martedì 24 giugno 2025

10 COSE CHE (FORSE) NON SAI SULL'IRAN

 10 cose che (forse) non sai sull’Iran

Sfatiamo alcuni dei pregiudizi e delle inesattezze più comuni sull'Iran, Paese spesso frainteso.

1️⃣ Non sono arabi, sono persiani
L’Iran è abitato in maggioranza da persiani (60%), con una storia e una lingua (farsi) distinte da quelle dei paesi vicini. Seguono l'etnia curda, dei luri, baluchi, mentre solo il 2% riguarda arabi. 

2️⃣ Parlano il persiano (farsi), non l’arabo
Il farsi è una lingua indoeuropea, più vicina al greco o al sanscrito che all’arabo. Tale lingua è parlata anche in Tagikistan e Afghanistan. 

3️⃣ Sono sciiti, non sunniti
La maggior parte degli iraniani è musulmana sciita, a differenza di molti alleati dell’Occidente nella regione (come Arabia Saudita e Qatar, sunniti).

4️⃣ Sarebbero potuti diventare una democrazia laica
Nel 1953 l’Iran aveva un premier democraticamente eletto, Mohammad Mossadegh, il quale nazionalizzò subito la produzione petrolifera. Stati Uniti e Regno Unito, di conseguenza, lo deposero con un colpo di stato orchestrato da CIA e MI6, dando così il via alla monarchia assoluta dello scià. 

5️⃣ Il nome “Iran” significa “Terra degli Arii”
Il termine è antichissimo e richiama le origini indoeuropee del popolo persiano, anche se il significato rimanda ai termini "nobile", "buono". È ufficiale dal 1935.

6️⃣ Altissimo livello di istruzione
Nonostante le restrizioni politiche, l’Iran ha una delle popolazioni più istruite del Medio Oriente (oltre 90% alfabetizzazione), anche nelle scienze e nella tecnologia.

7️⃣ Le donne studiano (e tanto)
In alcune facoltà universitarie, le donne rappresentano oltre il 60% degli iscritti. Il problema non è l'accesso all'istruzione, ma i limiti imposti alla libertà personale e civile, oltre che nel mondo del lavoro.

8️⃣ Non è un paese “medievale”
L’Iran ha una vivace scena culturale, artistica e cinematografica (spesso underground), e una classe media colta e politicamente consapevole.

9️⃣ Una popolazione giovanissima
L'Iran ha una popolazione tendenzialmente molto giovane, anche grazie all'alto tasso di natalità degli ultimi decenni. 

🔟 Non è un deserto isolato
L’Iran ha una varietà climatica e paesaggistica enorme: montagne innevate, foreste, città ultramoderne e antiche capitali imperiali.


venerdì 20 giugno 2025

QUALI SONO I PAESI CON L'ATOMICA E PERCHÉ OGNUNO DI LORO METTE A RISCHIO IL MONDO

 Dopo la fine della Guerra fredda il mondo era certo di aver superato il rischio di una guerra nucleare, potenzialmente fatale per l'intera umanità.
Invece, gli eventi degli ultimi anni - e in particolare delle ultime settimane - hanno gettato di nuovo il pianeta nell'incubo atomico. 

In teoria, solo cinque paesi sarebbero autorizzati a possedere l'arma nucleare, ossia quelli usciti vincitori dalla Seconda guerra mondiale, i membri permanenti nel Consiglio di sicurezza dell'ONU: USA, Regno Unito, Francia, Russia, Cina. 

Tuttavia, almeno altri quattro paesi possiedono l'atomica, seppure in modo non ufficiale: Israele, Pakistan, India, Corea del Nord. 

L'establishment internazionale si è auto attribuito il potere di concedere o meno il possesso di tale arma, in base a criteri geopolitici, culturali, storici, i quali tuttavia non renderono il mondo meno sicuro.
Il recente scontro tra Israele ed Iran nasce proprio dal presupposto che quest'ultimo non sarebbe autorizzato a sviluppare il suo programma nucleare fino al limite bellico, tuttavia c'è da dire che ogni singolo paese in grado di lanciare simili ordigni in teoria potrebbe portarci alla distruzione.

Vediamo dunque quali sono questi nove paesi, di che arsenale dispongono e perché ognuno di essi ci mette tutti a rischio.  

Paesi che hanno ufficialmente armi nucleari 

1. Stati Uniti

  • Circa 5.200 testate (2024, stime SIPRI)

  • Primo paese a usarle in guerra (Hiroshima e Nagasaki, 1945), quindi potenzialmente potrebbe usarle ancora.

2. Russia

  • Circa 5.580 testate

  • Detiene il maggior numero di testate totali e i recenti conflitti con l'Occidente (Ucraina) potrebbero provocare una escalation incontrollabile. 

3. Regno Unito

  • Circa 225 testate, basate sopratutto su sottomarini

  • Il servilismo dimostrato verso gli USA e l'isolamento dal resto d'Europa potrebbero spingere il Regno a seguire il suo alleato in un conflitto atomico che coinvolgerebbe anche il vecchio continente. 

4. Francia

  • Circa 290 testate

  • La sua politica estera incostante e ancora colonialista non la mette a riparo da tensioni globali

5. Cina

  • Circa 500 testate

  • La costante sfida all'Occidente, in particolare vs gli USA, potrebbe in futuro spostarsi dal piano economico a quello militare, anche in riferimento alle tensioni che riguardano le Coree, il Giappone e Taiwan. 


🟠 Paesi con armi nucleari non ufficialmente dichiarate

(ma con altissimo grado di certezza o prova)

6. India

  • Circa 170 testate

  • Non firmataria del Trattato di non proliferazione (TNP), le tensioni con il Pakistan potrebbero degenerare in un conflitto armato. 

7. Pakistan

  • Circa 170 testate

  • Anch'esso fuori dal TNP; la corsa agli armamenti con l'India potrebbe finire presto in uno scontro reale. 

