strumenti intelligenti per rilanciare l’economia, aumentare la produttività, migliorare la salute e la serenità dei lavoratori e dare un contributo alle finanze pubbliche.



1. Riduzione dell’orario di lavoro a 6 ore giornaliere

Accorciare la giornata lavorativa a sei ore significa guadagnare più tempo libero, benessere e produttività. Esperimenti scandinavi e di altri paesi hanno dimostrato che i lavoratori meno affaticati sono più efficienti, sereni, motivati e commettono meno errori. A livello macroeconomico, questo porta anche a una maggiore occupazione: meno ore per ciascuno si traducono in più posti di lavoro disponibili. E per le finanze pubbliche? Si riducono le spese sanitarie legate allo stress, si abbassa il tasso di disoccupazione e con più lavoratori stipendiati aumenta anche il gettito fiscale.


2. Settimana lavorativa di massimo 5 giorni

Rendere illegale il superamento dei cinque giorni lavorativi non solo protegge il diritto al riposo, ma incoraggia anche un’organizzazione più efficiente. Un tempo le macchine erano viste come “concorrenti” dei lavoratori, oggi invece possono aiutarli e sostituirli per garantire un minore carico. I benefici economici si traducono in una qualità del lavoro superiore, mentre i due giorni di sosta potrebbero agevolare viaggi e attività ricreative con maggiori incassi per chi le gestisce e, indirettamente, anche per lo Stato.


3. Salario minimo a 12 euro l’ora

Un salario minimo dignitoso stimola la domanda interna: chi guadagna di più tende a spendere di più. È già una certezza in paesi di centro Europa, America del Nord e Asia, con ottime ricadute. Questo è un motore diretto per l’economia, incentivando anche ad investire e a far uscire prima i giovani dalla casa dei genitori, spingendo a formare famiglie e generare figli. Inoltre, riduce la dipendenza da sussidi pubblici e bonus, aumenta le entrate fiscali dirette ed indirette.



4. Meno tasse dirette sul lavoro, più su consumi e rendite improduttive

Spostare la pressione fiscale dal reddito da lavoro ai consumi e alle rendite improduttive è un modo per incentivare le assunzioni e ridurre i costi del lavoro per le aziende. Questo approccio può contribuire alla riduzione del lavoro in nero, attirando anche nuovi investimenti. Inoltre, tassare i consumi di lusso e le rendite passive contribuisce a riequilibrare il sistema fiscale, aumentando l'equità senza compromettere le entrate.


5. Un anno sabbatico ogni dieci anni per viaggi o formazione

 

Istituire un anno sabbatico retribuito (in gran parte dallo Stato) ogni dieci anni consente ai lavoratori di staccare dallo stress, viaggiare, formarsi o reinventarsi. È un contributo alla crescita umana e lavorativa delle persone. Le aziende ne traggono vantaggio con dipendenti più motivati, aggiornati e produttivi. Lo Stato ne gioverebbe con una migliore gestione dei corsi di formazione, non più imposti quando l'attenzione e le energie al minimo, ossia proprio nel pieno dei periodi lavorativi.


6. Pensione a 60 anni con possibilità di formare i giovani per chi termina la sua attività lavorativa

Imporre un tetto massimo di 60 anni all'età pensionabile darebbe una mano decisiva ai giovani, abbattendo la disoccupazione e facilitando un passaggio generazionale dinamico (sostenendo così anche i costi delle pensioni). Chi desidera rimanere attivo può contribuire come tutor o formatore, trasmettendo le proprie competenze senza ulteriori oneri per lo Stato. Pensionati meno anziani, inoltre, comportano anche meno malattie e assenze dal lavoro, più tempo per viaggiare e maggiore sostegno ai figli.



7. Reato di “omicidio sul lavoro” per chi non garantisce sicurezza

Chi risparmia sulla sicurezza dei lavoratori gioca con la vita delle persone in modo volontario e consapevole, per cui deve essere punito di conseguenza. Introdurre il reato di “omicidio sul lavoro” crea un deterrente forte e impone il rispetto delle normative, rendendo inutili le strategie per aggirare i controlli. Il tutto comporta meno incidenti mortali, minori spese sanitarie e assicurative,più giustizia e trasparenza per le imprese oneste che andrebbero premiate e pubblicizzate dallo Stato.


