sabato 10 maggio 2025

I MOTIVI PER NON ODIARE LA RUSSIA (dal passato e per il futuro)

La guerra tra Ucraina e Russia ha sconvolto emotivamente l'Europa, ormai certa di aver debellato il conflitto dal proprio continente, così come il mondo intero, spaventato per le conseguente.
Cerchiamo per un attimo di allontanarci dallo scontro in sé, dalla ricerca dei colpevoli più o meno evidenti, dalle cause troppo a lungo ignorate e sottovalutate.
Soffermiamoci maggiormente sugli effetti che questa guerra ha avuto nell’immaginario collettivo.     

Molti hanno iniziato ad esternare un vero e proprio odio per la Russia, condannando non solo il governo, ma anche la sua popolazione, la sua anima. Le sanzioni in ambito sportivo ne sono una prova, così come quelle portate avanti in ambito culturale e in tanti altri settori.       
Eppure, non possiamo e non dobbiamo dimenticare i contributi che la Russia ha dato al mondo nel corso del tempo e in vari campi.       


Dal punto di vista storico, il 9 maggio si è celebrato l'apporto che quello stato diede alla sconfitta del nazismo, con un sacrificio rilevante offerto proprio dal popolo sovietico. La battaglia di Stalingrado, la liberazione di molti campi di concentramento, tutto ciò non può essere assolutamente obliato. 

             
Dal punto di vista letterario non possiamo dimenticare il lascito di scrittori come Tolstoj, Dostoevskij, Chekhov, Pushkin; profondi conoscitori dell’animo umano, maestri di stile, pensatori di grande spiritualità. 

 
In ambito musicale ricordiamo compositori come Čajkovskij, Rachmaninov e Stravinskij, autori di opere immortali pregne di ispirazione e passione che ancora oggi risuonano nei più grandi teatri.

 
Stessa cosa nell’arte, con i movimenti di avanguardia che hanno segnati stili e movimenti, artisti quali Kandinskij e Malevich hanno cambiato radicalmente il modo di concepire la pittura, influenzando le generazioni successive fino ad oggi.

 
Agli albori del cinema figure come quelle di Ejzenštejn e Tarkovskij hanno contribuito a codificare questo nuovo mezzo espressivo, lasciandoci pietre miliari celebrate in ogni tempo e luogo.   
    

       
Infine, non dimentichiamo i contributi russi alla scienza e alla tecnologia e nei campi della fisica, della matematica e dell’esplorazione spaziale, a cominciare dal primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin nel 1961.       

       
E’ importante, dunque, saper distinguere tra passato e presente, non dimenticando il primo per quello che sta accadendo ora. Non lasciamoci prendere dall’impulsività e pensiamo anche al futuro, quando – si spera – risorgerà la pace e si potrà proseguire in un cammino comune; per far sì che ciò accada, tuttavia, è necessario non segnare una frattura profonda tra le anime dell’Europa, tra i cuori dei popoli e le radici comuni.   

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