8. Israele

  • Non conferma né smentisce ufficialmente; stime: tra 80 e 90 testate

  • I ripetuti conflitti degli ultimi decenni con i vicini paesi del Medio Oriente potrebbe prima o poi degenerare anche in uno scontro atomico. 

9. Corea del Nord

  • Ha condotto test nucleari (dal 2006); stime: circa 20–30 testate

  • Una dittatura difficilmente controllabile e prevedibile, perennemente in tensione con i paesi vicini (Corea del Sud, Giappone) e con l'Occidente. 


Altri casi da monitorare o storicamente rilevanti

  • Iran: Non ha l’arma, ma sospetti su programmi paralleli (ha firmato il TNP)

  • Sudafrica: Aveva armi nucleari (6 testate), le ha smantellate volontariamente negli anni '90

  • Ucraina, Bielorussia, Kazakistan: Ereditavano armi sovietiche ma le hanno restituite alla Russia dopo il 1991


lunedì 16 giugno 2025

10 GUERRE SULLE QUALI I MEDIA VI HANNO MENTITO

In tempo di guerra, la verità è spesso la prima vittima. I media – invece di informare – troppo spesso si trasformano in strumenti di propaganda, distorcendo i fatti, nascondendo le responsabilità o amplificando narrazioni funzionali agli interessi politici e militari.
Dal false flag del Vietnam alle testimonianze fittizie che portarono alla Guerra del Golfo, dalle false prove contro l'Iraq alle mistificazioni su Libia e Siria, fino ai casi più recenti dell'Ucraina e del Medio Oriente. 
Conoscere questi episodi non è solo un attività da storici, ma un atto di consapevolezza collettiva. Solo svelando tale sistema possiamo evitare di cadere di nuovo nello stesso inganno.
Vediamo dunque una rassegna di 10 guerre degli ultimi 60 anni con esempi di manipolazione mediatica. 


1 - Guerra del Vietnam (1955–1975)

Menzogne:
In riferimento agli "Incidenti del Golfo del Tonchino" (1964), gli USA affermarono che le loro navi erano state attaccate dalla marina nordvietnamita. Il secondo attacco fu invenzione o comunque esagerazione, ma servì da casus belli per l’intervento massiccio degli USA. All'inizio del conflitto, poi, i media americani sostennero la narrativa ufficiale, minimizzando le atrocità USA. Solo anni dopo  emersero reportage critici. 


Fonti:

Edwin E. Moïse, Tonkin Gulf and the Escalation of the Vietnam War, Chapel Hill, University of North Carolina Press, 1996, ISBN 0-8078-2300-7.

David Wise, The Politics of Lying: government deception, secrecy, and power, New York, Vintage Books, 1973, ISBN 0-394-47932-7.

Epsey Cooke Farrell, The Socialist Republic of Vietnam and the Law of the Sea, L'Aia, Martinus Nijhoff, ISBN 90-411-0473-9.

Tonkin Gulf Intelligence Skewed.. National Security Archive.

Vietnam, Bugie di ieri.. Peace Reporter. Articolo. 19 gennaio 2008.

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2 - Guerra del Golfo (1990–1991)

Menzogne:
La falsa t
estimonianza "Nayirah" (1990): una ragazza kuwaitiana (in realtà figlia dell’ambasciatore del Kuwait in USA) dichiarò davanti al Congresso che i soldati iracheni avevano tolto i neonati dalle incubatrici per assassinarli. Si scoprì che era una messa in scena orchestrata da una società di PR (Hill & Knowlton). I media rilanciarono la storia senza verificarla, contribuendo a giustificare l’intervento USA. 


Fonti:

Morris, Al (2009). Civilisation Hijacked: Rescuing Jesus from Christianity and the human spirit From Bondage. iUniverse. ISBN 978-1440182426.

Healey, John (January 28, 1991). "Amnesty Responds to President Bush". The Heights. No. 1. Retrieved May 26, 2015.

Rowse, Aruther E. (October 18, 1992). "Teary Testimony to Push America Toward War". The San Francisco Chronicle. p. 9/Z1.

Arthur, John (January 6, 1992). "Remember Nayirah, Witness for Kuwait?". The New York Times.

Weiss, Tara (March 15, 2001). "NPR insists funding doesn't influence news". The Hartford Courant.

Leonard Doyle, "Iraqi Baby Atrocity is Revealed as Myth," The Independent (12 January 1992) p. 11.

Arthur E. (Ted) Rowse (September 1992). "Kuwaitgate - killing of Kuwaiti babies by Iraqi soldiers exaggerated". Washington Monthly. ISSN 0043-0633. Wikidata Q123698876.

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3 - Guerra del Kosovo (1999)

Menzogne:
I media occidentali parlarono di genocidio imminente o in corso per giustificare i bombardamenti NATO. Il numero reale di vittime civili fu molto inferiore alle cifre inizialmente riportate. Alcune immagini trasmesse (come quelle dei campi di prigionia serbi) erano manipolate o fuori contesto (caso della famosa foto del "campo di concentramento" a Trnopolje). L’aggressione NATO non fu autorizzata dall’ONU


Fonti: 

"Kosovo assault 'was not genocide'". BBC. 7 September 2011. Retrieved 19 May 2013.

Sebak, Nened (28 June 1998). "The KLA – terrorists or freedom fighters?". BBC.

Legault, Albert (Spring 2000). "NATO intervention in Kosovo: the legal context" (PDF). Canadian Military Journal: 64.

From Watergate to Monicagate: ten controversies in modern journalism and media By Herbert N. Foerstel, pp. 131–135.

Chomsky, Noam (1999). The New Military Humanism: Lessons from Kosovo. Monroe, ME: Common Courage Press. p. 16. ISBN 1-56751-176-7.