8. Formazione e sostegno economico per chi cerca lavoro

Chi è in cerca di lavoro merita supporto, attenzione e rispetto. Offrire corsi di formazione professionale e un reddito legato alla partecipazione e alla ricerca attiva non solo aumenta le possibilità di trovare un impiego, ma aiuta anche a ridurre l'emarginazione sociale. Questo si traduce in un numero maggiore di contribuenti attivi e in una diminuzione dell'assistenzialismo passivo, portando a una drastica riduzione del fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment or Training).


9. Tetto massimo agli stipendi dei manager e alle maxi pensioni

Imporre un limite agli stipendi dei dirigenti, fissandoli a un massimo di cinque volte quello del dipendente meno pagato, promuove la coesione all'interno dell'azienda, riduce le disuguaglianze e incoraggia le imprese a valorizzare veramente il lavoro dei dipendenti. Dal punto di vista economico, questo approccio libera risorse che possono essere utilizzate per aumentare i salari e investire in innovazione, con effetti positivi sul sistema fiscale e previdenziale. Stesso discorso per il limite alle maxi-pensioni: meno disuguaglianze, più giustizia sociale e maggiori risparmi per lo Stato. Si pensi che oggi l’INPS spende 34,4 miliardi per i 400mila pensionati che ricevono oltre 5mila euro al mese, mentre per gli altri 4,8 milioni di pensionati la spesa totale è di 33,5 miliardi.



10. Coinvolgimento dei lavoratori nella gestione delle aziende

Introdurre rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione favorisce una gestione più etica, solidale e sostenibile. Esperienze simili in Germania hanno dimostrato che questo approccio migliora le performance aziendali e riduce i conflitti interni. Inoltre, è un modo per democratizzare l’economia, aumentando la responsabilità sociale delle imprese.

 

 

Queste dieci riforme non sono semplici utopie, ma scelte ponderate per costruire un’economia del lavoro più moderna e giusta. Investire nelle persone, nel tempo e nella dignità del lavoro è la mossa più intelligente per rilanciare l’economia, le finanze pubbliche e in generale il benessere dell'intera società. Perché, quando il lavoro migliora, tutto il resto ne beneficia.

sabato 26 aprile 2025

DIECI “STRANI” AUTORI DELLA LETTERATURA ITALIANA [INGIUSTAMENTE DIMENTICATI]

Esistono gli autori canonici, quelli delle "Indicazioni nazionali" e delle "Linee guida", i classici intramontabili: Dante, Machiavelli, Manzoni, Leopardi, Pirandello, Montale e via così.
Esistono i cosiddetti 
minori” (che bruttissima espressione), mai molto facili da inquadrare, ma di
solito passati rapidamente in rassegna per poi ritornare ai big. 

E allora chi saranno mai gli autori particolari, quelli “strani”, così come definiti nel nostro titolo?
Sono autori che magari conoscete, che forse avete anche studiato a scuola (ma
non più di tanto); ciò che li contraddistingue, oltre a qualche eccentricità
nelle loro opere o nella biografia, è la relativa marginalità, come se
fossero stati messi da parte perché considerati poco ortodossi. 

Ecco dunque un nostro soggettivissimo canone di particolari autori italiani




1)      
CECCO D’ASCOLI [1269-1327]

Un tipo davvero eccentrico. Esperto di astrologia, letteratura misteriosa,
medicina, occultista ed eretico, al punto da essere arso vivo per la sua
produzione. In particolar modo gli costò cara la stesura de l’Acerba opera di carattere enciclopedico
(genere diffuso in Toscana allora) che aveva come obiettivo la descrizione del
mondo vero, tangibile, quello che circonda la nostra esistenza acerba,
contrapposta a quella ultraterrena matura; il suo obiettivo era didattico, ma
ben circoscritto; non voleva affatto spingersi oltre la realtà, come invece
aveva fatto Dante con la sua Commedia. Il problema fu che nella sua analisi,
libera e ispirata anche da autori non proprio ben visti dalla Chiesa (anche
perché mussulmani), percorse vie precluse dall’Inquisizione. La tradizione
vuole che Cecco, mentre bruciava sul rogo, continuò a ripetere “L’ho detto,
l’ho insegnato, lo credo!”, affatto deciso ad arrendersi fino all’ultimo. 




