sabato 7 giugno 2025

DECRETO SICUREZZA: LO SCUDO CHE ALLARGA I POTERI DEI SERVIZI SEGRETI E GLI INQUIETANTI ESEMPI DEL PASSATO

 Il Decreto sicurezza ha introdotto 22 nuovi reati, aumentato delle aggravanti e stabilito norme molto contestate.  Si va dalle strette sui blocchi stradali ai provvedimenti sulle occupazione degli immobili, dalle misure per limitare le rivolte in carcere a quelle che inaspriscono le pene per alcuni tipi di manifestazioni. 

Ma soffermiamoci sull'Articolo 31 del decreto, forse fin troppo sottovalutato dalla pubblica opinione. Sono state potenziate le attività della nostra Intelligence, in particolare quelle sotto copertura; gli 007 infiltrati potranno prendere parte ad associazioni terroristiche ed eversive, ed inoltre sarà possibile per loro dirigere e organizzare operazioni di tale stampo senza che ci sia alcuna conseguenza penale. 
I familiari delle vittime di mafia e terrorismo già a gennaio avevano messo in guardia sui poteri concessi dall'allora DDL, mentre solo l'intervento del Presidente della Repubblica ha evitato che fosse imposto anche l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di fornire informazioni al servizi segreti. 

Già immagino i commenti di alcuni: "eh, ma i servizi segreti è normale che devono infiltrarsi", "se partecipano a delle operazioni è solo per smascherarle", "se organizzano atti di terrorismo non succederà nulla per davvero". 

Troppi film hollywoodiani ci hanno fatto dimenticare la nostra storia nazionale, costellata di eventi oscuri e tragici nei quali spesso l'azione dell'Intelligence è stata tutt'altro che limpida e corretta.  

Vediamo dieci esempi. 

1 - STRAGE DI PIAZZA FONTANA (1969)

L'attentato terroristico del 12 dicembre causò 17 morti e 90 feriti, segnando l'inizio degli Anni di Piombo. Dopo decenni di processi alla fine la Cassazione ha stabilito la colpevolezza di terroristi appartenenti all'area di estrema destra, tuttavia nessuno degli esecutori materiali è mai stato condannato. Il SID nascose le appartenenze all'estremismo anti-comunista di alcuni sospetti, finse di non possedere informazioni fondamentali e agevolò la latitanza all'estero di altri probabili colpevoli. Non dimentichiamo che questo caso è collegato alla misteriosa morte dell'anarchico Pinelli.  

2 - GOLPE BORGHESE (1970)

Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre Junio Valerio Borghese, appoggiato dai movimenti di estrema destra Fronte nazionale e Avanguardia nazionale, tentò un colpo di stato, poi misteriosamente abortito. I vari processi e le inchieste successive non poterono contare su tutte le informazioni necessarie, dato che i file prodotti dal SID videro il taglio di molti dati fondamentali. La Commissione parlamentare che indagò in merito ad inizio anni 2000 stabilì che gli apparati avevano occultato la verità. 

3 - STRAGE DELL'ITALICUS (1974)

L'attentato ebbe luogo nella notte tra il 3 e il 4 agosto, portando alla morte di 12 persone. Gli autori furono individuati all'interno dell'associazioni neofasciste, sebbene anche in questo caso i processi non portarono ad alcuna condanna. Una dipendente del SID a distanza di anni fu condannata per falsa testimonianza, mentre un presunto attentatore riuscì a fuggire all'estero grazie a delle coperture occulte.

4 - CASO MORO (1978)

Il rapimento dell'esponente della DC avvenne il 16 marzo, mentre l'uccisione il 9 maggio. I processi hanno portato alla condanna di diversi esponenti delle Brigate rosse. Tra i mille misteri del caso ci soffermiamo sulla figura di Antonio Chichiarelli che realizzò almeno un falso comunicato, fintamente attribuito alle BR, forse con l'obiettivo di allontanare le indagini dalla capitale, dando così maggiore libertà di movimento ai rapitori. Sono noti i suoi contatti con ambienti della mafia, dell'estremismo di destra ma anche dei servizi segreti, mentre la sua storia si lega anche all'omicidio Pecorelli. In entrambi i casi il SISDE non approfondirono le indagini su di lui e su chi potrebbe averlo manovrato, mentre anche la morte dello stesso Chichiarelli (per omicidio) è avvolta nel mistero. Secondo alcune teorie investigative, inoltre, membri dei servizi sarebbero stati al corrente del luogo dove era imprigionato Moro, mentre è certo che nello stesso stabile ci fossero appartamenti intestati ad informatori o uomini stessi dei servizi. 