O'Connell, Mary Ellen (2010). "Responsibility to Peace: A Critique of R2P". Journal of Intervention and Statebuilding. 4 (1): 39–52. doi:10.1080/17502970903541671.

"Security Council Rejects Demand for Cessation of Use of Force Against Federal Republic of Yugoslavia". United Nations. 26 March 1999.

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4 - Guerra in Iraq (2003)

Menzogne:
Le false a
rmi di distruzione di massa (WMD); media come il New York Times pubblicarono articoli (es. Judith Miller) che confermavano la falsa tesi dell'esistenza di WMD. Colin Powell al Consiglio di Sicurezza ONU mostrò "prove" che si rivelarono false o manipolate. L’intera guerra fu costruita su una narrativa ingannevole, promossa da governo USA e rilanciata dai media. 


Fonti:

"Key Bush Intelligence Briefing Kept from Hill Panel - Murray Waas - NationalJournal.com". www.nationaljournal.com. Archived from the original on 10 July 2012. Retrieved 13 January 2022

National Commission on Terrorist Attacks Upon the United States (2004). The 9/11 Commission Report. New York: W.W. Norton & Company. ISBN 0-393-32671-3.

IBT Staff Reporter (8 February 2011). "Little evidence for Iraq WMDs ahead of 2003 war: U.S. declassified report". International Business Times. Retrieved 30 December 2018.

"Statements of the Director General". IAEA. 6 March 2003. Archived from the original on 3 September 2006. Retrieved 7 September 2006.

Ferran, Lee (15 February 2011). "Iraqi Defector 'Curveball' Admits WMD Lies, Is Proud of Tricking U.S." ABC News.

War critics astonished as U.S. hawk admits invasion was illegal, The Guardian, 20 November 2003

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5 - Intervento in Libia (2011)

Menzogne:
 
I media occidentali sostennero che Gheddafi stava per compiere un massacro imminente a Bengasi, giustificando i bombardamenti NATO. L’ex segretario alla Difesa USA Robert Gates e in seguito anche fonti dell’ONU dichiararono che non c'erano prove concrete di tale minaccia. I media trascurarono il caos post-intervento: disgregazione dello Stato, traffico di esseri umani, crescita dell’ISIS. Sono stati rilevate, inoltre, differenze nella durezza mostrata contro la Libia e eccessiva tolleranza verso altri paesi che pure stavano agendo contro dei civili, come nel caso dello Yemen.  


Fonti:

Ben Norton (16 September 2016). "U.K. Parliament report details how NATO's 2011 war in Libya was based on lies". Salon. Archived from the original on 11 April 2018. Retrieved 11 April 2018.

Borger, Julian; Chulov, Martin (30 May 2011). "Al-Jazeera Footage Captures 'Western Troops on the Ground' in Libya". The Guardian. Archived from the original on 3 June 2011. Retrieved 6 June 2011.

"Libya and the Responsibility to Protect". Council on Foreign Relations. 24 March 2011. Archived from the original on 14 April 2011. Retrieved 12 April 2011.

"HC 119 Libya: Examination of intervention and collapse and the UK's future policy options" (PDF). 14 September 2016. p. 14. Archived (PDF) from the original on 27 September 2018. Retrieved 28 October 2018.

Pargeter, Alison. "Oral Evidence to Foreign Affairs Committee". data.parliament.uk. Archived from the original on 22 February 2017. Retrieved 28 October 2018.

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6 - Guerra in Siria (dal 2011)

Menzogne: 
Molti media semplificarono il conflitto riducendolo a “Assad contro i ribelli democratici”, ignorando il ruolo di gruppi jihadisti. Vari attacchi chimici furono attribuiti ad Assad prima di qualsiasi indagine. In alcuni casi, testimoni e ispettori OPCW hanno parlato di censure e pressioni politiche, mentre in altre occasioni è certo che anche i "ribelli" si siano macchiati di crimini di guerra e violazioni dei diritti umani. Il ruolo degli USA, Turchia, Arabia Saudita e Qatar nell’armare milizie islamiste venne poco discusso nei media mainstream, così come le conseguenze catastrofiche per il paese dopo l'intervento delle potenze estere. 

Fonti:

"Iran and Saudi Arabia's cold war is making the Middle East even more dangerous". Vox. 30 March 2015. Archived from the original on 5 July 2017. Retrieved 28 September 2015.

"UN must refer Syria war crimes to ICC: Amnesty". GlobalPost. Archived from the original on 16 August 2013. Retrieved 20 March 2014.

"Syria violence 'a ticking time-bomb that must not be ignored': UN human rights chief". UN News. 8 May 2020. Archived from the original on 16 July 2020. Retrieved 8 May 2020.

Asher, Berman. "Criminalization of the Syrian Conflict". Institute for the Study of War. Archived from the original on 18 October 2012. Retrieved 27 October 2012.

"James Foley's killers pose many threats to local, international journalists". Committee to Protect Journalists. 20 August 2014. Archived from the original on 21 August 2014. Retrieved 21 August 2014.

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7 - Guerra in Yemen (dal 2015)

Menzogne: 
Il conflitto, devastante, con bombardamenti sauditi sostenuti da USA/UK, è largamente ignorato dai media occidentali. Le violazioni dei diritti umani, i bombardamenti di scuole e ospedali e la crisi umanitaria non ricevono copertura paragonabile ad altri conflitti. L'intervento dell'Arabia Saudita, anche contro civili, è spesso taciuto o minimizzato per non inimicarsi un potente alleato dell'occidente. 

Fonti:

"50,000 children in Yemen have died of starvation and disease so far this year, monitoring group says". Chicago Tribune. Associated Press. Retrieved 7 July 2018. 


Saudi Arabia and al-Qaeda Unite in Yemen Archived 10 February 2017 at the Wayback Machine, Huffington Post.