2)      CENNE DE LA CHITARRA [n.?- 1336]


Già il nome (ovviamente non è quello
di nascita) ha un qualcosa di curioso ed ironico, ed in effetti non può essere
considerato altrimenti questo autore fiorentino, di solito appena accennato
quando si passano in rassegna i cosiddetti scrittori comico-parodici. Lo
potremmo definire, scherzando un po’ con il linguaggio moderno, un troll. La
sua opera più famosa, Risposta per
contrari
, appartiene al genere occitano dell’enueg, caratterizzato da elenchi
di disgrazie e sventure, ma lo spunto venne da un’opera di FOLGORE DI SAN
GIMIGNANO, autore di un plazer (Sonetti
de’ mesi
), nel quale attribuiva ad ogni mese una gioia, un piacere. Cenne,
per parodiarlo, ma soprattutto per ironizzare sulla realtà cortese declinante
in quel periodo, attribuì invece ad ogni mese una sventura, un fastidio, 

tratteggiando così un mondo affatto gioioso. 





3)       PANORMITA [1394-1471]

All’anagrafe Antonio Beccadelli, ma
meglio noto (o almeno, scolasticamente, praticamente ignoto) con il soprannome
derivato dalla sua città natale, Palermo. E dire che la sua presenza a Napoli
fu tutt’altro che trascurabile, dato che si deve a lui la fondazione di quella
che sarà poi nota come “Accademia Pontaniana”. In cosa sta la particolarità
dell’autore, oltre che nel nome? Più che altro nell’opera Hermaphroditus, raccolta di epigrammi osceni, ai limiti di quella
che oggi sarebbe definita pornografia. Forse è dovuto a ciò il silenzio su di
lui? Eppure venne onorato dalle più importanti famiglie dell’epoca (Aragona,
Visconti, Medici), dedicando tra l’altro la sua raccolta all’iniziatore della 

signoria medicea, Cosimo.



4)      BURCHIELLO
[1404-1449]


A proposito dei Medici, non ebbe
buoni rapporti con tale famiglia Domenico di Giovanni, passato poi alla storia
con il soprannome di Burchiello, derivato da un’espressione che rimanda allo
gettare le merci a caso, in modo confuso; allo stesso modo si presentano le sue
poesie, in realtà consapevolmente caratterizzate da storpiature linguistiche e
formali. I suoi sonetti parodiano la tradizione toscana, l’umanesimo, il
petrarchismo, e non esprimono alcuna fede per il valore della parola, per la
filosofia platonica allora molto in voga. Ma, così facendo, mettevano in dubbio
le basi culturali sulle quali si basava la notorietà dei Medici, ancora agli
inizi della signoria, per cui desiderosi di farsi accettare politicamente e letterariamente.
Venne dunque esiliato da Firenze, ma i guai non lo abbandonarono fino alla
morte. Celebre il sonetto caudato Nominativi
fritti, e mappamondi
, spesso assegnato da imparare a memoria, ma senza che
si presti la dovuta attenzione al valore connotativo trasmesso, ben più
complesso di quello denotativo burlesco, come accennato sopra. 



555)      LUIGI
DA PORTO
[1485-1529]

Nobile vicentino dall’indole accesa e
dalla vita avventurosa, di certo non mancavano le occasioni per combattere in
nome di amore o ideali nell’Italia di quel periodo, stravolta dalle invasioni
dei grandi stati nazionali. Ma, proprio durante una pausa che Luigi dovette
concedersi per una ferita, scrisse Historia nuovamente ritrovata di due
nobili amanti
, novella con protagonisti due giovani veronesi, Romeo e
Giulietta, divisi dall’odio delle rispettive famiglie, ma uniti da un amore
impossibile, terminato poi in tragedia. Vi ricorda forse qualcosa? L’ispirazione
alla base della storia non è stata ancora decodificata fino in fondo: c’è un
chiaro riferimento ad una novella di Masuccio Salernitano, ma forse potrebbe
aver inciso anche un’esperienza diretta del Da Porto, come detto prima affatto
estraneo a questioni di armi ed amori.  





  6)      CARLO    GOZZI [1720-1806]

Autore non di certo totalmente
ignorato dai manuali e dai programmi, ma forse conosciuto più che altro per
essere fratello di Gasparo, fondatore della Gazzetta veneta. Eppure Carlo ebbe
un’educazione molto particolare, basata soprattutto su studi non formali. Si
appassionò a quello che viene definito il filone anti-classicista (Folengo,
Ruzzante, Aretino, Pulci), e le sue opere non mancarono mai di
contraddistinguersi per una forte carica comica, presente persino nelle
tragedie. Oppositore di Goldoni e della sua riforma teatrale (considerata
esterofila o comunque non in linea con la tradizione italica) scrisse delle
fiabe teatrali dominate da elementi mitici, soprannaturali, magici, al punto da
risultare troppo innovative per l’epoca. Saranno apprezzate, infatti, soprattutto
durante il romanticismo; paradossalmente il difensore della tradizione divenne
uno dei più grandi precursori culturali della sua era. 