5 - STRAGE DI BOLOGNA (1980)

La bomba del 2 agosto portò alla morte di 85 persone e al ferimento di oltre 200. I vari processi hanno portato alla condanna di terroristi di estrema destra, sebbene fin da subito il SISMI cercò di dirottare le indagini su fantomatici coinvolgimenti internazionali (la falsa "pista palestinese"). Alti funzionari dei servizi sono stati condannati per i depistaggi, sopratutto nel corso degli anni '90, e anche l'allora Presidente della Repubblica Cossiga affermò di essere stato mal informato dai servizi segreti. 

6 - STRAGE DI USTICA (1980)

Il 27 giugno, tra le isole di Ponza e Ustica, il volo di linea diretto da Bologna a Palermo fu abbattuto, con la conseguente morte di 81 tra passeggeri e membri dell'equipaggio. Numerosi processi non sono riusciti a scrivere la verità, mentre l'ex presidente della Repubblica Cossiga ha confermato la teoria più probabile, ossia che una potenza straniera abbia tentato di abbattere l'aereo sul quale viaggiava Gheddafi, colpendo invece il velivolo civile, sostenendo infine di essere stato informato dai servizi segreti italiani. I depistaggi sulla strage hanno riguardato presunte tracce di esplosivo (probabilmente aggiunte dopo, nei depositi militari) per indirizzare verso una bomba a bordo mai accertata. Negli ultimi anni, invece, sono stati desecretate 132 pagine redatte dei servizi, le quali però, oltre ad essere oggettivamente poche per un caso così importante, risultano prive di informazioni rilevanti, facendo pensare all'esistenza di altro materiale ancora nascosto. Si segnalano anche tracciati radar, probabilmente decisivi, persi nel corso delle indagini. 

7 - ORGANIZZAZIONE GLADIO (ANNI '50-'90)

Ormai è accertato che l'organizzazione paramilitare fu gestita da CIA e Servizi segreti italiani, finalizzata al contrasto delle ideologie comuniste e all'espansione territoriale dell'URSS. I primi accordi tra SIFAR e CIA risalgono al '56, con l'ingresso negli anni successivi di altri membri della NATO. In seguito alle rivelazioni ufficiali del '90 (Andreotti, Cossiga) iniziarono le indagini e le inchieste per scoprire il numero esatto dei gladiatori, comunque oscillante tra i 500 e i 1000, ma molti ancora restano celati. Ricostruzioni giornalistiche ipotizzano un coinvolgimento di Gladio nel Piano Solo, nel caso Moro e in diversi attentati degli Anni di piombo, con conferme giunte anche da parte di ex terroristi e ex appartenenti ai servizi segreti. 

8 - LOGGIA MASSONICA P2 (ANNI '50-'80)

La loggia nacque ufficialmente a fine '800, ma fu solo dopo il secondo dopoguerra, sotto la guida di Licio Gelli, che iniziò la sua attività clandestina deviata. Nella P2 entrarono imprenditori, giornalisti, politici, alti funzionari militari, oltre a capi e membri dei servizi segreti. La Commissione parlamentare d'inchiesta, attiva dal 1981, scoprì i piani della loggia finalizzati al controllo dell'ordine democratico e dei mass media, oltre al probabile coinvolgimento in tentati colpi di stato e attentati della strategia della tensione. 

9 - TRATTATIVA STATO-MAFIA (ANNI '90)

I dialoghi tra lo stato italiano e la mafia riguardano il periodo delle stragi degli anni '92-'93, quando per tentare di fermarle sarebbero stati concessi dei favori alla criminalità organizzata. Sebbene i tre gradi di giudizio siano terminati con la prescrizione per i boss e l'assoluzione per i vertici istituzionali, restano ancora dubbi su ciò che sarebbe avvenuto in quel periodo, soprattutto perché la Cassazione ha comunque confermato l'esistenza della trattativa. Prima di essere assassinato, il giudice Borsellino confidò alla moglie di essere a conoscenza del dialogo tra apparati dello stato e la mafia, affermando anche di sospettare di essere spiato dai servizi segreti. Successivamente anche dei boss pentiti hanno confermato di conoscere alcuni vertici dei servizi. 


10 - PROTOCOLLO FARFALLA (2004)

Da una costola delle indagini sulla trattativa nasce quella rivolta a un presunto accordo tra i servizi segreti e l'amministrazione penitenziaria, finalizzato ad occultare visite degli 007 italiani nelle carceri, soprattutto a boss condannati al 41bis. L'obiettivo sarebbe stato quello di captare eventuali cedimenti nei detenuti mafiosi, iniziando colloqui volti a valutare la loro disponibilità a collaborare con la giustizia, o comunque per fare in modo che alcuni di loro diventassero informatori dei servizi. Le indagini non hanno portato a confermare l'accordo in sé, anche se l'esistenza di contatti e colloqui è abbastanza certa. 

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