I primi 12 articoli, i Principi fondamentali, sono la base di tutto il resto del testo e di ogni legge approvata fino ad oggi.
Tuttavia, pur consapevoli che il testo ha delle caratteristiche programmatiche, dobbiamo osservare con amarezza che tutti e 12 i principi in realtà non hanno mai trovato piena applicazione nella nostra repubblica italiana.
Vediamo perché.
Articolo 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Criticità: L’Italia è afflitta da alta disoccupazione giovanile, precarietà lavorativa e lavoro povero. Il lavoro c’è, ma spesso non garantisce dignità. La sovranità apparterrà pure al popolo, ma passando attraverso il potere delegato ai parlamentari, i quali spesso fanno e disfano come vogliono, allontanandosi completamente dal mandato popolare e senza subirne le conseguenze. Tutto ciò ha portato ad una altissima astensione e ha allontanato molti cittadini dalle istituzioni.
Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Criticità: Migranti, detenuti, disabili e persone in povertà estrema spesso non vedono tutelati i loro diritti in modo effettivo. I diritti inviolabili restano, talvolta, sulla carta, come ad esempio quello alla salute, svilito dalle lunghissime file d'attesa. I doveri di solidarietà restano più che mai solo sulla carta, soprattutto per come funziona il nostro sistema di tassazione.
Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Criticità: Disparità territoriali, discriminazioni di genere, razza, condizione sociale ed economica sono ancora diffuse. Non tutti partono dallo stesso punto. Le opinioni politiche sono tutt'altro che rispettate e tutelate, mentre le condizioni personali e sociali pesano tantissimo sul futuro di ogni singola persona. La Repubblica fatica nel tentare di rimuovere gli ostacoli all'uguaglianza dei cittadini, per cui enormi porzioni di popolazione restano al di fuori delle organizzazione politiche, faticano ad accedere ad una adeguata istruzione, sono estromesse dal mondo economico-lavorativo e dai contesti sociali migliori.
Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Criticità: Il diritto al lavoro è spesso una lotteria. Molti, soprattutto i giovani e le donne, faticano a trovare un lavoro stabile e coerente con la propria formazione. Ultimamente anche gli anziani si trovano improvvisamente senza occupazione, proprio a pochi anni dalla pensione. Differenze territoriali, inoltre, hanno un'influenza decisiva sulla possibilità di trovare un lavoro e sulla possibilità di scegliere quale sia il proprio indirizzo professionale. Permangono ancora grandi sacche di lavoro nero ed irregolare.
Articolo 5
La Repubblica è una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Criticità: Le forti disuguaglianze tra Nord e Sud, e i ritardi nei trasferimenti di competenze e risorse, mostrano una realtà molto distante dall'autonomia equilibrata. Conflitti di competenze e tensioni tra stato centrale ed autonomie locali fanno sì che l'efficienza burocratica sia solo un miraggio per i cittadini. Senza dimenticare partiti e movimenti che minano costantemente l'unità e indivisibilità della nazione.
Articolo 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.
Criticità: Le minoranze linguistiche sono riconosciute, ma la promozione attiva delle loro culture e lingue è spesso marginale e poco finanziata. C'è ancora molto da fare per promuovere la conoscenza e il rispetto di tutte le espressioni linguistiche presenti sul territorio.
Articolo 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.
Criticità: I forti legami tra istituzioni e Chiesa mettono in dubbio una reale separazione: 8x1000, presenza religiosa in scuole pubbliche, sostegno alle scuole private cattoliche, ecc. Senza contare che la necessità di una revisione costituzionale agli accordi con la Chiesa rende quasi impossibile che ciò avvenga, anche se dovesse palesarsi una maggioranza parlamentare laica e riformista.
Articolo 8
Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Criticità: Non tutte le religioni hanno una piena intesa con lo Stato e alcune comunità faticano a vedersi riconosciute; in questo modo esse restano in una posizione di maggiori difficoltà rispetto ad altre nell'esercizio dei propri diritti. Permangono anche episodi di discriminazione e intolleranza, anche da parte di esponenti politici verso alcune minoranze religiose, come dimostra la difficoltà di aprire luoghi di culto non cattolici sul suolo italiano.
Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.
Criticità: Ricerca sottofinanziata, fuga dei cervelli, precarietà nel mondo universitario: la promozione della cultura e della scienza è debole. Il patrimonio storico e artistico spesso non sono tutelati e pubblicizzati a sufficienza, (tra abusi edilizi, speculazioni e incuria) sprecando quell'enormità di beni che potrebbero fungere da attrattiva e da volano per l'economia. Scelte volte a risolvere i problemi del presente spesso contrastano con l'intento di tutelare la natura in nome delle generazioni future.
Articolo 10
L’ordinamento giuridico si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.
Criticità: Diverse condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo mostrano che l’Italia non è sempre conforme agli standard internazionali, specie su giustizia e diritti umani. Le politiche migratorie sono altalenanti e spesso schiave di fini elettorali. Negli ultimi anni anche il diritto d'asilo ha visto pesanti limitazioni da parte di vari governi, con procedure per il riconoscimento dello status di rifugiato che risultano lunghe e complesse, con alta percentuale di dinieghi.
Articolo 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Criticità: Pur non dichiarandole, l’Italia partecipa attivamente a missioni militari all'estero, anche in contesti ambigui, giustificandole come operazioni di pace e stabilizzazione e sollevando interrogativi sula loro piena conformità al ripudio della guerra come "strumento di offesa". La spesa militare in crescita e la presenza di basi NATO con armi nucleari straniere sollevano molti dubbi sulla coerenza con questo principio costituzionale. Inoltre, il nostro paese vende armi a Paesi coinvolti in conflitti, talvolta anche sanguinosi e condannati dalle stesse organizzazioni interazionali.
Articolo 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni.
Criticità: Questo articolo sembra puramente simbolico, ma oggi l’uso della bandiera è spesso politicizzato, divisivo, e non sempre rappresenta l’unità e i valori costituzionali. Spinte separatiste e di anti-italianità evidenziano una difficoltà nell'identificazione con i simboli unitari.
Conclusione:
I Principi Fondamentali della nostra Costituzione non sono solo belle parole, ma restano un faro civile e sociale. Sono obiettivi concreti, ma oggi incompiuti. Abbiamo bisogno di riforme coraggiose, investimenti adeguati e consapevolezza civica da parte di tutti, solo così questi principi non saranno più solo programmatici, ma fattuali.
Conoscerli e difenderli è il primo passo per realizzarli davvero.