Al certo della nostra
Costituzione c’è il lavoro: dignitoso,
sicuro e ben retribuito. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di trasformare il
mondo del
lavoro, rendendolo più equo, umano e sostenibile. Le dieci proposte
che seguono non sono solo atti di giustizia sociale; sono anche strumenti
intelligenti per rilanciare
l’economia, aumentare la produttività, migliorare
la salute e la serenità dei
lavoratori e dare un contributo alle finanze
pubbliche.
1. Riduzione dell’orario di lavoro a 6 ore giornaliere
Accorciare la giornata lavorativa a sei ore significa
guadagnare più tempo libero, benessere e produttività. Esperimenti scandinavi e
di altri paesi hanno dimostrato che i lavoratori meno affaticati sono più
efficienti, sereni, motivati e commettono meno errori. A livello
macroeconomico, questo porta anche a una maggiore occupazione: meno ore per
ciascuno si traducono in più posti di lavoro disponibili. E per le finanze
pubbliche? Si riducono le spese sanitarie legate allo stress, si abbassa il
tasso di disoccupazione e con più lavoratori stipendiati aumenta anche il
gettito fiscale.
2. Settimana lavorativa di massimo 5 giorni
Rendere illegale il superamento dei cinque giorni lavorativi
non solo protegge il diritto al riposo, ma incoraggia anche un’organizzazione
più efficiente. Un tempo le macchine erano viste come “concorrenti” dei
lavoratori, oggi invece possono aiutarli e sostituirli per garantire un minore
carico. I benefici economici si traducono in una qualità del lavoro superiore,
mentre i due giorni di sosta potrebbero agevolare viaggi e attività ricreative
con maggiori incassi per chi le gestisce e, indirettamente, anche per lo Stato.
3. Salario minimo a 12 euro l’ora
Un salario minimo dignitoso stimola la domanda interna: chi
guadagna di più tende a spendere di più. È già una certezza in paesi di centro
Europa, America del Nord e Asia, con ottime ricadute. Questo è un motore
diretto per l’economia, incentivando anche ad investire e a far uscire prima i
giovani dalla casa dei genitori, spingendo a formare famiglie e generare figli.
Inoltre, riduce la dipendenza da sussidi pubblici e bonus, aumenta le entrate
fiscali dirette ed indirette.
4. Meno tasse dirette sul lavoro, più su consumi e rendite
improduttive
Spostare la pressione fiscale dal reddito da lavoro ai
consumi e alle rendite improduttive è un modo per incentivare le assunzioni e
ridurre i costi del lavoro per le aziende. Questo approccio può contribuire
alla riduzione del lavoro in nero, attirando anche nuovi investimenti. Inoltre,
tassare i consumi di lusso e le rendite passive contribuisce a riequilibrare il
sistema fiscale, aumentando l'equità senza compromettere le entrate.
5. Un anno sabbatico ogni dieci anni per viaggi o formazione
Istituire un anno sabbatico retribuito (in gran parte dallo
Stato) ogni dieci anni consente ai lavoratori di staccare dallo stress,
viaggiare, formarsi o reinventarsi. È un contributo alla crescita umana e
lavorativa delle persone. Le aziende ne traggono vantaggio con dipendenti più
motivati, aggiornati e produttivi. Lo Stato ne gioverebbe con una migliore
gestione dei corsi di formazione, non più imposti quando l'attenzione e le
energie al minimo, ossia proprio nel pieno dei periodi lavorativi.
6. Pensione a 60 anni con possibilità di formare i giovani
per chi termina la sua attività lavorativa
Imporre un tetto massimo di 60 anni all'età pensionabile
darebbe una mano decisiva ai giovani, abbattendo la disoccupazione e
facilitando un passaggio generazionale dinamico (sostenendo così anche i costi
delle pensioni). Chi desidera rimanere attivo può contribuire come tutor o
formatore, trasmettendo le proprie competenze senza ulteriori oneri per lo
Stato. Pensionati meno anziani, inoltre, comportano anche meno malattie e
assenze dal lavoro, più tempo per viaggiare e maggiore sostegno ai figli.
7. Reato di “omicidio sul lavoro” per chi non garantisce
sicurezza
Chi risparmia sulla sicurezza dei lavoratori gioca con la
vita delle persone in modo volontario e consapevole, per cui deve essere punito
di conseguenza. Introdurre il reato di “omicidio sul lavoro” crea un deterrente
forte e impone il rispetto delle normative, rendendo inutili le strategie per
aggirare i controlli. Il tutto comporta meno incidenti mortali, minori spese
sanitarie e assicurative,più giustizia e trasparenza per le imprese oneste che
andrebbero premiate e pubblicizzate dallo Stato.
8. Formazione e sostegno economico per chi cerca lavoro
Chi è in cerca di lavoro merita supporto, attenzione e
rispetto. Offrire corsi di formazione professionale e un reddito legato alla
partecipazione e alla ricerca attiva non solo aumenta le possibilità di trovare
un impiego, ma aiuta anche a ridurre l'emarginazione sociale. Questo si traduce
in un numero maggiore di contribuenti attivi e in una diminuzione
dell'assistenzialismo passivo, portando a una drastica riduzione del fenomeno
dei NEET (Not in Education, Employment or Training).
9. Tetto massimo agli stipendi dei manager e alle maxi
pensioni
Imporre un limite agli stipendi dei dirigenti, fissandoli a
un massimo di cinque volte quello del dipendente meno pagato, promuove la
coesione all'interno dell'azienda, riduce le disuguaglianze e incoraggia le
imprese a valorizzare veramente il lavoro dei dipendenti. Dal punto di vista
economico, questo approccio libera risorse che possono essere utilizzate per
aumentare i salari e investire in innovazione, con effetti positivi sul sistema
fiscale e previdenziale. Stesso discorso per il limite alle maxi-pensioni: meno
disuguaglianze, più giustizia sociale e maggiori risparmi per lo Stato. Si
pensi che oggi l’INPS spende 34,4 miliardi per i 400mila pensionati che
ricevono oltre 5mila euro al mese, mentre per gli altri 4,8 milioni di
pensionati la spesa totale è di 33,5 miliardi.
10. Coinvolgimento dei lavoratori nella gestione delle
aziende
Introdurre rappresentanti dei lavoratori nei consigli di
amministrazione favorisce una gestione più etica, solidale e sostenibile.
Esperienze simili in Germania hanno dimostrato che questo approccio migliora le
performance aziendali e riduce i conflitti interni. Inoltre, è un modo per
democratizzare l’economia, aumentando la responsabilità sociale delle imprese.
Queste dieci riforme non sono semplici utopie, ma scelte
ponderate per costruire un’economia del lavoro più moderna e giusta. Investire
nelle persone, nel tempo e nella dignità del lavoro è la mossa più intelligente
per rilanciare l’economia, le finanze pubbliche e in generale il benessere
dell'intera società. Perché, quando il lavoro migliora, tutto il resto ne
beneficia.
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