domenica 7 gennaio 2024

LA DITTATURA DEL POLITICAMENTE CORRETTO

Il British Film Institute, nel lanciare una rassegna sulla saga di James Bond, ha comunicato che farà precedere le proiezioni da un avviso per "contenuti considerati oggi offensivi" e "stereotipi razziali obsoleti" relativamente a pellicole anni '60.

Siamo ormai al capitolo finale del politicamente corretto: chiedere scusa per opere del passato, colpevoli -appunto- di appartenere ad un'epoca ove la sensibilità era naturalmente diversa.



Quale sarà il prossimo passo?
Magari inserire avvisi anche per le poesie, non sia mai che qualcuno, leggendo "A Silvia" di Leopardi, debba indignarsi per la frase "all'opre femminili intenta" riferita al cucito, quale affronto pensare che nell'800 sarebbe stata considerata un'attività solo per donne.
Per non parlare di poemi come la Divina Commedia, con invettive e polemiche nei confronti di individui, città, nazioni, credi.
Non potrebbero neanche lasciar leggere liberamente le Georgiche di Virgilio; sarebbe un orrore permettere che qualche animalista debba scoprire all'improvviso che i romani sacrificavano dei buoi.
Ma in realtà è già stato fatto di peggio, stravolgendo completamente trame e personaggi delle fiabe, riscrivendo i libri di Roald Dahl, censurando quelli di Agatha Christie, contestando letture pubbliche de "Il buio oltre la siepe" e così via.
Allora mi chiedo, quando tra diversi anni passerà questa ondata di cieco e falso moralismo, cosa penseranno di noi le generazioni future? Come si spiegheranno libri, canzoni, poesie, film modificati e alterati rispetto alla versioni originali?
Forse anche i posteri dovranno apporre dei bollini su ciò che è accaduto in questa nostra epoca, specificando che  «i giudizi morali sono epidemie che hanno il loro tempo», come scrisse Nietzsche.
Se mai sarà sopravvissuta fino ad allora qualche opera di Nietzsche.

Nessun commento:

Posta un commento