"Yemen: US-made bomb used in deadly air strike on civilians", Amnesty International, retrieved 25 September 2019

Day, Stephen W.; Brehony, Noel, eds. (2020). Global, Regional, and Local Dynamics in the Yemen Crisis. doi:10.1007/978-3-030-35578-4. ISBN 978-3-030-35577-7. S2CID 229157920.

"Alleged breaches of international law by Saudi forces in Yemen exceed 500". The Guardian. 13 July 2020. Retrieved 13 July 2020.

Kasinof, Laura (4 May 2015). "How Yemen's Civil Conflict Turned Into a Regional Proxy War". The Nation. Archived from the original on 6 May 2015

"UN experts: Possible war crimes by all parties in Yemen". Associated Press. Retrieved 29 August 2018.

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8 - Guerra in Ucraina (dal 2014 / 2022)

Menzogne: I media occidentali trascurarono per anni il conflitto nel Donbass, le persecuzioni dello stato ucraino a danno della popolazione russofona, le vittime civili causate dalle forze ucraine, e il ruolo di milizie neonaziste (es. battaglione Azov).Dal 2022, copertura quasi monolitica e unilaterale: ogni fonte russa (anche indipendente) spesso bollata come "propaganda". Alcuni episodi presentati in modo categorico prima di indagini indipendenti.

Fonti:

Ayres, Sabra (28 February 2014). "Is it too late for Kyiv to woo Russian-speaking Ukraine?". The Christian Science Monitor. Archived from the original on 7 January 2022. Retrieved 25 February 2015. 

"War crimes, indiscriminate attacks on infrastructure, systematic and widespread torture show disregard for civilians, says UN Commission of Inquiry on Ukraine". OHCHR (Press release). 16 March 2023. Archived from the original on 16 March 2023. Retrieved 13 April 2023.

Aitken, Peter (2 October 2022). "NATO chief: 'All evidence' points to pipeline sabotage, dodges question on Ukraine membership". Fox News. Archived from the original on 3 October 2022. Retrieved 3 October 2022.

"Poll: 82% of Crimeans support annexation". UNIAN. 4 February 2015.

https://www.amnesty.ch/it/news/2014/ucraina-prove-di-crimini-di-guerra-e-del-coinvolgimento-russo

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2022/08/ukraine-ukrainian-fighting-tactics-endanger-civilians/

https://news.un.org/en/story/2022/11/1130657

Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights,  Report on the human rights situation in Ukraine 16 February to 15 May 2016

«Abbiamo sparato noi su Andrea Rocchelli e Andrej Mironov uccidendoli». Un soldato svela la verità, su lespresso.it.

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9 - Conflitto Israele–Palestina 

Menzogne: Molti media occidentali usano un linguaggio distorto ("clashes", "crossfire", invece di "attacco israeliano"). Disproporzione nel coprire le vittime palestinesi. Eventi come l’uccisione della giornalista Shireen Abu Akleh o bombardamenti su ospedali spesso minimizzati o attribuiti ad Hamas senza prove solide. Giornalisti licenziati o censurati per avere espresso critiche a Israele.

Fonti: 

Robinson, Kali, What Is U.S. Policy on the Israeli-Palestinian Conflict?, su Council on Foreign Relations, 27 maggio 2021. 

Israeli-Palestinian death toll highest since 2005: UN envoy, su news.un.org, UN, 21 agosto 2023.

https://www.hrw.org/it/news/2024/11/14/israels-crimes-against-humanity-gaza

https://www.amnesty.it/schiaccianti-prove-di-crimini-di-guerra-a-gaza/

https://www.rsi.ch/info/mondo/Nei-Territori-palestinesi-%E2%80%9Catti-di-genocidio%E2%80%9D--2668751.html

https://unric.org/it/onu-crimini-di-guerra-e-contro-lumanita-negli-attacchi-israeliani-a-strutture-sanitarie-e-nella-gestione-di-detenuti-e-ostaggi-a-gaza/

https://unipd-centrodirittiumani.it/it/notizie/corte-penale-internazionale-mandati-di-arresto-per-netanyahu-e-gallant-e-respingimento-dei-ricorsi-di-israele

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10 - Guerra in Afghanistan (2001–2021)

  • Menzogne: I media sostenevano la guerra come “guerra giusta”, minimizzando la corruzione del futuro governo afghano e i civili uccisi. Lo stato islamico, ad ogni modo, non aveva mai attaccato direttamente alcun paese, per cui l'invasione non era giustificata, anche perché nessuno degli attentatori dell'11/09 erano afghani, bensì sauditi, degli Emirati, libanesi ed egiziani. ONU e NATO fornirono supporto logistico contrariamente ai loro statuti, ma i giornalisti occidentali non indagarono mai la questione in modo approfondito.  




    Fonti: Pentagon Papers del 2019 rivelarono come ufficiali USA sapessero che la guerra era senza sbocco, ma mentirono sistematicamente.

    "The US refuses to negotiate with the Taliban". BBC History. Archived from the original on 3 December 2018. Retrieved 27 October 2018.

    "Bush rejects Taliban offer to surrender bin Laden". The Independent. Archived from the original on 23 October 2018. Retrieved 23 October 2018.

    Wright, Jessica (19 April 2012). "Leaders condemn US troops in body-parts photos". The Sydney Morning Herald. Archived from the original on 20 January 2013. Retrieved 6 May 2012

    *"Body Count – Casualty Figures after 10 Years of the 'War on Terror' – Iraq Afghanistan Pakistan" Archived 30 April 2015 at the Wayback Machine (PDF), by IPPNW, PGS and PSR, First international edition (March 2015)

    "Obama's Pentagon Covered Up War Crimes in Afghanistan, Says Amnesty International". The Daily Beast. Archived from the original on 26 August 2017. Retrieved 8 November 2014.