7)      VINCENZO MONTI [1754-1828]
M

“E no, dai, questo è un autore noto”,
direte voi.
Certo, eppure non studiato più di tanto, se non per la sua traduzione
dell’Iliade. Ma ciò che rende particolare la vicenda del poeta di origini
ravennati fu il suo incredibile trasformismo, forse da far studiare proprio in
tempi come i nostri, caratterizzati da pennivendoli e voltagabbana. Il caro
Vincenzo fu capace di passare da una fazione all’altra, sempre in cerca di
salvezza: esaltatore della Roma classica di Pio VI nella Prosopopea di Pericle,
illuminista con l’odo al Signor di Montgolfier, anti-rivoluzionario con la
Bassvilliana, napoleonico con il Caio Gracco e La spada di Federico II, reazionario
con Il ritorno di Astrea. 


Insomma, andava lì dove lo portava la convenienza.


8)      GUIDO GOZZANO [1883-1916]

Poeta torinese, vita breve, sovente
malato: un perfetto crepuscolare, ed infatti così viene studiato. Ma cosa c’è,
allora, di tanto strano in lui? La particolarità è proprio nel mondo di
interpretare la crisi di valori sociali ed intellettuali messa in luce dai
crepuscolari. Mentre altri esponenti della corrente (che però non fu mai una
scuola) scelsero la via della disperazione, della poesia umile e modesta,
simbolo della decadenza personale e collettiva, Gozzano usò l’arma più potente:
l’ironia. Le sue opere testimoniano la crisi, ma lo fanno citando la tradizione
in modo buffo, stravolgendo la forma, destrutturando ciò che ha sempre
innalzato la poesia. In particolare l’ironia caratterizza la raccolta poetica I
colloqui, come ad esempio risulta evidente
dal poemetto La signorina Felicita ovvero
la Felicità
, ove è descritta una storia d’amore apparentemente tradizionale
e borghese, ma in realtà segnata fin dall’inizio dall'impossibilità di un
finale sereno, proprio a causa dell’inutilità del presente, della scomparsa dei
valori dominanti di un passato nei quali gli autori potevano rispecchiarsi.
Un’opera ed un autore, dunque, molto più complessi di come vengono proposti di
solito. 


9)      GIAN PIETRO LUCINI [1867-1914]

Un autore, lui sì, davvero strano. Dapprima
futurista, ma poi antimilitarista; ispirato dal Carducci, ma aperto alle
innovazioni; simbolista e decadente, ma al contempo anarchico e rivoluzionario.
Una personalità non facile da inquadrare, così come la sua produzione. Al
culmine della sua attività poetica (Revolverate)
divennero chiare le sue idee e le sue scelte: disprezzo per la morale borghese,
antimonarchico ed anti ecclesiastico, antimilitarista, rivoluzionario. Ecco,
quest’ultimo è il termine giusto. Dal punto di vista letterario furono rivoluzionarie
le sue scelte stilistiche (uno dei primi a servirsi del verso libero), mentre
dal punto di vista ideologico lo si può considerare il più “moderno” della sua
generazione: contrario alle guerre imperialiste, alle ipocrisie borghesi,
all’esaltazione di valori che non sono affatto tali, oppositore fiero della
prostituzione intellettuale. La consapevolezza che “Oggi è tempo di Satira!” risuona attuale più che mai. 


10)  EDOARDO SANGUINETI [1930-2010]

Concludiamo con un autore che, grazie al suo lavoro critico, è stato proprio
uno dei maggiori riscopritori dell’opera di Lucini. Sanguineti fece parte del
gruppo dei Novissimi e del Gruppo 63, orientati verso una letteratura
innovativa e rivoluzionaria; ne uscirà poi durante il ’68, soprattutto per la
sua volontà di portare la rivoluzione anche al di fuori dei libri, nella
società vera. La sua produzione fu incentrata sul tentativo di distruggere le
certezze illusorie del presente, partendo proprio da uno sconvolgimento
formale, operando sulla lingua come se essa fosse qualcosa di vivo, da
sconvolgere, in netto contrasto sia con i realisti che con gli ermetici. Laborintus,
Triperuno, Postkarten, sono

solo alcune delle opere dove questa carica rivoluzionaria è più evidente che
mai. Anche se negli ultimi anni si assistette ad una sorta di ripiegamento, ad
un ritorno nella fiducia rivoluzionaria confinata unicamente nella letteratura,
il suo pensiero ed il suo stile innovativo restano un esempio per le generazioni
future di poeti e romanzieri.