giovedì 1 maggio 2025

PRIMO MAGGIO: 10 RIFORME NECESSARIE PER IL MONDO DEL LAVORO

 Al certo della nostra Costituzione c’è il lavoro: dignitoso, sicuro e ben retribuito. Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di trasformare il mondo del lavoro, rendendolo più equo, umano e sostenibile. Le dieci proposte che seguono non sono solo atti di giustizia sociale; sono anche strumenti intelligenti per rilanciare l’economia, aumentare la produttività, migliorare la salute e la serenità dei lavoratori e dare un contributo alle finanze pubbliche.



1. Riduzione dell’orario di lavoro a 6 ore giornaliere

Accorciare la giornata lavorativa a sei ore significa guadagnare più tempo libero, benessere e produttività. Esperimenti scandinavi e di altri paesi hanno dimostrato che i lavoratori meno affaticati sono più efficienti, sereni, motivati e commettono meno errori. A livello macroeconomico, questo porta anche a una maggiore occupazione: meno ore per ciascuno si traducono in più posti di lavoro disponibili. E per le finanze pubbliche? Si riducono le spese sanitarie legate allo stress, si abbassa il tasso di disoccupazione e con più lavoratori stipendiati aumenta anche il gettito fiscale.


2. Settimana lavorativa di massimo 5 giorni

Rendere illegale il superamento dei cinque giorni lavorativi non solo protegge il diritto al riposo, ma incoraggia anche un’organizzazione più efficiente. Un tempo le macchine erano viste come “concorrenti” dei lavoratori, oggi invece possono aiutarli e sostituirli per garantire un minore carico. I benefici economici si traducono in una qualità del lavoro superiore, mentre i due giorni di sosta potrebbero agevolare viaggi e attività ricreative con maggiori incassi per chi le gestisce e, indirettamente, anche per lo Stato.


3. Salario minimo a 12 euro l’ora

Un salario minimo dignitoso stimola la domanda interna: chi guadagna di più tende a spendere di più. È già una certezza in paesi di centro Europa, America del Nord e Asia, con ottime ricadute. Questo è un motore diretto per l’economia, incentivando anche ad investire e a far uscire prima i giovani dalla casa dei genitori, spingendo a formare famiglie e generare figli. Inoltre, riduce la dipendenza da sussidi pubblici e bonus, aumenta le entrate fiscali dirette ed indirette.



4. Meno tasse dirette sul lavoro, più su consumi e rendite improduttive

Spostare la pressione fiscale dal reddito da lavoro ai consumi e alle rendite improduttive è un modo per incentivare le assunzioni e ridurre i costi del lavoro per le aziende. Questo approccio può contribuire alla riduzione del lavoro in nero, attirando anche nuovi investimenti. Inoltre, tassare i consumi di lusso e le rendite passive contribuisce a riequilibrare il sistema fiscale, aumentando l'equità senza compromettere le entrate.


5. Un anno sabbatico ogni dieci anni per viaggi o formazione

 

Istituire un anno sabbatico retribuito (in gran parte dallo Stato) ogni dieci anni consente ai lavoratori di staccare dallo stress, viaggiare, formarsi o reinventarsi. È un contributo alla crescita umana e lavorativa delle persone. Le aziende ne traggono vantaggio con dipendenti più motivati, aggiornati e produttivi. Lo Stato ne gioverebbe con una migliore gestione dei corsi di formazione, non più imposti quando l'attenzione e le energie al minimo, ossia proprio nel pieno dei periodi lavorativi.


6. Pensione a 60 anni con possibilità di formare i giovani per chi termina la sua attività lavorativa

Imporre un tetto massimo di 60 anni all'età pensionabile darebbe una mano decisiva ai giovani, abbattendo la disoccupazione e facilitando un passaggio generazionale dinamico (sostenendo così anche i costi delle pensioni). Chi desidera rimanere attivo può contribuire come tutor o formatore, trasmettendo le proprie competenze senza ulteriori oneri per lo Stato. Pensionati meno anziani, inoltre, comportano anche meno malattie e assenze dal lavoro, più tempo per viaggiare e maggiore sostegno ai figli.



7. Reato di “omicidio sul lavoro” per chi non garantisce sicurezza

Chi risparmia sulla sicurezza dei lavoratori gioca con la vita delle persone in modo volontario e consapevole, per cui deve essere punito di conseguenza. Introdurre il reato di “omicidio sul lavoro” crea un deterrente forte e impone il rispetto delle normative, rendendo inutili le strategie per aggirare i controlli. Il tutto comporta meno incidenti mortali, minori spese sanitarie e assicurative,più giustizia e trasparenza per le imprese oneste che andrebbero premiate e pubblicizzate dallo Stato.


8. Formazione e sostegno economico per chi cerca lavoro

Chi è in cerca di lavoro merita supporto, attenzione e rispetto. Offrire corsi di formazione professionale e un reddito legato alla partecipazione e alla ricerca attiva non solo aumenta le possibilità di trovare un impiego, ma aiuta anche a ridurre l'emarginazione sociale. Questo si traduce in un numero maggiore di contribuenti attivi e in una diminuzione dell'assistenzialismo passivo, portando a una drastica riduzione del fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment or Training).


9. Tetto massimo agli stipendi dei manager e alle maxi pensioni

Imporre un limite agli stipendi dei dirigenti, fissandoli a un massimo di cinque volte quello del dipendente meno pagato, promuove la coesione all'interno dell'azienda, riduce le disuguaglianze e incoraggia le imprese a valorizzare veramente il lavoro dei dipendenti. Dal punto di vista economico, questo approccio libera risorse che possono essere utilizzate per aumentare i salari e investire in innovazione, con effetti positivi sul sistema fiscale e previdenziale. Stesso discorso per il limite alle maxi-pensioni: meno disuguaglianze, più giustizia sociale e maggiori risparmi per lo Stato. Si pensi che oggi l’INPS spende 34,4 miliardi per i 400mila pensionati che ricevono oltre 5mila euro al mese, mentre per gli altri 4,8 milioni di pensionati la spesa totale è di 33,5 miliardi.



10. Coinvolgimento dei lavoratori nella gestione delle aziende

Introdurre rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione favorisce una gestione più etica, solidale e sostenibile. Esperienze simili in Germania hanno dimostrato che questo approccio migliora le performance aziendali e riduce i conflitti interni. Inoltre, è un modo per democratizzare l’economia, aumentando la responsabilità sociale delle imprese.

 

 

Queste dieci riforme non sono semplici utopie, ma scelte ponderate per costruire un’economia del lavoro più moderna e giusta. Investire nelle persone, nel tempo e nella dignità del lavoro è la mossa più intelligente per rilanciare l’economia, le finanze pubbliche e in generale il benessere dell'intera società. Perché, quando il lavoro migliora, tutto il resto ne beneficia.

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