    "Research – CPI – Overview". Transparency.org. Archived from the original on 6 May 2013. Retrieved 17 July 2012

    Beaumont, Peter (9 December 2019). "Afghanistan papers reveal US public were misled about unwinnable war". The Guardian. Retrieved 9 December 2019.


  • sabato 14 giugno 2025

    10 CAUSE CHE POTREBBERO PORTARE ALLA TERZA GUERRA MONDIALE

     Guerre più o meno dichiarate (Russia e Ucraina), scontri (Israele e Palestina) e tensioni ai confini (India e Pakistan), nuove ideologie estreme (religiose, nazionalistiche), dittatori pericolosi e minacciosi nei confronti dei vicini (Corea del Nord vs Corea del Sud e Giappone) propaganda a farla da padrona (con oggi i social e internet al centro), cause economiche e culturali.
    Un elenco di motivi alla base della Prima e della Seconda guerra mondiale ma che, secondo il principio dei corsi e ricorsi storici, possiamo applicare anche al presente.
    Vediamo quali sono questi punti di contatto tra ieri e oggi, sperando che tutto ciò possa far riflettere per evitare che il mondo ripiombi in una catastrofe globale. 


     1. Tensioni tra le grandi potenze

    • Ieri: Prima del 1914, tensioni tra imperi europei (Impero tedesco, austro-ungarico, britannico, russo e francese), ma anche con quello Ottomano, oltre a quelle che riguardavano i possedimenti in Africa; prima del 1939, rivalità tra le democrazie occidentali e i regimi totalitari (Germania nazista, Italia fascista, Giappone imperiale).
    • Oggi: Contrasti tra Stati Uniti e Cina, NATO e Russia, India e Pakistan, oltre a situazione estremamente complicate a livello regionale come Iran, Corea del Nord, Israele e i numerosi conflitti in Africa. 


    2. Sistema di alleanze rigido

    • Ieri: Triplice Alleanza e Triplice Intesa (WWI); Asse Roma-Berlino-Tokyo contro Alleati (WWII).
    • Oggi: Blocchi definiti – NATO, AUKUS, Quad da un lato; asse Russia-Cina-Iran dall'altro. Crescente polarizzazione nei consessi internazionali (ONU, BRICS, G7).

     

    3. Nazionalismi aggressivi

    • Ieri
      : Pan-germanesimo, irredentismo italiano, nazionalismo serbo e degli altri stati balcanici, revanscismo tedesco post-Versailles, oltre ai numerosi colonialisti motivati dal nazionalismo. 
    • Oggi: Nazionalismi autoritari (es. Russia con l’idea di “Novorossija”, Cina con Taiwan, India con il nazionalismo hindu); USA di Trump con nuove mire territoriali, oltre alla disintegrazione del multilateralismo. 


    4. Conflitti regionali come scintille

    • Ieri: Le crisi marocchine nei primi anni del '900 e l’attentato di Sarajevo (1914); la guerra civile spagnola e l’invasione della Polonia (1939) come micce di escalation.
    • Oggi: Guerra in Ucraina, tensioni Cina-Taiwan, crisi israelo-palestinese, instabilità in Medio Oriente, tensioni nel Mar Cinese Meridionale e tra India e Pakistan. 


     5. Disinformazione e propaganda

    • Ieri: Forte uso della stampa per costruire nemici e giustificare il conflitto (es. Germania “barbara”, ebrei come capro espiatorio).
    • Oggi: Cyberpropaganda, guerra dell’informazione, deep fake, polarizzazione dell’opinione pubblica tramite social media e media controllati. 


    6. Riarmo e militarizzazione

    • Ieri: Corsa agli armamenti navali e terrestri tra imperi (pre-WWI); riarmo della Germania nazista e preparazione bellica globale (anni '30).
    • Oggi: Aumento delle spese militari ovunque (compresa l'Europa), sviluppo di armi ipersoniche, test nucleari nordcoreani, rimilitarizzazione del Giappone, programmi spaziali a scopo difensivo.

     

    7. Crisi economiche e instabilità sociale

    • Ieri: Crisi del 1929, iperinflazione tedesca, caos in Italia dopo la Prima guerra, fame e disoccupazione spinsero al potere regimi estremisti.
    • Oggi: Post-pandemia, crisi inflazionistica, crisi energetica, disuguaglianze globali, migrazioni incontrollate, aumento del malcontento sociale e dell’autoritarismo. 


    8. Discredito delle istituzioni internazionali

    • Ieri: Nessuna istituzione internazionale prima della Grande guerra; fallimento della Società delle Nazioni nel prevenire l’aggressione nazista e fascista prima della Seconda guerra mondiale.
    • Oggi: Debolezza dell’ONU, paralisi del Consiglio di Sicurezza, crisi del diritto internazionale, scarsa fiducia nelle istituzioni multilaterali. 

     

    9. Ideologie contrapposte

    • Ieri: Volontà di potenza, fascismo vs democrazia, comunismo vs capitalismo.
    • Oggi: Democrazie liberali vs autocrazie, ritorno di ideologie autoritarie, conflitti culturali e religiosi.



      10. Sottovalutazione del rischio
    • Ieri: Si credeva che la guerra sarebbe stata breve o evitabile. L’“illusione della pace”.
    • Oggi: Si crede che le armi nucleari impediscano guerre globali, ma il rischio di escalation non è più teorico.


    Conclusione

    Ormai lo sappiamo, la storia non si ripete mai identica, ma spesso rima.
    Le similitudini tra passato e presente possono servire da monito, cercando di guidarci nelle scelte di oggi, così da evitare di ripetere ancora e ancora gli stessi errori di un tempo. 

    martedì 10 giugno 2025

    REFERENDUM 2025 – UN FALLIMENTO ANNUNCIATO

    L’istituto referendario è oggettivamente in crisi da alcuni anni a questa parte, basta guardai i dati per capirlo: dal ’74 al ’90 non si poneva nemmeno il dubbio del mancato raggiungimento o no del quorum, era una sfida tra i sì e i no; dal ’90 al 2011 la soglia del 50% + 1 dei votanti è stata raggiunta a fasi alterne, mentre da allora ad oggi solo il referendum sulla riduzione dei parlamentari ha avuto successo.

    Le basi dell’ultima tornata referendaria, comunque, apparivano a mio modesto parere fin da subito molto fragili anche per la sua stessa contraddittoria genesi.
    Espressi queste mie perplessità nel seguente post, diffuso su vari social:

    “Referendum,un pasticcio di sinistra.I primi 3 quesiti vogliono abolire riforme approvate dalla sinistra,infatti sono ancora divisi. Il 5 vuole abolire il principio dei 10 anni per la cittadinanza che fu approvato da un governo che includeva forze di sinistra;inoltre, tutti i governi successivi di quell'area non vi hanno messo mano.Inoltre, aggiungere un quinto quesito così divisivo non porterà al quorum, mentre solo i primi 4 avrebbero ricevuto l'approvazione anche da sostenitori di altre aree.” 


    Al di là degli innumerevoli insulti di chi ormai ha perso la ragione (a sinistra) per le troppe e continue sconfitte politiche, mi furono fatte le seguenti tre obiezioni:

    -     1- Se il quinto quesito è divisivo si possono benissimo ritirare solo le prime 4 schede.

    La mia risposta: “Non è mai successo e non succederà mai che milioni di persone prendano 4 schede, lasciando la quinta”.
    Conclusione oggettiva: La percentuale dei votanti si è assestata al 29,9% per tutti e 5 i quesiti, mentre il quinto è stato proprio quello più divisivo, con 65% di sì e 35% di no, mentre i primi 4 hanno viaggiato tra l’85 e l’88 % di sì.

    -       2- I comitati promotori dei 5 referendum non c’entrano con la sinistra, si tratta dei sindacati e di movimenti della società civile.

    La mia risposta: “Sganciare la CGIL dalla sinistra, in particolare dal PD, vuol dire andare contro la realtà; per il quinto, invece, tra i promotori risulta anche il PSI, Rifondazione Comunista, Possibile spesso in coalizione con la sinistra parlamentare; ad ogni modo, anche se non presenti direttamente nel comitato iniziale, le forze di sinistra si sono schierate fin da subito per la raccolta firme e per la successiva campagna per i sì.”

    Conclusione oggettiva: Sfido chiunque oggi a non reputare il mancato quorum come indifferente alla sinistra, tanto è vero che già è partita la solita discussione fratricida nel PD.

    -        3 - Non è vero che i referendum vogliono abolire leggi di sinistra o a cui la sinistra non ha messo mano. Renzi, ad esempio, non si può considerare di sinistra e l’attuale dirigenza del PD uscì proprio dopo l’approvazione del Jobs Act.

    La mia risposta: La legge sulla cittadinanza nel 1992 fu promossa da una coalizione che comprendeva anche PSI, PSDI, PRI e approvata con larghissima maggioranza da tutto l’arco parlamentare; nessun governo di sinistra o con anche componenti di sinistra, nei successivi decenni, l’ha abrogata o modificata in modo sostanziale. I quesiti sul lavoro, invece, riguardano riforme varate dal 2014 al 2016 dal governo Renzi, il quale allora rappresentava oggettivamente il PD, anche se poi ne è uscito; inoltre, alla Camera ci furono ben 316 favorevoli, al Senato 166 e pochissime defezioni nel PD; Bersani, Civati, Schein uscirono dal partito, ma furono davvero in pochi. Tanto è vero che, anche prima del Referendum 2025, lo stesso PD risultava ancora spaccato tra chi sosteneva il Sì (Schlein e i suoi), chi il No (ala riformista) e chi, come Bonaccini, praticamente fino all’ultimo non si è espresso.

    Conclusione oggettiva: L’esito del Referendum ha spaccato ancora il PD, in questi giorni continuano le discussioni interne, ciò conferma che una fetta del partito non rinnega affatto quanto approvato dal governo Renzi.

    Quando ormai è stato confermato il mancato raggiungimento del quorum ho commentato così sotto gli stessi post citati in precedenza.

    “Nonostante gli insulti ricevuti, alla fine la mia previsione si è avverata:  quorum ampiamente mancato. Il 5 quesito è stato quello decisivo per l'astensione, sebbene molti fossero davvero convinti che sarebbe stato possibile raggiungere il quorum nei primi 4 almeno. Pensavate davvero che la gente avrebbe ritirato solo quattro schede? Per i quesiti sul lavoro, se anche lo stesso PD era diviso al suo interno, cosa potevate aspettarvi?
    P.s. io sono andato a votare”

    Ovviamente, davanti alla realtà dei fatti, nessuno mi ha risposto più, qualcuno come sempre mi ha insultato, altri, invece, mi hanno bloccato per evitare di leggere l’oggettiva realtà dei fatti.

    Ora, quindi, l’elettorato di sinistra vuole accettare l'amara verità? Vuole capire che la sconfitta era già segnata in partenza, e non di certo per la bontà dei quesiti, ma per incapacità dei propri rappresentanti?

    Perché le opposizioni hanno contribuito al fallimento dei referendum? 




    Queste le loro posizioni alla vigilia:

    PD: spaccato tra sì, no, forse

    M5S: 4 sì e un libera scelta

    AVS: 5 sì

    Azione: 4 no e 1 sì

    IV: no, libera scelta, no, libera scelta, sì

    +Europa: 3 no e 2 sì

    Premetto che non sono di destra (e questo governo non mi piace), ma 5 partiti così divisi a cosa possono portare se non al fallimento? Che alternativa sono? Se continuano così (e su molto altro sono in disaccordo) lasceranno il potere alla destra per anni, cosa che a me non piace affatto. 

    La sinistra italiana è in condizioni pietose, e ovviamente ora sono cominciate le solite reazioni infantili. Chi sostiene che comunque è stata una vittoria perché si è arrivati al 30% (wow, era questo l’obiettivo?), chi afferma che aver portato 15 milioni di persone al voto è un successo, dato che la Meloni fu eletta con 12 milioni di voti a favore (ovviamente non contano che questi votanti sono difficilmente politicizzabili e i Sì sono comunque stati tra i 13 e i 9 milioni) e chi invece inizia con la classica colpevolizzazione del popolo, tanto cara ai politici di sinistra e a diversi loro appartenenti.

     
    Come si nota questa colpevolizzazione? Dalla profonda incapacità di auto-analisi e critica, con conseguenti accuse di questo tipo:
    Sconfitta alle elezioni? "Colpa della gente che non ci ha capito"
    Non si raggiunge il quorum ai referendum? "Colpa della gente che è ignorante"
    Aumentano i consensi degli altri partiti? "Colpa della gente che non ha più valori"
    Questo vale dal PD all'ultimo partito di estrema sinistra che si è staccato da un altro partitino per questioni inutili.
    Ribadisco che io non sono di destra, prima che iniziate a colpevolizzare a caso anche me.

    In conclusione, il fallimento di questa tornata referendaria era prevedibilmente anticipabile, se qualche leader non l’ha fatto ciò è avvenuto solo per superbia, scollamento completo dalla realtà o chissà quale calcolo politico. 

     
    Ci tendo a precisare, comunque, cosa ho votato io, anche se immagino che quasi nessuno dei critici leggerà questo post fino alla fine: Sì, Sì, Sì, Sì, No.
    Il No finale, tanto per accennare un tema che poi riprenderò in futuro, si basa sull’idea che un semplice dimezzamento dei tempi sia una modalità eccessivamente brusca per cambiare una legge che merita molta attenzione. La mia idea per la cittadinanza si basa su uno Ius Scholae che prenda spunto da alcuni elementi della Francia, dalla Germania, dal Regno Unito o dalla Spagna, paesi dove il percorso di studi è usato come valore diretto o indiretto per la naturalizzazione.

    sabato 7 giugno 2025

    DECRETO SICUREZZA: LO SCUDO CHE ALLARGA I POTERI DEI SERVIZI SEGRETI E GLI INQUIETANTI ESEMPI DEL PASSATO

     Il Decreto sicurezza ha introdotto 22 nuovi reati, aumentato delle aggravanti e stabilito norme molto contestate.  Si va dalle strette sui blocchi stradali ai provvedimenti sulle occupazione degli immobili, dalle misure per limitare le rivolte in carcere a quelle che inaspriscono le pene per alcuni tipi di manifestazioni. 

    Ma soffermiamoci sull'Articolo 31 del decreto, forse fin troppo sottovalutato dalla pubblica opinione. Sono state potenziate le attività della nostra Intelligence, in particolare quelle sotto copertura; gli 007 infiltrati potranno prendere parte ad associazioni terroristiche ed eversive, ed inoltre sarà possibile per loro dirigere e organizzare operazioni di tale stampo senza che ci sia alcuna conseguenza penale. 
    I familiari delle vittime di mafia e terrorismo già a gennaio avevano messo in guardia sui poteri concessi dall'allora DDL, mentre solo l'intervento del Presidente della Repubblica ha evitato che fosse imposto anche l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di fornire informazioni al servizi segreti. 

    Già immagino i commenti di alcuni: "eh, ma i servizi segreti è normale che devono infiltrarsi", "se partecipano a delle operazioni è solo per smascherarle", "se organizzano atti di terrorismo non succederà nulla per davvero". 

    Troppi film hollywoodiani ci hanno fatto dimenticare la nostra storia nazionale, costellata di eventi oscuri e tragici nei quali spesso l'azione dell'Intelligence è stata tutt'altro che limpida e corretta.  

    Vediamo dieci esempi. 

    1 - STRAGE DI PIAZZA FONTANA (1969)

    L'attentato terroristico del 12 dicembre causò 17 morti e 90 feriti, segnando l'inizio degli Anni di Piombo. Dopo decenni di processi alla fine la Cassazione ha stabilito la colpevolezza di terroristi appartenenti all'area di estrema destra, tuttavia nessuno degli esecutori materiali è mai stato condannato. Il SID nascose le appartenenze all'estremismo anti-comunista di alcuni sospetti, finse di non possedere informazioni fondamentali e agevolò la latitanza all'estero di altri probabili colpevoli. Non dimentichiamo che questo caso è collegato alla misteriosa morte dell'anarchico Pinelli.  

    2 - GOLPE BORGHESE (1970)

    Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre Junio Valerio Borghese, appoggiato dai movimenti di estrema destra Fronte nazionale e Avanguardia nazionale, tentò un colpo di stato, poi misteriosamente abortito. I vari processi e le inchieste successive non poterono contare su tutte le informazioni necessarie, dato che i file prodotti dal SID videro il taglio di molti dati fondamentali. La Commissione parlamentare che indagò in merito ad inizio anni 2000 stabilì che gli apparati avevano occultato la verità. 

    3 - STRAGE DELL'ITALICUS (1974)

    L'attentato ebbe luogo nella notte tra il 3 e il 4 agosto, portando alla morte di 12 persone. Gli autori furono individuati all'interno dell'associazioni neofasciste, sebbene anche in questo caso i processi non portarono ad alcuna condanna. Una dipendente del SID a distanza di anni fu condannata per falsa testimonianza, mentre un presunto attentatore riuscì a fuggire all'estero grazie a delle coperture occulte.

    4 - CASO MORO (1978)

    Il rapimento dell'esponente della DC avvenne il 16 marzo, mentre l'uccisione il 9 maggio. I processi hanno portato alla condanna di diversi esponenti delle Brigate rosse. Tra i mille misteri del caso ci soffermiamo sulla figura di Antonio Chichiarelli che realizzò almeno un falso comunicato, fintamente attribuito alle BR, forse con l'obiettivo di allontanare le indagini dalla capitale, dando così maggiore libertà di movimento ai rapitori. Sono noti i suoi contatti con ambienti della mafia, dell'estremismo di destra ma anche dei servizi segreti, mentre la sua storia si lega anche all'omicidio Pecorelli. In entrambi i casi il SISDE non approfondirono le indagini su di lui e su chi potrebbe averlo manovrato, mentre anche la morte dello stesso Chichiarelli (per omicidio) è avvolta nel mistero. Secondo alcune teorie investigative, inoltre, membri dei servizi sarebbero stati al corrente del luogo dove era imprigionato Moro, mentre è certo che nello stesso stabile ci fossero appartamenti intestati ad informatori o uomini stessi dei servizi. 

    5 - STRAGE DI BOLOGNA (1980)

    La bomba del 2 agosto portò alla morte di 85 persone e al ferimento di oltre 200. I vari processi hanno portato alla condanna di terroristi di estrema destra, sebbene fin da subito il SISMI cercò di dirottare le indagini su fantomatici coinvolgimenti internazionali (la falsa "pista palestinese"). Alti funzionari dei servizi sono stati condannati per i depistaggi, sopratutto nel corso degli anni '90, e anche l'allora Presidente della Repubblica Cossiga affermò di essere stato mal informato dai servizi segreti. 

    6 - STRAGE DI USTICA (1980)

    Il 27 giugno, tra le isole di Ponza e Ustica, il volo di linea diretto da Bologna a Palermo fu abbattuto, con la conseguente morte di 81 tra passeggeri e membri dell'equipaggio. Numerosi processi non sono riusciti a scrivere la verità, mentre l'ex presidente della Repubblica Cossiga ha confermato la teoria più probabile, ossia che una potenza straniera abbia tentato di abbattere l'aereo sul quale viaggiava Gheddafi, colpendo invece il velivolo civile, sostenendo infine di essere stato informato dai servizi segreti italiani. I depistaggi sulla strage hanno riguardato presunte tracce di esplosivo (probabilmente aggiunte dopo, nei depositi militari) per indirizzare verso una bomba a bordo mai accertata. Negli ultimi anni, invece, sono stati desecretate 132 pagine redatte dei servizi, le quali però, oltre ad essere oggettivamente poche per un caso così importante, risultano prive di informazioni rilevanti, facendo pensare all'esistenza di altro materiale ancora nascosto. Si segnalano anche tracciati radar, probabilmente decisivi, persi nel corso delle indagini. 

    7 - ORGANIZZAZIONE GLADIO (ANNI '50-'90)

    Ormai è accertato che l'organizzazione paramilitare fu gestita da CIA e Servizi segreti italiani, finalizzata al contrasto delle ideologie comuniste e all'espansione territoriale dell'URSS. I primi accordi tra SIFAR e CIA risalgono al '56, con l'ingresso negli anni successivi di altri membri della NATO. In seguito alle rivelazioni ufficiali del '90 (Andreotti, Cossiga) iniziarono le indagini e le inchieste per scoprire il numero esatto dei gladiatori, comunque oscillante tra i 500 e i 1000, ma molti ancora restano celati. Ricostruzioni giornalistiche ipotizzano un coinvolgimento di Gladio nel Piano Solo, nel caso Moro e in diversi attentati degli Anni di piombo, con conferme giunte anche da parte di ex terroristi e ex appartenenti ai servizi segreti. 

    8 - LOGGIA MASSONICA P2 (ANNI '50-'80)

    La loggia nacque ufficialmente a fine '800, ma fu solo dopo il secondo dopoguerra, sotto la guida di Licio Gelli, che iniziò la sua attività clandestina deviata. Nella P2 entrarono imprenditori, giornalisti, politici, alti funzionari militari, oltre a capi e membri dei servizi segreti. La Commissione parlamentare d'inchiesta, attiva dal 1981, scoprì i piani della loggia finalizzati al controllo dell'ordine democratico e dei mass media, oltre al probabile coinvolgimento in tentati colpi di stato e attentati della strategia della tensione. 

    9 - TRATTATIVA STATO-MAFIA (ANNI '90)

    I dialoghi tra lo stato italiano e la mafia riguardano il periodo delle stragi degli anni '92-'93, quando per tentare di fermarle sarebbero stati concessi dei favori alla criminalità organizzata. Sebbene i tre gradi di giudizio siano terminati con la prescrizione per i boss e l'assoluzione per i vertici istituzionali, restano ancora dubbi su ciò che sarebbe avvenuto in quel periodo, soprattutto perché la Cassazione ha comunque confermato l'esistenza della trattativa. Prima di essere assassinato, il giudice Borsellino confidò alla moglie di essere a conoscenza del dialogo tra apparati dello stato e la mafia, affermando anche di sospettare di essere spiato dai servizi segreti. Successivamente anche dei boss pentiti hanno confermato di conoscere alcuni vertici dei servizi. 


    10 - PROTOCOLLO FARFALLA (2004)

    Da una costola delle indagini sulla trattativa nasce quella rivolta a un presunto accordo tra i servizi segreti e l'amministrazione penitenziaria, finalizzato ad occultare visite degli 007 italiani nelle carceri, soprattutto a boss condannati al 41bis. L'obiettivo sarebbe stato quello di captare eventuali cedimenti nei detenuti mafiosi, iniziando colloqui volti a valutare la loro disponibilità a collaborare con la giustizia, o comunque per fare in modo che alcuni di loro diventassero informatori dei servizi. Le indagini non hanno portato a confermare l'accordo in sé, anche se l'esistenza di contatti e colloqui è abbastanza certa.